Politica
Prosegue la campagna elettorale di Liberi e Uguali a Molfetta
“La nostra promessa? Lottare e rimanere sul territorio”
Molfetta - lunedì 12 febbraio 2018
Dopo l'apertura della campagna elettorale presso il Teatro del Carro, la compagine di Liberi E Uguali si è spostata in piazza, a Corso Umberto, dove, nella mattinata di ieri, ha proseguito il proprio percorso di avvicinamento all'appuntamento elettorale del prossimo 4 marzo. Ribadire la propria vicinanza a Molfetta, nonostante l'assenza di candidati molfettesi, oltre che dire no al razzismo e alla violenza femminile, fenomeni perpetrati nei tristissimi fatti di Macerata: questo quanto fatto da Paola Natalicchio, che ha introdotto il comizio pubblico di Liberi e Uguali, e dagli interventi di Annalisa Panarale e Mena Trizio, entrambe candidate al Senato per il collegio plurinominale e Nico Bavaro candidato alla Camera per il collegio uninominale.
Liberi e Uguali, un soggetto politico che nasce fortemente dall'esperienza politica e personale del suo leader Pietro Grasso, anche nell'incontro di ieri a Corso Umberto ha manifestato tutto il suo dissenso nei confronti di quanto accaduto in questi giorni a Macerata, condannando l'assenza della politica nei momenti nazionali così decisivi. "Ieri - ha commentato l'ex primo cittadino - il popolo italiano migliore ha ribadito che questo Paese ha bisogno del nostro ritorno nelle vie e nelle piazze, per permettere anche alle nuove generazioni di riprendersi il futuro". All'accusa di non aver candidati molfettesi nei collegi uninominali e plurinominali, Paola Natalicchio ha preferito rispondere puntando sulla metodologia di scelta. "I nostri candidati – ha proseguito la Natalicchio – sono il frutto di una scelta fatta sulle loro esperienze di vita, che quotidianamente mettono a disposizione di tutti".
Dal centrodestra al Movimento 5 Stelle, passando soprattutto dal Partito Democratico: prendendo in esame tutte le compagini politiche avversarie, i candidati di Liberi e Uguali non hanno risparmiato critiche nei confronti di un certo modo di fare politica, lontano dalle classi meno abbienti e vacante nei veri e propri momenti di necessità. Parte da qui l'attacco frontale ad un'altra candidata, Loredana Lezoche del PD, che dalle pagine di Repubblica avrebbe teso la mano al Sen. Antonio Azzollini, fuori dai giochi, allo scopo di recuperare i suoi voti. "Proprio da quell'articolo pubblicato da Repubblica – ha commentato Annalisa Panarale - prendo spunto per affermare che la candidatura rappresenta soltanto una briciola del percorso. Non conosco personalmente le donne candidate in questo collegio, ma mi auguro che siano in grado di battersi per proprio conto, senza dietrologie o manovre esterne. Il nostro obiettivo è quello di far partire un progetto capace di parlare alle masse non rappresentate, ricomponendo quei pezzi di sinistra sana".
E' ancora una volta il lavoro al centro dei programmi elettorali. Rappresenta un tema caldo, decisivo quanto importante da affrontare ovunque e comunque. "Il Governo uscente ci aveva garantito che avrebbe ridato dignità al lavoro – ha affermato Mena Trizio – ma invece lo ha trasformato in schiavismo. La nostra non è una politica fatta di mani sulle città, ma è finalizzata a trasformare il disagio in benessere. Non smarriamo la possibilità di cambiare qualcosa il 4 marzo – ha concluso - perche l'indifferenza equivale ad essere colpevoli".
