Sociale
“Prestito della Speranza 3.0”, la Diocesi al fianco di famiglie e imprese
Dall’8x1000 100 milioni di euro per sostenere il rilancio economico
Molfetta - domenica 15 marzo 2015
11.20
Un "Credito fare impresa" e un "Credito sociale". Il primo destinato alle microimprese, il secondo alle famiglie disagiate. Per un totale di 100 milioni di euro che saranno prelevati da un fondo di garanzia alimentato attraverso l'8x1000. Sono le due misure economiche individuate dalla Diocesi, frutto di un accordo tra la Caritas e "Banca Intesa Sanpaolo".
Prende così corpo il progetto "Prestito della speranza 3.0", voluto sin dal 2009 dalla Conferenza Episcopale Italiana, per aiutare le famiglie in difficoltà e le piccole imprese, siano esse già attive o di nuova costituzione, escluse dall'accesso al credito ordinario, quello che solitamente i chiede negli istituti bancari. I tassi di interesse applicati a coloro i quali potranno accedere al prestito, perché di questo si tratta, saranno del 2,5%, ben al di sotto dei tassi correnti, da restituire attraverso rate mensili assolutamente sostenibili. A gestire le richieste che perverranno alla Diocesi sarà il centro d'ascolto della Caritas di Giovinazzo, la sua sede è in via Marco Polo, nel centro storico. L'istruttoria che ne seguirà, sarà poi inviata alle filiali del gruppo "Intesa Sanpaolo". Rispetto al passato, Il prestito non si rivolge soltanto a categorie fragili, rese oggi più vulnerabili dal contesto economico-sociale , come gli over 50 anni espulsi dal sistema produttivo, nuovi italiani, genitori separati o coppie di lavoratori non stabilizzati, ma fissa ulteriori due focus specifici, oggetto di iniziative dedicate. E cioè i progetti di vita e di autoimprenditorialità dei giovani e le imprese "start up".
«Il progetto – si legge in una nota - non ha solo una ricaduta economica. Secondo la ricerca sull'impatto avuto dopo il prestito nei tre anni in cui ha funzionato la versione "2.0", le risposte positive di oltre l'80% degli intervistati sono state sia sull'efficacia del microcredito per sanare la situazione critica, sia, soprattutto, sulla possibilità di ritrovare un equilibrio personale e il clima positivo ritrovato in famiglia dopo il prestito. Un impatto sociale non indifferente».
Prende così corpo il progetto "Prestito della speranza 3.0", voluto sin dal 2009 dalla Conferenza Episcopale Italiana, per aiutare le famiglie in difficoltà e le piccole imprese, siano esse già attive o di nuova costituzione, escluse dall'accesso al credito ordinario, quello che solitamente i chiede negli istituti bancari. I tassi di interesse applicati a coloro i quali potranno accedere al prestito, perché di questo si tratta, saranno del 2,5%, ben al di sotto dei tassi correnti, da restituire attraverso rate mensili assolutamente sostenibili. A gestire le richieste che perverranno alla Diocesi sarà il centro d'ascolto della Caritas di Giovinazzo, la sua sede è in via Marco Polo, nel centro storico. L'istruttoria che ne seguirà, sarà poi inviata alle filiali del gruppo "Intesa Sanpaolo". Rispetto al passato, Il prestito non si rivolge soltanto a categorie fragili, rese oggi più vulnerabili dal contesto economico-sociale , come gli over 50 anni espulsi dal sistema produttivo, nuovi italiani, genitori separati o coppie di lavoratori non stabilizzati, ma fissa ulteriori due focus specifici, oggetto di iniziative dedicate. E cioè i progetti di vita e di autoimprenditorialità dei giovani e le imprese "start up".
«Il progetto – si legge in una nota - non ha solo una ricaduta economica. Secondo la ricerca sull'impatto avuto dopo il prestito nei tre anni in cui ha funzionato la versione "2.0", le risposte positive di oltre l'80% degli intervistati sono state sia sull'efficacia del microcredito per sanare la situazione critica, sia, soprattutto, sulla possibilità di ritrovare un equilibrio personale e il clima positivo ritrovato in famiglia dopo il prestito. Un impatto sociale non indifferente».