Sanità
Puntare su un ospedale moderno ed efficiente
Una struttura in cui il cittadino possa ricevere un ciclo completo di cure
Molfetta - martedì 25 ottobre 2016
7.43
Reinserire l'Ospedale Nord Barese nel piano di riordino ospedaliero: è questo l'obiettivo al quale punta l'omonimo comitato che, su iniziativa del Senatore Antonio Azzollini, nella serata di ieri ha indetto una conferenza stampa.
All'incontro sono interventi, oltre al Senatore Azzollini, il dottor Stanislao Caputo, il consigliere regionale Mimmo Damascelli e il dottor Tommaso Fontana.
Con determinazione si è auspicata una seria programmazione, non il ricorso a soluzioni definite "pasticciate".
Il cosiddetto ospedale consortile a servizio di un ampio territorio a nord di Bari non è una proposta emersa all'improvviso.
Come sottolineato nel corso dell'incontro, l'idea di ospedale consortile nasce nel 2011, con il consenso dei Sindaci dei Comuni di Bisceglie, Bitonto, Giovinazzo, Molfetta, Palo del Colle, Ruvo di Puglia e Corato.
È il dottor Caputo a ripercorrere le tappe della vicenda.
Nel 2012 la Delibera di Giunta 1725 prevede la realizzazione di cinque nuovi ospedali, tra i quali proprio quello del Nord Barese, e individua il fabbisogno economico complessivo – stimato per 536.580.000,00 euro. La copertura finanziaria è già assegnata con delibera CIPE del 2008 alla Regione Puglia.
Tutto questo è ribadito sin al 2015.
Nel 2016 lo scenario cambia: l'Ospedale del Nord Barese viene eliminato (unico dei cinque previsti dal piano di coesione) dal piano di riordino ospedaliero.
«Irritante» è stata definita la scomparsa di tale struttura dal piano di riordino ospedaliero.
«Il Consigliere Damascelli e il Consigliere Calò avevano firmato un emendamento per mantenerlo – ha precisato il Senatore Azzollini – invece è stato detto che vanno bene quello di Monopoli – Fasano, quello del Sud Salento, quello di Taranto… Solo quello del Nord Barese è stato eliminato mentre stavamo già costruendo un piano di fattibilità da presentare ».
A luglio, però, il Ministero della Salute rimanda quel piano alla Regione con alcune osservazioni (in particolare per quanto concerne il servizio di Emergenza - Urgenza che necessita di riorganizzazione.
In settembre il piano viene bocciato dalla III Commissione: «È mancato il confronto in Consiglio regionale – evidenzia Damascelli – tutto si è dovuto dibattere nella III commissione che ha solo un valore consultivo…».
Non potevano mancare i riferimenti alla proposta di realizzare un ospedale unico di I livello, in cui riunire le peculiarità degli ospedali cittadini destinati a un declassamento.
Perplessità in merito sono state espresse dal dottor Fontana. Un esempio per tutte: i posti letto di rianimazione. Il numero dei posti letto sono stabiliti da precise regole. Per aggiungere posti letto di rianimazione dell'ospedale unico (che ricade nel territorio dell'ex provincia Bari) dovranno essere eliminati in altre strutture (ospedali di Bari o di Monopoli…), cosa che appare poco fattibile.
L'ospedale consortile, invece, erediterebbe i posti letto di rianimazione presenti nell'ospedale di Bisceglie.
Qual è il fondamento sul quale si basa, invece, la proposta del comitato? Realizzare una nuova struttura progettata con criteri di modernità, una struttura che abbia senso per il futuro, in cui la gente venga curata, non solo stabilizzata prima di essere condotta di un altro nosocomio.
All'obiezione legata ai fondi necessari per la costruzione di un nuovo ospedale, è stato più volte ribadito che i soldi erano già stanziati ma con questo piano ospedaliero il progetto è stato definanziato. Allo studio piani di fattibilità concreti.
«Non è un'esigenza campanilistica – è stato ribadito con forza – l'ospedale del Nord Barese sarebbe al servizio di un territorio che conta circa 348.000 abitanti».
