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Popolazione: Molfetta al minimo negli ultimi 20 anni

Curiosità, cognomi più diffusi e verdetti (infelici) sanciti dalle statistiche demografiche sulla nostra città

Molfetta non cresce, almeno in popolazione.
Questo è l'incofutabile verdetto emesso dai dati del 2016 sull'andamento demografico della nostra città.
I residenti al 31 dicembre 2016 sono 59.623 ovvero il dato più basso da più di 20 anni, segnando un -4.200 abitanti dal 1997 ad oggi, ovvero un -6,5%.

Perche la città non cresce?
Le risposte sono molteplici, ma si ricollegano ad un'unica matrice che ha due effetti importanti in termini demografici: Molfetta non è più una città per giovani e di conseguenza, diminuiscono le nascita ed aumentano i decessi.
Ma Molfetta non attrae più in termini assoluti oramai: il numero di immigrati è il più basso degli ultimi dieci anni, 681 per l'esattezza. Di conseguenza, purtroppo, il numero di emigranti è aumentato rispetto allo scorso anno, toccando 798 unità, terzo dato più rilevante di sempre negli ultimi dieci anni.

Natalità bassa e mortalita alta, quindi: i nuovi molfettesi sono stati nel 2016 solo 439, segnando il dato preoccupantemente più basso degli ultimi 25 anni.
Si mantiene invece cospicuo il numero dei morti, ovvero 573, raggiungendo un triste quarto posto negli ultimi vent'anni.
Il saldo demografico quindi, dato dalla somma dei nati e degli immigrati meno il numero di morti ed il numero di emigrati segna quindi un preoccupante -251 residenti.

Spulciando invece il dato degli stranieri presenti in città, ancora una volta la comunità albanese si conferma la più numerosa, con oltre 600 residenti, cioè l'1% della popolazione totale. Segue poi quella dei romeni con 250 unità circa e poi quella afghana e marocchina. Non mancano però le curiosità: in città, stando ai dati forniti dall'anagrafe, risultano residenti a Molfetta un giapponese, quattro cubani, un australiano ed uno svedese. Nazionalità di certo lontane dalla nostra.
La popolazione straniera a Molfetta mostra però nei numeri la sua importanza: a dispetto della popolazione molfettese, è l'unica fascia che segna un saldo positivo. Dai 453 del 1997, i cittadini non italiani residenti in città sono aumentati di 3 volte, segnando le 1.422 presenze, ovvero sono passati da essere lo 0,71% al 2,38% della popolazione.

Tornando invece a curiosare tra i dati inerenti le età, Molfetta conta la bellezza di 18 ultracentenari, almeno sulla carta. Due di loro infatti risulterebbero avere un'età di oltre 105 anni. È probabile quindi che alcuni siano deceduti in altri Comuni, ed al nostro non sia ancora giunta comunicazione.
Oltre 30.000 molfettesi risultano invece in fascia lavorativa o post studi, (25-65 anni), seguiti poi da quelli in età pensionabile, circa 14.000: insieme rappresentano il 75% della popolazione.
Un dato preoccupantissimo, considerato che solo 13.400 sono i molfettesi "giovani", compresi nella fascia 0-25 anni, con solo 2.800 bambini compresi tra i 0 e 5 anni.
Dati che segnano una forbice allarmante tra nuove e vecchie generazioni. Dati che indicano una società, quella molfettese, tendente ad invecchiare rapidamente.

Concludiamo questa carrellata di dati, con la statistica dei cognomi: al terzo posto, come diffusione, si piazzano gli oltre mille De Candia. Piazza d'onore per i Minervini, che sfondano quota 1.230. Ad aggiudicarsi il primo posto, come cognome più diffuso in città sono i Gadaleta che segnano quasi 1.400 unità.
Ultima piccola curiosità: nel corso di questi ultimi 20 anni, i matrimoni civili sono aumentati esponenzialmente. Se nel 1997 i riti ecclesiastici erano il 91%, ad oggi sono scesi ad un 75%. Segnale che la società sta cambiando. È un segnale però che indica come non solo ci si sposi di meno in chiesa, ma ci si sposa di meno in generale: solo 369 le unioni negli ultimi vent'anni, quarto dato più basso di sempre.

La fotografia di Molfetta che rimane impressa dalla lettura di queste statistiche è quindi quella di una città che invecchia, che deve fare i conti con un forte problema generazionale e che deve assolutamente invertire la rotta, altrimenti rischia di continuare a perdere residenti e quindi ricchezza.
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