Sono i giorni delle promesse che prevalgono sui programmi, sempre più risicati, che trovano sempre più meno spazio tra i propositi dei candidati. E' quanto ribadito da Nico Bavaro, che non ha risparmiato attacchi a candidati molfettesi. "Solo i candidati del territorio possono fare gli interessi della città? Non sono d'accordo – ha risposto il candidato alla Camera per il collegio uninominale – perché, scorrendo i loro curricula, ti accorgi che nella storia politica di questi territori non c'erano. Non sono di Molfetta, non vivo a Molfetta, ma questo non mi ha impedito di fare una battaglia senza quartiere per difendere l'ospedale di Molfetta e quello di Corato. La nostra unica promessa? Continuare a lottare e stare sul territorio nell'interesse di quegli italiani piegati dalla crisi, contro chi invece, nonostante la crisi, ha continuato a gonfiarsi le tasche".
Liberi e Uguali, un soggetto politico che nasce fortemente dall'esperienza politica e personale del suo leader Pietro Grasso, anche nell'incontro di ieri a Corso Umberto ha manifestato tutto il suo dissenso nei confronti di quanto accaduto in questi giorni a Macerata, condannando l'assenza della politica nei momenti nazionali così decisivi. "Ieri - ha commentato l'ex primo cittadino - il popolo italiano migliore ha ribadito che questo Paese ha bisogno del nostro ritorno nelle vie e nelle piazze, per permettere anche alle nuove generazioni di riprendersi il futuro". All'accusa di non aver candidati molfettesi nei collegi uninominali e plurinominali, Paola Natalicchio ha preferito rispondere puntando sulla metodologia di scelta. "I nostri candidati – ha proseguito la Natalicchio – sono il frutto di una scelta fatta sulle loro esperienze di vita, che quotidianamente mettono a disposizione di tutti".
Dal centrodestra al Movimento 5 Stelle, passando soprattutto dal Partito Democratico: prendendo in esame tutte le compagini politiche avversarie, i candidati di Liberi e Uguali non hanno risparmiato critiche nei confronti di un certo modo di fare politica, lontano dalle classi meno abbienti e vacante nei veri e propri momenti di necessità. Parte da qui l'attacco frontale ad un'altra candidata, Loredana Lezoche del PD, che dalle pagine di Repubblica avrebbe teso la mano al Sen. Antonio Azzollini, fuori dai giochi, allo scopo di recuperare i suoi voti. "Proprio da quell'articolo pubblicato da Repubblica – ha commentato Annalisa Panarale - prendo spunto per affermare che la candidatura rappresenta soltanto una briciola del percorso. Non conosco personalmente le donne candidate in questo collegio, ma mi auguro che siano in grado di battersi per proprio conto, senza dietrologie o manovre esterne. Il nostro obiettivo è quello di far partire un progetto capace di parlare alle masse non rappresentate, ricomponendo quei pezzi di sinistra sana".
E' ancora una volta il lavoro al centro dei programmi elettorali. Rappresenta un tema caldo, decisivo quanto importante da affrontare ovunque e comunque. "Il Governo uscente ci aveva garantito che avrebbe ridato dignità al lavoro – ha affermato Mena Trizio – ma invece lo ha trasformato in schiavismo. La nostra non è una politica fatta di mani sulle città, ma è finalizzata a trasformare il disagio in benessere. Non smarriamo la possibilità di cambiare qualcosa il 4 marzo – ha concluso - perche l'indifferenza equivale ad essere colpevoli".
Sono i giorni delle promesse che prevalgono sui programmi, sempre più risicati, che trovano sempre più meno spazio tra i propositi dei candidati. E' quanto ribadito da Nico Bavaro, che non ha risparmiato attacchi a candidati molfettesi. "Solo i candidati del territorio possono fare gli interessi della città? Non sono d'accordo – ha risposto il candidato alla Camera per il collegio uninominale – perché, scorrendo i loro curricula, ti accorgi che nella storia politica di questi territori non c'erano. Non sono di Molfetta, non vivo a Molfetta, ma questo non mi ha impedito di fare una battaglia senza quartiere per difendere l'ospedale di Molfetta e quello di Corato. La nostra unica promessa? Continuare a lottare e stare sul territorio nell'interesse di quegli italiani piegati dalla crisi, contro chi invece, nonostante la crisi, ha continuato a gonfiarsi le tasche".