Cronaca
Pronto soccorso: lavori di ristrutturazione poco convincenti
Si prevedono disagi per i pazienti, tanto per cambiare
Molfetta - venerdì 6 giugno 2014
7.43
Il «Don Tonino Bello», un ospedale che è un cantiere aperto da ormai due anni. Due anni di disagi per gli utenti ma giustificati da ristrutturazioni che renderanno il nosocomio più funzionale e «moderno». Almeno queste le intenzioni. Nel frattempo però i disagi si sono estesi anche al Pronto soccorso, alle sue vie d'accesso, non più semplici e privilegiate, ma tortuose e scomode. Soprattutto per chi giunge in cerca di assistenza con mezzi propri.
E proprio sul pronto soccorso si stanno concentrando adesso gli interventi di ristrutturazione. Interventi che dovrebbero durare un mese. Il progetto dovrebbe prevedere un accesso pedonale e un accesso per le ambulanze. Dovrebbe. Perché la soluzione prospettata da chi ha progettato quegli interventi non convince neanche i sanitari che in quel posto di emergenza operano e lavorano.
Nell'attuale slargo d'accesso dovrebbe essere rimossa una struttura attualmente esistente, portandola a livello stradale. Per far posto alle ambulanze che arrivano con a bordo ammalati e feriti. Quello che appare poco chiaro, però, è la gestione degli spazi interni. I pazienti arrivati con mezzi propri, in attesa di essere visitati, dovrebbero attendere il turno di visita in quella così detta «camera calda». Quel luogo cioè dove arriveranno gli utenti trasportati dalle ambulanze. E poi lunghi corridoi prima di arrivare agli ambulatori.
Questa sarebbe la soluzione prospettata da un progetto che potrebbe non aver tenuto conto delle singole esigenze dei pazienti prima e degli operatori sanitari poi. Con una inevitabile promiscuità che non appare la migliore per la tutela della salute di tutti. E perché no, anche per la tutela della privacy di ognuno.
Secondo gli operatori sanitari altre soluzioni sarebbero possibili. I tempi per modificare il progetto ci sarebbero tutti. A patto però che gli ingegneri progettisti abbiano la volontà di ascoltare altre voci, quelle di chi nel pronto soccorso lavora ogni giorno, e altre soluzioni. Nel frattempo, per poter rendere funzionale il pronto soccorso durante i lavori di ristrutturazione, la soluzione paventata è quella di «aprire» al passaggio delle ambulanze l'ingresso principale del Don Tonino Bello. Ma dovrebbe essere realizzata prima una rampa che permetta alle barelle di essere scaricate. E poi i pazienti «barellati» dovrebbero attraversare tutti i corridoi dell'ospedale prima di arrivare al Pronto soccorso.
E in operazioni dove la tempestività nei soccorsi è fattore principale, gli «intoppi» lungo il lungo percorso potrebbero essere determinanti. Altre soluzioni possibili? Forse i medici potrebbero darle. Basterebbe ascoltarli.
E proprio sul pronto soccorso si stanno concentrando adesso gli interventi di ristrutturazione. Interventi che dovrebbero durare un mese. Il progetto dovrebbe prevedere un accesso pedonale e un accesso per le ambulanze. Dovrebbe. Perché la soluzione prospettata da chi ha progettato quegli interventi non convince neanche i sanitari che in quel posto di emergenza operano e lavorano.
Nell'attuale slargo d'accesso dovrebbe essere rimossa una struttura attualmente esistente, portandola a livello stradale. Per far posto alle ambulanze che arrivano con a bordo ammalati e feriti. Quello che appare poco chiaro, però, è la gestione degli spazi interni. I pazienti arrivati con mezzi propri, in attesa di essere visitati, dovrebbero attendere il turno di visita in quella così detta «camera calda». Quel luogo cioè dove arriveranno gli utenti trasportati dalle ambulanze. E poi lunghi corridoi prima di arrivare agli ambulatori.
Questa sarebbe la soluzione prospettata da un progetto che potrebbe non aver tenuto conto delle singole esigenze dei pazienti prima e degli operatori sanitari poi. Con una inevitabile promiscuità che non appare la migliore per la tutela della salute di tutti. E perché no, anche per la tutela della privacy di ognuno.
Secondo gli operatori sanitari altre soluzioni sarebbero possibili. I tempi per modificare il progetto ci sarebbero tutti. A patto però che gli ingegneri progettisti abbiano la volontà di ascoltare altre voci, quelle di chi nel pronto soccorso lavora ogni giorno, e altre soluzioni. Nel frattempo, per poter rendere funzionale il pronto soccorso durante i lavori di ristrutturazione, la soluzione paventata è quella di «aprire» al passaggio delle ambulanze l'ingresso principale del Don Tonino Bello. Ma dovrebbe essere realizzata prima una rampa che permetta alle barelle di essere scaricate. E poi i pazienti «barellati» dovrebbero attraversare tutti i corridoi dell'ospedale prima di arrivare al Pronto soccorso.
E in operazioni dove la tempestività nei soccorsi è fattore principale, gli «intoppi» lungo il lungo percorso potrebbero essere determinanti. Altre soluzioni possibili? Forse i medici potrebbero darle. Basterebbe ascoltarli.