Cronaca
Processo su utilizzo e gestione del depuratore, udienza rinviata al 6 marzo
Si deciderà sul rinvio a giudizio per i sei imputati
Molfetta - martedì 14 febbraio 2017
Si è svolta ieri, davanti al Gup del Tribunale di Trani, l'udienza preliminare in relazione alla richiesta di rinvio a giudizio depositata nell'ambito del processo sulla gestione e utilizzo dell'impianto comunale di depurazione delle acque.
Nel corso dell'udienza si è proceduto con la costituzione delle parti che hanno altresì presentato ulteriore materiale documentale che sarà preso in atto e valutato dalle parti. L'udienza è stata, dunque, rinviata al prossimo 6 marzo, giorno in cui presumibilmente sarà presa la decisione di rinvio a giudizio richiesto dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani, dott. Antonio Savasta, nei confronti di sei imputati – due ex dirigenti del Comune di Molfetta, due appartenenti alla Eurodepuratori s.p.a. e due dell'Autorità Idrica Pugliese.
Tra i capi d'accusa compaiono quelli per reati ambientali, poiché gli imputati avrebbero effettuato o non impedito lo scarico di acque reflue con valori bio-chimici superiori a quelli fissati dalla legge; oltre all'illecito smaltimento dei fanghi derivati dal ciclo di depurazione delle acque, l'interruzione di un servizio di pubblica necessità, l'inadempimento dei contratti di pubbliche forniture, la turbata libertà degli incanti, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, danneggiamento aggravato, emissione in atmosfera di gas in assenza di autorizzazione, omissione dolosa di cautele sul lavoro.
Il Comune di Molfetta, rappresentato dall'avvocato Angela Maralfa, indicato come parte offesa dalla Procura di Trani, si è costituito parte civile nel procedimento in considerazione dei danni derivanti dalla mancata realizzazione dei lavori di adeguamento e potenziamento dell'impianto o loro non funzionamento.
Le indagini compiute, intatti, hanno accertato che tali opere – a fronte di un finanziamento erogato pari a 3.200.000 euro circa –, che sarebbero dovute essere realizzate entro il 2003, nel 2012 non erano in gran parte state realizzate o comunque non fruibili, tanto che il processo di depurazione avveniva attraverso le vecchie linee preesistenti.
Certamente ad essere danneggiata in primis da tale vicenda è l'area circostante all'oasi di Torre Calderina, un duro colpo per l'ambiente, una situazione che abbiamo più volte documentato attraverso il nostro giornale.
Nel corso dell'udienza si è proceduto con la costituzione delle parti che hanno altresì presentato ulteriore materiale documentale che sarà preso in atto e valutato dalle parti. L'udienza è stata, dunque, rinviata al prossimo 6 marzo, giorno in cui presumibilmente sarà presa la decisione di rinvio a giudizio richiesto dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani, dott. Antonio Savasta, nei confronti di sei imputati – due ex dirigenti del Comune di Molfetta, due appartenenti alla Eurodepuratori s.p.a. e due dell'Autorità Idrica Pugliese.
Tra i capi d'accusa compaiono quelli per reati ambientali, poiché gli imputati avrebbero effettuato o non impedito lo scarico di acque reflue con valori bio-chimici superiori a quelli fissati dalla legge; oltre all'illecito smaltimento dei fanghi derivati dal ciclo di depurazione delle acque, l'interruzione di un servizio di pubblica necessità, l'inadempimento dei contratti di pubbliche forniture, la turbata libertà degli incanti, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, danneggiamento aggravato, emissione in atmosfera di gas in assenza di autorizzazione, omissione dolosa di cautele sul lavoro.
Il Comune di Molfetta, rappresentato dall'avvocato Angela Maralfa, indicato come parte offesa dalla Procura di Trani, si è costituito parte civile nel procedimento in considerazione dei danni derivanti dalla mancata realizzazione dei lavori di adeguamento e potenziamento dell'impianto o loro non funzionamento.
Le indagini compiute, intatti, hanno accertato che tali opere – a fronte di un finanziamento erogato pari a 3.200.000 euro circa –, che sarebbero dovute essere realizzate entro il 2003, nel 2012 non erano in gran parte state realizzate o comunque non fruibili, tanto che il processo di depurazione avveniva attraverso le vecchie linee preesistenti.
Certamente ad essere danneggiata in primis da tale vicenda è l'area circostante all'oasi di Torre Calderina, un duro colpo per l'ambiente, una situazione che abbiamo più volte documentato attraverso il nostro giornale.