Cronaca
Processo Amex, un molfettese parte civile
Prima udienza sui presunti illeciti delle revolving cards di American Express
Molfetta - venerdì 28 novembre 2014
7.14
E' durata pochi minuti la prima effettiva udienza (in quella del 18 settembre furono ravvisati alcuni vizi di notifica) sui presunti illeciti che si nascondono dietro le revolving cards di American Express. Il tempo necessario per riunire i 2 distinti tronconi giudiziari: quello che giungeva a processo per effetto del rinvio a giudizio di 2 imputati decretato dal gup Francesco Messina e quello che era approdato direttamente a dibattimento per altri 3 imputati che avevano chiesto di esser giudicati col rito immediato, cioè senza il filtro dell'udienza preliminare. Subito dopo la difesa degli imputati ha formulato l'eccezione d'incompetenza territoriale del Tribunale di Trani, ritenendo competente il Tribunale di Roma. Nella capitale, infatti, c'è la cassa di American Express, dove sono confluiti gli oneri dei consumatori (i titolari delle revolving cards) ritenuti frutto di meccanismi truffaldini ed usurari. Il collegio tranese si esprimerà sull'eccezione il 4 dicembre. Il processo, che vede costituiti parte civile 4 titolari di carte di crediti che denunciarono i presunti illeciti e l'Adusbef come categoria dei consumatori, è stato, infatti, aggiornato a giovedì prossimo.
L'inchiesta sulle revolving "Amex" nacque a seguito della denuncia presentata nell'estate 2008 da un maresciallo della Guardia di Finanza di Molfetta, titolare di un gold credit card American Express (ora parte civile a mezzo dell'avvocato Giacomo Ragno) che lamentava l'applicazione di tassi usurari sulle rate da pagare a fronte degli acquisti fatti con la cosiddetta carta di debito.
Poco dopo alla Procura di Trani giunsero altre 2 analoghe querele sporte a Barletta e Terlizzi.
Ora sul banco degli imputati siedono: Melissa Perinetti, dirigente dell'area prodotti carte di American Express e Daniele Di Febo, dirigente della "Area Compliance", settore che cura la conformità alla normativa italiana dei prodotti della banca americana; Giglio Del Borgo, direttore generale e rappresentante legale di American Express Service Europe Limited per l'Italia e responsabile area carte e viaggi dal 2005 al 12 marzo 2008; Massimo Quarra, con lo stesso ruolo di Del Borgo dal 12 marzo 2008 in poi; e Francesco Fontana, rappresentante legale dell'American Express Service Europe Limited, dirigente dell'area ufficio legale.
I 5 imputati sono accusati di concorso in usura, truffa e tentata truffa.
Secondo il sostituto procuratore della Repubblica di Trani Michele Ruggiero, che ha coordinato le indagini, American Express avrebbe conseguito un ingiusto vantaggio patrimoniale grazie ad artifizi e raggiri ed a clausole contrattuali insidiose e poco chiare.
L'inchiesta sulle revolving "Amex" nacque a seguito della denuncia presentata nell'estate 2008 da un maresciallo della Guardia di Finanza di Molfetta, titolare di un gold credit card American Express (ora parte civile a mezzo dell'avvocato Giacomo Ragno) che lamentava l'applicazione di tassi usurari sulle rate da pagare a fronte degli acquisti fatti con la cosiddetta carta di debito.
Poco dopo alla Procura di Trani giunsero altre 2 analoghe querele sporte a Barletta e Terlizzi.
Ora sul banco degli imputati siedono: Melissa Perinetti, dirigente dell'area prodotti carte di American Express e Daniele Di Febo, dirigente della "Area Compliance", settore che cura la conformità alla normativa italiana dei prodotti della banca americana; Giglio Del Borgo, direttore generale e rappresentante legale di American Express Service Europe Limited per l'Italia e responsabile area carte e viaggi dal 2005 al 12 marzo 2008; Massimo Quarra, con lo stesso ruolo di Del Borgo dal 12 marzo 2008 in poi; e Francesco Fontana, rappresentante legale dell'American Express Service Europe Limited, dirigente dell'area ufficio legale.
I 5 imputati sono accusati di concorso in usura, truffa e tentata truffa.
Secondo il sostituto procuratore della Repubblica di Trani Michele Ruggiero, che ha coordinato le indagini, American Express avrebbe conseguito un ingiusto vantaggio patrimoniale grazie ad artifizi e raggiri ed a clausole contrattuali insidiose e poco chiare.