"Piume in gabbia", presentato a Molfetta il libro sui disturbi alimentari
L'iniziativa fortemente voluta dalla senatrice Carmela Minuto
Molfetta - sabato 23 febbraio 2019
12.17
I disturbi alimentari, una tematica da affrontare con continuità e soprattutto da portare all'attenzione di tutte le generazioni. E' quanto fatto dalla senatrice Carmela Minuto e dal gruppo delle amiche delle amiche, le quali nel corso della rassegna "Fare due chiacchiere", hanno promosso la presentazione del libro "Piume in gabbia", storie di ragazzi e di disturbi alimentari.
Nella serata di venerdì presso la Vineria San Domenico, la giornalista Beatrice Trogu ha moderato l'incontro con le due autrici del libro, Carmen Nolasco e Dirce Scarpello, alla presenza dello psicologo e psicanalista Raffaele Tupputi e della docente Cinzia Candelmo.
E' una tematica tutta particolare quella narrata in "Piume in gabbia", che unisce due racconti e che, attraverso le vite dei protagonisti, Tania, Anita e Alessandro, mette in luce l'espressione di una profonda, delicata e, spesso, ingestibile sensibilità. Tramite una narrazione mai banale, semplice e diretta, le autrici mostrano due differenti punti di vista,femminile e maschile , svelando cause e possibili conseguenze di un insanabile bisogno di amore, accettazione e riscatto, preponderante nei protagonisti di queste storie ma di certo presente in ciascuno di noi. Il testo, ambientato in Puglia, si pone senza la pretesa di voler interpretare dei fenomeni diffusi come i disturbi alimentari.
«Questi ultimi – ha affermato il dott. Tupputi – non sono dei disturbi dell'appetito. Dietro di essi si cela molto altro: sono malattie dell'amore e dietro il rifiuto del cibo c'è il rifiuto degli altri, intesi come persone». Può in un certo senso la scuola essere sentinella di certi fenomeni?
«Sicuramente si – ha proseguito Cinzia Candelmo, insegnante di lettere presso il Liceo "Fornari – in quanto, nonostante tutto, i ragazzi sono sensibili e molto interessati al fenomeno. Parlando con loro di temi come i disturbi alimentari si percepisce del disagio e a volte una certa confusione sull'argomento. Da qui deriva il compito della scuola e del docente: stimolare la criticità dei ragazzi». Il libro di Nolasco e Scarpello racconta una realtà spesso non compresa dalle famiglie, che non sempre accettano quanto succede ai propri figli, ma tuttavia rappresenta una speranza verso una guarigione possibile e un lieto fine da ricercare nella vita sempre e comunque.
Nella serata di venerdì presso la Vineria San Domenico, la giornalista Beatrice Trogu ha moderato l'incontro con le due autrici del libro, Carmen Nolasco e Dirce Scarpello, alla presenza dello psicologo e psicanalista Raffaele Tupputi e della docente Cinzia Candelmo.
E' una tematica tutta particolare quella narrata in "Piume in gabbia", che unisce due racconti e che, attraverso le vite dei protagonisti, Tania, Anita e Alessandro, mette in luce l'espressione di una profonda, delicata e, spesso, ingestibile sensibilità. Tramite una narrazione mai banale, semplice e diretta, le autrici mostrano due differenti punti di vista,femminile e maschile , svelando cause e possibili conseguenze di un insanabile bisogno di amore, accettazione e riscatto, preponderante nei protagonisti di queste storie ma di certo presente in ciascuno di noi. Il testo, ambientato in Puglia, si pone senza la pretesa di voler interpretare dei fenomeni diffusi come i disturbi alimentari.
«Questi ultimi – ha affermato il dott. Tupputi – non sono dei disturbi dell'appetito. Dietro di essi si cela molto altro: sono malattie dell'amore e dietro il rifiuto del cibo c'è il rifiuto degli altri, intesi come persone». Può in un certo senso la scuola essere sentinella di certi fenomeni?
«Sicuramente si – ha proseguito Cinzia Candelmo, insegnante di lettere presso il Liceo "Fornari – in quanto, nonostante tutto, i ragazzi sono sensibili e molto interessati al fenomeno. Parlando con loro di temi come i disturbi alimentari si percepisce del disagio e a volte una certa confusione sull'argomento. Da qui deriva il compito della scuola e del docente: stimolare la criticità dei ragazzi». Il libro di Nolasco e Scarpello racconta una realtà spesso non compresa dalle famiglie, che non sempre accettano quanto succede ai propri figli, ma tuttavia rappresenta una speranza verso una guarigione possibile e un lieto fine da ricercare nella vita sempre e comunque.