Territorio e Ambiente
Presentato il progetto che insegna a tutelare l’ingegno
Molfetta: un ponte verso il futuro
Molfetta - domenica 13 luglio 2014
08.35
Spesso non si tiene presente l'importanza che può rivestire il tutelare il marchio o il brevetto di una invenzione, scoperta scientifica e innovazione, procedimento questo che mette al riparo da copie e contraffazioni. Proprio per questo lo Studio Pisani, lo Studio Ferrario di Roma e lo Studio Amodio di Bari, in partnership si sono uniti per un nuovo sostegno alle imprese e ai professionisti in tema di marchi e brevetti.
Il progetto è stato presentato durante l'incontro "Marchi e brevetti. Ingegno e tutela", tenutosi presso Officine Management Srl alla presenza dei titolari degli studi interessati, del presidente della CCIAA di Bari, dott. Alessandro Ambrosi; dell'ing. Maurizio Sarpi - Senior Studio Ferrario e del professor Gianluigi de Gennaro, molfettese e delegato all'innovazione e trasferimento tecnologico dell'Università degli Studi di Bari.
A coordinare i lavori la dottoressa Maddalena Pisani che ha voluto fortemente che il progetto fosse radicato nel territorio molfettese, dopo Roma, Milano e Firenze.
Si parla di tutela di marchi e brevetti da circa quindici anni; ogni brevetto si differenzia dall'altro e, come viene depositato e registrato, è fondamentale per tutelarlo. Il professor Antonio Scilimati ha sottolineato l'importanza della proprietà intellettuale e come l'Università di Bari sia all'avanguardia in questo settore. Ha poi illustrato il regolamento e la commissione dei brevetti, il dipartimento per la ricerca e i tempi tecnici che occorrono. I brevetti depositati presso l'Università di Bari sono 94 e si riferiscono al settore della chimica, agroalimentare e farmaceutica. Possono essere sfruttati in Italia e all'estero. I titolari degli altri studi hanno rivolto complimenti alla realtà pugliese, che si distingue dalle altre regioni del sud per capacità imprenditoriali e spirito innovativo. Manca però la consapevolezza dell'importanza della cultura del brevetto e del lavorare in sinergia con enti ed istituzioni. I ricercatori spesso non si rendono conto di essere giunti ad un risultato innovativo che va tutelato; questa mancanza è dovuta alla poca conoscenza di strumenti normativi. Ai competitor si lascia un vantaggio e il sistema Italia viene depauperato di un prodotto che ha valenza economica. I brevetti producono ricchezza e lavoro; basti vedere la Cina che è balzata ai primi posti in classifica per detenzione di brevetti superando gli stessi Stati Uniti. Naturalmente per utilizzare i brevetti bisogna pagare, quindi sono considerevoli gli introiti economici. Molfetta, visto il tessuto industriale ed imprenditoriale di cui è formata, potrebbe veramente avvantaggiarsi di questo protocollo di intesa. In caso di violazioni alle normative un unico tribunale europeo, con sede a Budapest, si occuperà e gestirà le varie situazioni. Molfetta e la Puglia per conformazione geografica e livello raggiunto potrebbero essere un trampolino di lancio verso i Balcani; questo quanto sottolineato da tutti gli illustri relatori.
Chi può deve quindi fornire competenze, aiuti e contributi in fatto di professionalità e questo ha spinto i tre studi ad unirsi e ad organizzare una serie di corsi di aggiornamento volti proprio agli imprenditori molfettesi e non solo. Molfetta ha fatto dei passi avanti a riguardo costituendo l'Associazione degli imprenditori che riunisce novanta esponenti della categoria che hanno ubicato le loro aziende nella Zona Industriale e Artigianale di Molfetta. Di ciò era veramente orgogliosa la dottoressa Pisani e del fatto di aver messo insieme ad un tavolo comune il mondo imprenditoriale e quello universitario, obiettivo questo ambizioso. Ma non basta, anche la rete NEMO, che riunisce gli imprenditori della meccanica di precisione di Molfetta, settore leader, sta facendo grandi passi avanti consorziandosi. Ricordato poi come il brevetto prima era costituito dalla manualità, dalla bravura dei maestri d'ascia che imprimevano la loro firma, grazie al loro modo di lavorare. Il dottor Ambrosi ha lamentato invece la poca attenzione della politica verso questo tema che dovrebbe essere regolamentato meglio e a sottolineato, fattore preoccupante, la diminuzione notevole in questo anno della registrazione dei marchi che corrisponde non solo ad una crisi economica, ma anche di creatività e di idee. Bisogna difendere la qualità e i marchi storici italiani.
