
Vita di città
Pokémon Go, è mania anche a Molfetta per lʼapp cattura-mostri
Pokémon Go, tutti pazzi per l’app del momento
Molfetta - martedì 16 agosto 2016
A caccia di Pokémon, dovunque e a ogni ora. Ormai sempre più spesso, negli ultimi giorni, si vedono persone impegnate in strada, nei parchi, in villa e perfino nei pressi delle chiese e del Seminario Vescovile nella ricerca e nella cattura dei vari Pokémon. Tutto ciò è possibile grazie al connubio Gps-fotocamera, perché i Pokémon sono stati divisi per le varie aree geografiche. Quindi sarà più facile trovare un Pokémon d'acqua nelle vicinanze del mare, mentre quelli di terra saranno catturabili in villette e parchi giochi.
Nel giro di qualche anno si è passati dal Game Boy allo smartphone. Gli «allenatori» continuano la caccia a Pikachu. È il piccolo roditore infatti il più famoso dei Pokémon, colui che ha spopolato ovunque. Ora, con l'arrivo sul mercato di Pokémon Go, è finalmente tornato alla ribalta. Con lui, Gengar, che abita il buio, il simpatico Diglett, che vive sottoterra e poi ci sono Bulbasaur, Gastly, Krabby, Magneton, Ponyta, Rattata, Tentacruel, Weedle… Potrebbe presto dare del filo da torcere a Pikachu perfino Magikarp, il pesce rosso e arancio che nessuno vorrebbe allenare solo perché ha un rendimento imbarazzante.
Molti «pokémongomani», per aggiungere alla loro collezione anche un solo mostriciattolo, farebbero di tutto. C'è chi si avventura in luoghi nei quali possono essersi nel frattempo concentrati altri giocatori alla ricerca di una palestra oppure di un pokéstop, luogo di stazionamento per rifornirsi, acquistando le indispensabili sfere (pokéball, megaball, ultraball) per la cattura dei Pokémon; esche varie, alcune deliziosamente profumate, con le quali attirarli; medicamenti per curare i Pokémon feriti (dopo un combattimento); uova da far dischiudere durante il tragitto.
Per quanto riguarda invece, gli effetti provocati sugli «allenatori» (questo il termine con il quale sono indicati nel gioco i vari player) a caccia di Pokémon, la realtà aumentata può diventare un problema, mentre il gioco una «droga». Infatti c'è chi per portare a termine l'impresa di catturare nuovi Pokémon, e per far schiudere le sue uova è disposto a camminare, anche per km. Maratoneti.
Nel giro di qualche anno si è passati dal Game Boy allo smartphone. Gli «allenatori» continuano la caccia a Pikachu. È il piccolo roditore infatti il più famoso dei Pokémon, colui che ha spopolato ovunque. Ora, con l'arrivo sul mercato di Pokémon Go, è finalmente tornato alla ribalta. Con lui, Gengar, che abita il buio, il simpatico Diglett, che vive sottoterra e poi ci sono Bulbasaur, Gastly, Krabby, Magneton, Ponyta, Rattata, Tentacruel, Weedle… Potrebbe presto dare del filo da torcere a Pikachu perfino Magikarp, il pesce rosso e arancio che nessuno vorrebbe allenare solo perché ha un rendimento imbarazzante.
Molti «pokémongomani», per aggiungere alla loro collezione anche un solo mostriciattolo, farebbero di tutto. C'è chi si avventura in luoghi nei quali possono essersi nel frattempo concentrati altri giocatori alla ricerca di una palestra oppure di un pokéstop, luogo di stazionamento per rifornirsi, acquistando le indispensabili sfere (pokéball, megaball, ultraball) per la cattura dei Pokémon; esche varie, alcune deliziosamente profumate, con le quali attirarli; medicamenti per curare i Pokémon feriti (dopo un combattimento); uova da far dischiudere durante il tragitto.
Per quanto riguarda invece, gli effetti provocati sugli «allenatori» (questo il termine con il quale sono indicati nel gioco i vari player) a caccia di Pokémon, la realtà aumentata può diventare un problema, mentre il gioco una «droga». Infatti c'è chi per portare a termine l'impresa di catturare nuovi Pokémon, e per far schiudere le sue uova è disposto a camminare, anche per km. Maratoneti.