Politica
Piero de Nicolo all'attacco, Paola Natalicchio in difesa
I "guglielmini" e i "renziani" se le danno di santa ragione.
Molfetta - martedì 14 luglio 2015
7.34
Non è bastata al centrosinistra molfettese la prima maxi-scissione di quasi un anno fa capitanata a Nicola Piergiovanni (Sel) e Saverio Patimo (Pd) che ha l'effetto di innalzare un muro tra i due partiti. La miccia è stata accesa in quel momento esattamente dopo l'esito del voto per l'area metropolitana che ha visto entrambi i candidati fuori dal consiglio metropolitano. Sono i paradossi della politica: adesso Piero de Nicolo, segretario del Partito Democratico, spinge al centro del progetto politico locale il Pd e nello stesso momento svuota Sel, cioè il fortino della sinistra di Paola Natalicchio. Il pericolo è il commissariamento, visto che litigano le due anime del centrosinistra, da un lato quella dialogante del Pd e sostenitrice della verifica politico-amministrativa, dall'altro i duri e puri che propugnano lo scontro duro col renzismo di de Nicolo e del Pd.
Da Sel (ora Noi a sinistra per la Puglia) ovviamente non ci stanno ad abbassare la testa e a uscire dalla giunta e quindi tentano di resistere seppur già con un piede fuori. Anche perché tra poco ci sarà l'appuntamento del Consiglio Comunale con il Bilancio di Previsione da approvare ed è chiaro che per i "collaborazionisti" dell'ultim'ora non ci sarà spazio.
Se questo è l'obiettivo, non ci possono essere feeling locali col nemico. Due fronti contrapposti, come avvenne in occasione della scissione post area metropolitana. Del resto è davvero difficile conciliare le bordate a mezzo stampa di Paola Natalicchio contro il Pd e contro Piero de Nicolo.
A riprova che la febbre coinvolge tutto il corpo di centrosinistra, ed è solo la punta dell'iceberg di una conciliazione diplomatica che difficilmente ci sarà. C'è chi già parla di rottura, conseguenza del clima avvelenato all'interno dei due partiti. La mediazione è stata già avviata, ma le speranze sono basse. Il centrosinistra è da tempo diviso in correnti. Tante pedine con posizioni ideologiche diverse, come se la politica fosse solo un gioco di guerra permanente. Un malessere che ha portato allo strappo.
Da Sel (ora Noi a sinistra per la Puglia) ovviamente non ci stanno ad abbassare la testa e a uscire dalla giunta e quindi tentano di resistere seppur già con un piede fuori. Anche perché tra poco ci sarà l'appuntamento del Consiglio Comunale con il Bilancio di Previsione da approvare ed è chiaro che per i "collaborazionisti" dell'ultim'ora non ci sarà spazio.
Se questo è l'obiettivo, non ci possono essere feeling locali col nemico. Due fronti contrapposti, come avvenne in occasione della scissione post area metropolitana. Del resto è davvero difficile conciliare le bordate a mezzo stampa di Paola Natalicchio contro il Pd e contro Piero de Nicolo.
A riprova che la febbre coinvolge tutto il corpo di centrosinistra, ed è solo la punta dell'iceberg di una conciliazione diplomatica che difficilmente ci sarà. C'è chi già parla di rottura, conseguenza del clima avvelenato all'interno dei due partiti. La mediazione è stata già avviata, ma le speranze sono basse. Il centrosinistra è da tempo diviso in correnti. Tante pedine con posizioni ideologiche diverse, come se la politica fosse solo un gioco di guerra permanente. Un malessere che ha portato allo strappo.