Territorio e Ambiente
Premiato il mare della Puglia. Molfetta non c'è.
Legambiente assegna undici premi. Cammino in salita per il nostro mare
Molfetta - martedì 9 giugno 2015
7.51
Il mare della Puglia è sempre più bello e premiato: infatti, sono undici le località che hanno ricevuto la bandiera blu 2015 per la qualità eccellente delle acque di balneazione e l'efficienza della depurazione ma anche per il buon funzionamento della raccolta differenziata, aree pedonali, piste ciclabili, spazi verdi, oltre alla dotazione completa di servizi sulle spiagge.
Insomma, un vero e proprio miraggio per Molfetta che da levante a ponente deve fare i conti con fattori del tutto opposti.
C'è l'acqua che bagna ciò che resta della spiaggia di ciottoli in prossimità di Torre Calderina, ormai sempre più pregna del peso di un depuratore la cui storia e il cui funzionamento non sono di certo impeccabili.
Divieto di balneazione fisso per la Secca dei Pali, il mare della gente semplice e povera del secondo dopoguerra: chissà se anche quest'anno, con l'avanzare della bella stagione, la passeggiata su Viale dei Crociati sarà allietata dall'olezzo di acqua stagnante.
Velo pietoso sulle acque del porto, inquinante dagli scarichi dei pescherecci e delle altre imbarcazioni ma anche da bottiglie, carta e chi più ne ha più ne metta, gettate come se lo specchio in cui si affaccia il Duomo sia una discarica fluida a cielo aperto.
Discorso analogo per la prima parte del Lungomare Colonna dove sempre più spesso è facile scorgere bolle o chiazze d'acqua inquinate e marroni. Sul futuro della Bussola, una delle poche spiagge pubbliche a sopravvivere, si attende di conoscere la decisione di chi di competenza.
Dovrebbe salvarsi ancora la Prima Cala mentre sulla spiaggia di Torre Gavetone ci sarà ancora il divieto di balneazione che sistematicamente non verrà rispettato dai molfettesi che alla loro spiaggia del cuore non vogliono proprio rinunciare.
Il cammino per cercare di raggiungere Margherita di Savoia, Monopoli, Polignano a mare, Fasano, Ostuni, Ginosa, Otranto, Melendugno, Salve e Castro è ancora lungo. Molto lungo.
Insomma, un vero e proprio miraggio per Molfetta che da levante a ponente deve fare i conti con fattori del tutto opposti.
C'è l'acqua che bagna ciò che resta della spiaggia di ciottoli in prossimità di Torre Calderina, ormai sempre più pregna del peso di un depuratore la cui storia e il cui funzionamento non sono di certo impeccabili.
Divieto di balneazione fisso per la Secca dei Pali, il mare della gente semplice e povera del secondo dopoguerra: chissà se anche quest'anno, con l'avanzare della bella stagione, la passeggiata su Viale dei Crociati sarà allietata dall'olezzo di acqua stagnante.
Velo pietoso sulle acque del porto, inquinante dagli scarichi dei pescherecci e delle altre imbarcazioni ma anche da bottiglie, carta e chi più ne ha più ne metta, gettate come se lo specchio in cui si affaccia il Duomo sia una discarica fluida a cielo aperto.
Discorso analogo per la prima parte del Lungomare Colonna dove sempre più spesso è facile scorgere bolle o chiazze d'acqua inquinate e marroni. Sul futuro della Bussola, una delle poche spiagge pubbliche a sopravvivere, si attende di conoscere la decisione di chi di competenza.
Dovrebbe salvarsi ancora la Prima Cala mentre sulla spiaggia di Torre Gavetone ci sarà ancora il divieto di balneazione che sistematicamente non verrà rispettato dai molfettesi che alla loro spiaggia del cuore non vogliono proprio rinunciare.
Il cammino per cercare di raggiungere Margherita di Savoia, Monopoli, Polignano a mare, Fasano, Ostuni, Ginosa, Otranto, Melendugno, Salve e Castro è ancora lungo. Molto lungo.