Anche l'Università barese, come ha riferito il professor de Gennaro, sta investendo molto nel settore conseguendo anche fra i giovani ricercatori brillanti risultati.
Il progetto è stato presentato durante l'incontro "Marchi e brevetti. Ingegno e tutela", tenutosi presso Officine Management Srl alla presenza dei titolari degli studi interessati, del presidente della CCIAA di Bari, dott. Alessandro Ambrosi; dell'ing. Maurizio Sarpi - Senior Studio Ferrario e del professor Gianluigi de Gennaro, molfettese e delegato all'innovazione e trasferimento tecnologico dell'Università degli Studi di Bari.
A coordinare i lavori la dottoressa Maddalena Pisani che ha voluto fortemente che il progetto fosse radicato nel territorio molfettese, dopo Roma, Milano e Firenze.
Si parla di tutela di marchi e brevetti da circa quindici anni; ogni brevetto si differenzia dall'altro e, come viene depositato e registrato, è fondamentale per tutelarlo. Il professor Antonio Scilimati ha sottolineato l'importanza della proprietà intellettuale e come l'Università di Bari sia all'avanguardia in questo settore. Ha poi illustrato il regolamento e la commissione dei brevetti, il dipartimento per la ricerca e i tempi tecnici che occorrono. I brevetti depositati presso l'Università di Bari sono 94 e si riferiscono al settore della chimica, agroalimentare e farmaceutica. Possono essere sfruttati in Italia e all'estero. I titolari degli altri studi hanno rivolto complimenti alla realtà pugliese, che si distingue dalle altre regioni del sud per capacità imprenditoriali e spirito innovativo. Manca però la consapevolezza dell'importanza della cultura del brevetto e del lavorare in sinergia con enti ed istituzioni. I ricercatori spesso non si rendono conto di essere giunti ad un risultato innovativo che va tutelato; questa mancanza è dovuta alla poca conoscenza di strumenti normativi. Ai competitor si lascia un vantaggio e il sistema Italia viene depauperato di un prodotto che ha valenza economica. I brevetti producono ricchezza e lavoro; basti vedere la Cina che è balzata ai primi posti in classifica per detenzione di brevetti superando gli stessi Stati Uniti. Naturalmente per utilizzare i brevetti bisogna pagare, quindi sono considerevoli gli introiti economici. Molfetta, visto il tessuto industriale ed imprenditoriale di cui è formata, potrebbe veramente avvantaggiarsi di questo protocollo di intesa. In caso di violazioni alle normative un unico tribunale europeo, con sede a Budapest, si occuperà e gestirà le varie situazioni. Molfetta e la Puglia per conformazione geografica e livello raggiunto potrebbero essere un trampolino di lancio verso i Balcani; questo quanto sottolineato da tutti gli illustri relatori.
Chi può deve quindi fornire competenze, aiuti e contributi in fatto di professionalità e questo ha spinto i tre studi ad unirsi e ad organizzare una serie di corsi di aggiornamento volti proprio agli imprenditori molfettesi e non solo. Molfetta ha fatto dei passi avanti a riguardo costituendo l'Associazione degli imprenditori che riunisce novanta esponenti della categoria che hanno ubicato le loro aziende nella Zona Industriale e Artigianale di Molfetta. Di ciò era veramente orgogliosa la dottoressa Pisani e del fatto di aver messo insieme ad un tavolo comune il mondo imprenditoriale e quello universitario, obiettivo questo ambizioso. Ma non basta, anche la rete NEMO, che riunisce gli imprenditori della meccanica di precisione di Molfetta, settore leader, sta facendo grandi passi avanti consorziandosi. Ricordato poi come il brevetto prima era costituito dalla manualità, dalla bravura dei maestri d'ascia che imprimevano la loro firma, grazie al loro modo di lavorare. Il dottor Ambrosi ha lamentato invece la poca attenzione della politica verso questo tema che dovrebbe essere regolamentato meglio e a sottolineato, fattore preoccupante, la diminuzione notevole in questo anno della registrazione dei marchi che corrisponde non solo ad una crisi economica, ma anche di creatività e di idee. Bisogna difendere la qualità e i marchi storici italiani.
Anche l'Università barese, come ha riferito il professor de Gennaro, sta investendo molto nel settore conseguendo anche fra i giovani ricercatori brillanti risultati.