Protesta dei parenti del Centro Disabili a Lama Scotella
Dopo l'intervento dei Carabinieri una delegazione è stata ricevuta negli uffici
Molfetta - mercoledì 13 luglio 2016
12.51
Una delegazione di genitori e parenti di diversi disabili frequentanti il Centro Polivalente per Disabili di Molfetta nella mattinata di ieri ha manifestato il proprio malcontento presso gli uffici comunali di Lama Scotella.
Dopo un breve momento di fraintendimento in cui i toni si sono accesi e dopo l'arrivo dei Carabinieri allertati dai funzionati del Comune, una delegazione è stata ricevuta negli uffici comunali per ricevere delle risposte.
Al centro della protesta il malcontento per il cambiamento repentino dei costi di retta mensile che ogni disabile dovrà sostenere a partire dal primo agosto prossimo; un cambiamento, come si apprende da genitori e parenti, deliberato dal Comune in una fase transitoria dell'affidamento in concessione del Centro al nuovo ente di gestione, la coop. Sociale Metropolis, e per questo senza interpellare gestori e soprattutto i disabili e le proprie famiglie.
Da anni, infatti, i disabili versano per partecipare alle attività del Centro Diurno una retta di soli 15 euro per i costi di trasporto, ma con i nuovi provvedimenti regionali e la mancanza di fondi da parte del Comune – che sarebbero passati da più di 360 mila euro a soli 180 mila euro all'anno – la retta mensile verrebbe calcolata in base al reddito dichiarato dall'ISEE del nucleo familiare, oltre la soglia del reddito consentito la quota ammonterebbe a circa 750 euro mensili. Inoltre tale copertura in base al reddito sarebbe garantita a 15 dei 34 disabili presenti attualmente nel Centro.
Una situazione, da quanto sia apprende, che genitori e parenti ritengono inammissibile, un cambiamento che graverebbe sulle situazioni economiche e familiari dei singoli disabili ognuno affetto da patologie e disabilità diverse che, è stato lamentato, a quanto pare non sono state tenute in considerazione.
Durante il colloquio avuto dalla delegazione dei genitori con alcuni dirigenti, tra cui la dirigente al settore socialità del Comune, la dottoressa Lorusso, sarebbero state fatte rassicurazioni sulla non chiusura del centro (diversamente da quello che sarebbe già capitato ad altri centri di servizi), con l'intento di lavorare insieme per non lasciare a casa i ragazzi. A tal proposito i genitori avrebbero già approntato una proposta che tra l'altro prevederebbe di allargare lo stanziamento comunale a favore di tutti i ragazzi del centro ma sempre con l'applicazione del criterio in base al reddito.
In attesa che le delegazioni possano incontrare il Commissario, abbiamo cercato di sentire direttamente la posizione dell'Amministrazione comunale sulla questione che preferisce invece attendere il confronto con lo stesso Commissario.
Dopo un breve momento di fraintendimento in cui i toni si sono accesi e dopo l'arrivo dei Carabinieri allertati dai funzionati del Comune, una delegazione è stata ricevuta negli uffici comunali per ricevere delle risposte.
Al centro della protesta il malcontento per il cambiamento repentino dei costi di retta mensile che ogni disabile dovrà sostenere a partire dal primo agosto prossimo; un cambiamento, come si apprende da genitori e parenti, deliberato dal Comune in una fase transitoria dell'affidamento in concessione del Centro al nuovo ente di gestione, la coop. Sociale Metropolis, e per questo senza interpellare gestori e soprattutto i disabili e le proprie famiglie.
Da anni, infatti, i disabili versano per partecipare alle attività del Centro Diurno una retta di soli 15 euro per i costi di trasporto, ma con i nuovi provvedimenti regionali e la mancanza di fondi da parte del Comune – che sarebbero passati da più di 360 mila euro a soli 180 mila euro all'anno – la retta mensile verrebbe calcolata in base al reddito dichiarato dall'ISEE del nucleo familiare, oltre la soglia del reddito consentito la quota ammonterebbe a circa 750 euro mensili. Inoltre tale copertura in base al reddito sarebbe garantita a 15 dei 34 disabili presenti attualmente nel Centro.
Una situazione, da quanto sia apprende, che genitori e parenti ritengono inammissibile, un cambiamento che graverebbe sulle situazioni economiche e familiari dei singoli disabili ognuno affetto da patologie e disabilità diverse che, è stato lamentato, a quanto pare non sono state tenute in considerazione.
Durante il colloquio avuto dalla delegazione dei genitori con alcuni dirigenti, tra cui la dirigente al settore socialità del Comune, la dottoressa Lorusso, sarebbero state fatte rassicurazioni sulla non chiusura del centro (diversamente da quello che sarebbe già capitato ad altri centri di servizi), con l'intento di lavorare insieme per non lasciare a casa i ragazzi. A tal proposito i genitori avrebbero già approntato una proposta che tra l'altro prevederebbe di allargare lo stanziamento comunale a favore di tutti i ragazzi del centro ma sempre con l'applicazione del criterio in base al reddito.
In attesa che le delegazioni possano incontrare il Commissario, abbiamo cercato di sentire direttamente la posizione dell'Amministrazione comunale sulla questione che preferisce invece attendere il confronto con lo stesso Commissario.