Come agire in concreto? Dall'incontro sono emerse tre azioni: una interrogazione urgente per chiedere il dibattito in Consiglio regionale, una mozione per cercare di far comprendere la necessita di finanziare il progetto in questione, un incontro del comitato con il Ministro Lorenzin per ampliare il confronto.
All'incontro sono interventi, oltre al Senatore Azzollini, il dottor Stanislao Caputo, il consigliere regionale Mimmo Damascelli e il dottor Tommaso Fontana.
Con determinazione si è auspicata una seria programmazione, non il ricorso a soluzioni definite "pasticciate".
Il cosiddetto ospedale consortile a servizio di un ampio territorio a nord di Bari non è una proposta emersa all'improvviso.
Come sottolineato nel corso dell'incontro, l'idea di ospedale consortile nasce nel 2011, con il consenso dei Sindaci dei Comuni di Bisceglie, Bitonto, Giovinazzo, Molfetta, Palo del Colle, Ruvo di Puglia e Corato.
È il dottor Caputo a ripercorrere le tappe della vicenda.
Nel 2012 la Delibera di Giunta 1725 prevede la realizzazione di cinque nuovi ospedali, tra i quali proprio quello del Nord Barese, e individua il fabbisogno economico complessivo – stimato per 536.580.000,00 euro. La copertura finanziaria è già assegnata con delibera CIPE del 2008 alla Regione Puglia.
Tutto questo è ribadito sin al 2015.
Nel 2016 lo scenario cambia: l'Ospedale del Nord Barese viene eliminato (unico dei cinque previsti dal piano di coesione) dal piano di riordino ospedaliero.
«Irritante» è stata definita la scomparsa di tale struttura dal piano di riordino ospedaliero.
«Il Consigliere Damascelli e il Consigliere Calò avevano firmato un emendamento per mantenerlo – ha precisato il Senatore Azzollini – invece è stato detto che vanno bene quello di Monopoli – Fasano, quello del Sud Salento, quello di Taranto… Solo quello del Nord Barese è stato eliminato mentre stavamo già costruendo un piano di fattibilità da presentare ».
A luglio, però, il Ministero della Salute rimanda quel piano alla Regione con alcune osservazioni (in particolare per quanto concerne il servizio di Emergenza - Urgenza che necessita di riorganizzazione.
In settembre il piano viene bocciato dalla III Commissione: «È mancato il confronto in Consiglio regionale – evidenzia Damascelli – tutto si è dovuto dibattere nella III commissione che ha solo un valore consultivo…».
Non potevano mancare i riferimenti alla proposta di realizzare un ospedale unico di I livello, in cui riunire le peculiarità degli ospedali cittadini destinati a un declassamento.
Perplessità in merito sono state espresse dal dottor Fontana. Un esempio per tutte: i posti letto di rianimazione. Il numero dei posti letto sono stabiliti da precise regole. Per aggiungere posti letto di rianimazione dell'ospedale unico (che ricade nel territorio dell'ex provincia Bari) dovranno essere eliminati in altre strutture (ospedali di Bari o di Monopoli…), cosa che appare poco fattibile.
L'ospedale consortile, invece, erediterebbe i posti letto di rianimazione presenti nell'ospedale di Bisceglie.
Qual è il fondamento sul quale si basa, invece, la proposta del comitato? Realizzare una nuova struttura progettata con criteri di modernità, una struttura che abbia senso per il futuro, in cui la gente venga curata, non solo stabilizzata prima di essere condotta di un altro nosocomio.
All'obiezione legata ai fondi necessari per la costruzione di un nuovo ospedale, è stato più volte ribadito che i soldi erano già stanziati ma con questo piano ospedaliero il progetto è stato definanziato. Allo studio piani di fattibilità concreti.
«Non è un'esigenza campanilistica – è stato ribadito con forza – l'ospedale del Nord Barese sarebbe al servizio di un territorio che conta circa 348.000 abitanti».
Come agire in concreto? Dall'incontro sono emerse tre azioni: una interrogazione urgente per chiedere il dibattito in Consiglio regionale, una mozione per cercare di far comprendere la necessita di finanziare il progetto in questione, un incontro del comitato con il Ministro Lorenzin per ampliare il confronto.