Presentato il progetto del centro di salute mentale di Molfetta con la squadra Aquile Azzurre
La riabilitazione sociale dentro e fuori dal campo
Molfetta - venerdì 12 aprile 2024
14.29 Comunicato Stampa
Il calcio come sfida per affrontare i problemi di salute mentale dentro e fuori dal campo. La riabilitazione sociale e la lotta allo stigma delle persone con disturbi psichici ruotano anche attorno "al pallone" e il centro di salute mentale Area 1 di Molfetta della ASL di Bari, con i suoi quindici calciatori "speciali" della squadra Aquile Azzurre tesserata con la A.S.D. Virtus Molfetta e inserita nel campionato nazionale paralimpico FIGC, ha reso un servizio di assistenza sanitaria una vera e propria realtà agonistico-sportiva.
Il sodalizio – tra pratica sportiva e struttura psichiatrica pubblica, uno dei pochissimi esempi in Italia – è stato presentato oggi a Bari nel padiglione 110 della Fiera del Levante, in occasione di Expolevante, nell'ambito di un evento di promozione della salute e sensibilizzazione sul tema, a cui hanno partecipato il direttore generale facente funzioni dell'Azienda sanitaria di Bari, Luigi Fruscio, il direttore CSM Area 1 Dipartimento Salute mentale della ASL, Cesario Schiraldi, il Presidente del settore giovanile e scolastico della FIGC Vito Roberto Tisci, e Nicola Spadavecchia, presidente della società Virtus Molfetta.
Durante l'evento è stato sottolineato che non c'è migliore terapia dello sport per favorire l'inclusione e per accogliere le diversità e le fragilità delle persone.
Le attività motorie o più in generale la pratica sportiva si sono inserite col tempo sempre più naturalmente nei contesti di cura e riabilitazione all'interno dei Dipartimenti di Salute Mentale. Sono tanti i benefici per i pazienti: come il miglioramento delle funzioni di attenzione, memoria, umore, pulsioni e motivazione, il benessere fisico in termini di ritmo sonno-veglia, il mantenimento sotto soglia di livelli di stress e dei marker di sindromi metaboliche, la riduzione di utilizzo ed effetti collaterali dei farmaci, ma anche il miglioramento della qualità della vita attraverso il recupero della funzione personale, sociale e civile.
Il Dipartimento di Salute Mentale della ASL con gli anni ha creato numerose opportunità per gli utenti in carico, tessendo fitti network di collaborazione per favorire la nascita di un microcosmo variegato di tornei di pratica calcistica tra cui quelli in collaborazione con la Fondazione Carlo Valente o il campionato Divisione Calcio Paraolimpica Sperimentale (DPCS) della FIGC, per citarne solo alcuni.
Nel Csm di Molfetta una équipe dedicata, formata da psichiatra, psicologo, tecnico della riabilitazione psichiatrica, educatore professionale, e infermiere professionale si occupa dei pazienti utilizzando principalmente le tecniche della Theory of Mind (grado di espressione e comprensione degli stati mentali propri e altrui) e della Cognizione Morale (Decision making emozionale e razionale) che consentono di gestire le componenti emotive e favorire i processi decisionali verso condotte più adeguate e funzionali nel contesto di vita del paziente. Inoltre, mediante un mantenimento o potenziamento delle funzioni cognitive, è possibile aumentare anche i livelli di autostima, autoefficacia percepita e agency. Il valore aggiunto è dato proprio dalla possibilità di raggiungere, attraverso la pratica sportiva, gli obiettivi riabilitativi propri del percorso terapeutico di ciascuna persona, della promozione della cittadinanza attiva e della lotta allo stigma.
Il sodalizio – tra pratica sportiva e struttura psichiatrica pubblica, uno dei pochissimi esempi in Italia – è stato presentato oggi a Bari nel padiglione 110 della Fiera del Levante, in occasione di Expolevante, nell'ambito di un evento di promozione della salute e sensibilizzazione sul tema, a cui hanno partecipato il direttore generale facente funzioni dell'Azienda sanitaria di Bari, Luigi Fruscio, il direttore CSM Area 1 Dipartimento Salute mentale della ASL, Cesario Schiraldi, il Presidente del settore giovanile e scolastico della FIGC Vito Roberto Tisci, e Nicola Spadavecchia, presidente della società Virtus Molfetta.
Durante l'evento è stato sottolineato che non c'è migliore terapia dello sport per favorire l'inclusione e per accogliere le diversità e le fragilità delle persone.
Le attività motorie o più in generale la pratica sportiva si sono inserite col tempo sempre più naturalmente nei contesti di cura e riabilitazione all'interno dei Dipartimenti di Salute Mentale. Sono tanti i benefici per i pazienti: come il miglioramento delle funzioni di attenzione, memoria, umore, pulsioni e motivazione, il benessere fisico in termini di ritmo sonno-veglia, il mantenimento sotto soglia di livelli di stress e dei marker di sindromi metaboliche, la riduzione di utilizzo ed effetti collaterali dei farmaci, ma anche il miglioramento della qualità della vita attraverso il recupero della funzione personale, sociale e civile.
Il Dipartimento di Salute Mentale della ASL con gli anni ha creato numerose opportunità per gli utenti in carico, tessendo fitti network di collaborazione per favorire la nascita di un microcosmo variegato di tornei di pratica calcistica tra cui quelli in collaborazione con la Fondazione Carlo Valente o il campionato Divisione Calcio Paraolimpica Sperimentale (DPCS) della FIGC, per citarne solo alcuni.
Nel Csm di Molfetta una équipe dedicata, formata da psichiatra, psicologo, tecnico della riabilitazione psichiatrica, educatore professionale, e infermiere professionale si occupa dei pazienti utilizzando principalmente le tecniche della Theory of Mind (grado di espressione e comprensione degli stati mentali propri e altrui) e della Cognizione Morale (Decision making emozionale e razionale) che consentono di gestire le componenti emotive e favorire i processi decisionali verso condotte più adeguate e funzionali nel contesto di vita del paziente. Inoltre, mediante un mantenimento o potenziamento delle funzioni cognitive, è possibile aumentare anche i livelli di autostima, autoefficacia percepita e agency. Il valore aggiunto è dato proprio dalla possibilità di raggiungere, attraverso la pratica sportiva, gli obiettivi riabilitativi propri del percorso terapeutico di ciascuna persona, della promozione della cittadinanza attiva e della lotta allo stigma.