Speciale
Quando con la Petresciata di Carnevale si rischiava di rompere fidanzamenti destinati al matrimonio
La storia di Vincenzo, cittadino andriese, legata ai confetti di Carnevale e ad un'antica tradizione
Molfetta - giovedì 24 febbraio 2022
10.33 Sponsorizzato
"A causa della Petresciata stava per rompersi il fidanzamento con la ragazza che sarebbe diventata mia moglie": a ricordare quest'aneddoto è Vincenzo, cittadino di Andria, terra dei confetti. Oggi sorride quando racconta questa storia ma confessa di essere stato a dir poco imbarazzato quel giorno. "Era Carnevale e con la mia famiglia, come tradizione voleva, avevo raggiunto la casa della mia futura sposa - dice - a cui tutti insieme avremmo 'lanciato' i confetti in segno di prosperità e abbondanza per quella che dopo pochi mesi sarebbe stata la nostra vita matrimoniale". Il rito, che ricordava il gesto che erano soliti fare gli agricoltori, cioè quello di lanciare il seme nella terra, si consumava nel salotto dove, evidentemente, c'era anche il rischio che vetrate, specchi o arredi si rompessero.
Quando cominciammo la Petresciata, io colpì inavvertitamente il naso del mio futuro suocero - ricorda divertito - e si scatenò la sua rabbia perché odiava queste consuetudini". Vincenzo racconta che fu una situazione delicata e di tensione tanto che la promessa sposa scoppiò in lacrime. "Io e i miei familiari riuscimmo a rimediare e risolvere l'accaduto ma ho temuto il peggio". In momenti come questi si osservavano regole precise: la famiglia dello sposo doveva portare una bomboniera piena di confetti da mangiare per le future occasioni di festa. Durante quel banchetto, invece, i confetti erano consumati nei cosiddetti 'cup', coni di carta che contenevano, appunto, le tonde prelibatezze. Attenzione, però. Una parte dei confetti nei coni andava conservata e consumata, poi, il Giovedì Santo: se ne doveva mangiare uno all'uscita da ogni chiesa visitata per i cosiddetti 'Sepolcri'.
"Sentiamo la responsabilità di essere portatori della storia e della cultura locali - sostiene Cristian Mucci, marketing manager della Mucci 1894 ® - siamo grati a tutti gli andriesi, e non solo, che hanno accolto le nostre prelibatezze, e quindi la nostra azienda, nelle loro case. Allo stesso tempo, siamo orgogliosi di essere custodi delle storie delle persone da 130 anni". Oggi la Mucci 1894 ® è impegnata su due fronti: destagionalizzare e deterritorializzare.
"Vogliamo che la cultura del confetto non si limiti solo al Carnevale e, soprattutto, abbiamo l'ambizione di portare questo prodotto oltre i confini della nostra terra". La loro missione, dunque, è addolcire, anche solo per un momento, la vita frenetica delle persone. E allora, lunga vita ai confetti. Potete scoprire tutte le nostre specialità sul nostro sito internet (muccigiovanni.it) e su Facebook (Mucci Giovanni dal 1894 – Confetteria e Museo Mucci Giovanni) e Instagram (#confettimucci).
Quando cominciammo la Petresciata, io colpì inavvertitamente il naso del mio futuro suocero - ricorda divertito - e si scatenò la sua rabbia perché odiava queste consuetudini". Vincenzo racconta che fu una situazione delicata e di tensione tanto che la promessa sposa scoppiò in lacrime. "Io e i miei familiari riuscimmo a rimediare e risolvere l'accaduto ma ho temuto il peggio". In momenti come questi si osservavano regole precise: la famiglia dello sposo doveva portare una bomboniera piena di confetti da mangiare per le future occasioni di festa. Durante quel banchetto, invece, i confetti erano consumati nei cosiddetti 'cup', coni di carta che contenevano, appunto, le tonde prelibatezze. Attenzione, però. Una parte dei confetti nei coni andava conservata e consumata, poi, il Giovedì Santo: se ne doveva mangiare uno all'uscita da ogni chiesa visitata per i cosiddetti 'Sepolcri'.
"Sentiamo la responsabilità di essere portatori della storia e della cultura locali - sostiene Cristian Mucci, marketing manager della Mucci 1894 ® - siamo grati a tutti gli andriesi, e non solo, che hanno accolto le nostre prelibatezze, e quindi la nostra azienda, nelle loro case. Allo stesso tempo, siamo orgogliosi di essere custodi delle storie delle persone da 130 anni". Oggi la Mucci 1894 ® è impegnata su due fronti: destagionalizzare e deterritorializzare.
"Vogliamo che la cultura del confetto non si limiti solo al Carnevale e, soprattutto, abbiamo l'ambizione di portare questo prodotto oltre i confini della nostra terra". La loro missione, dunque, è addolcire, anche solo per un momento, la vita frenetica delle persone. E allora, lunga vita ai confetti. Potete scoprire tutte le nostre specialità sul nostro sito internet (muccigiovanni.it) e su Facebook (Mucci Giovanni dal 1894 – Confetteria e Museo Mucci Giovanni) e Instagram (#confettimucci).