Cronaca
Picchia la moglie per mesi. Scattano le indagini e finisce in carcere
L'ha malmenata anche quando era incinta, i Carabinieri hanno applicato il Codice Rosso: nei guai un 23enne
Molfetta - martedì 13 ottobre 2020
L'ennesimo litigio nei confronti della moglie è stato fermato dall'arrivo dei Carabinieri. Un incubo che è finito, in una famiglia di Molfetta, soltanto quando il gip del Tribunale di Trani ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere verso un marito violento, che deve rispondere di maltrattamenti in famiglia.
I militari della Compagnia di Molfetta, diretti dal capitano Francesco Iodice, hanno applicato la legge n. 69 denominata "Codice Rosso", che prevede indagini più veloci per i reati di maltrattamenti, stalking e di violenza sessuale, con provvedimenti celeri e pene severe. Ad occuparsi delle indagini è stato il personale della Sezione Operativa: quando di mezzo si sono messi gli uomini del sottotenente Domenico Mastromauro è tramontata l'epoca dei soprusi.
E per l'uomo (di 23 anni, ma di cui omettiamo il nome a tutela della vittima, anch'essa del posto) è iniziata quella dei problemi. Tutto è nato da un intervento fatto dai militari: sono state le urla della donna - mamma di un figlio di pochi mesi - a spingere i vicini a chiamare il 112 e a chiedere un intervento urgente, temendo situazioni più gravi. Il tempestivo arrivo di una gazzella dell'Arma è servito a mettere la parola fine ad interminabili mesi di violenze domestiche.
È partita quindi la procedura prevista dalla legge del 2019 che ha istituito una corsia preferenziale per i reati contro le donne. Sono stati i Carabinieri a svolgere le indagini, partendo dalla versione della donna che ha ripercorso il suo calvario (all'uomo avrebbe chiesto soldi, ricevendo in cambio solo botte) e ha raccontato di maltrattamenti che si sarebbero protratti per un periodo lungo (meno di un anno) e che non si sarebbero interrotti neanche durante la gravidanza.
Chiuso il cerchio, l'uomo è stato arrestato, accusato di aver picchiato la moglie anche quando era incinta: i militari, i quali hanno raccolto varie prove secondo cui le vessazioni sarebbero andate avanti per lunghi mesi, hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 23enne e lo hanno portato nel carcere di Trani, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. Dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia, un reato che rientra nel "Codice Rosso".
In pratica, a fronte di una situazione di maltrattamenti, è prevista un'accelerazione per l'avvio del procedimento, con una maggiore garanzia di protezione per la vittima e pene più severe, ma soprattutto indagini più veloci, come è accaduto a Molfetta. Nell'iter, insomma, non sono tollerati ritardi.
I militari della Compagnia di Molfetta, diretti dal capitano Francesco Iodice, hanno applicato la legge n. 69 denominata "Codice Rosso", che prevede indagini più veloci per i reati di maltrattamenti, stalking e di violenza sessuale, con provvedimenti celeri e pene severe. Ad occuparsi delle indagini è stato il personale della Sezione Operativa: quando di mezzo si sono messi gli uomini del sottotenente Domenico Mastromauro è tramontata l'epoca dei soprusi.
E per l'uomo (di 23 anni, ma di cui omettiamo il nome a tutela della vittima, anch'essa del posto) è iniziata quella dei problemi. Tutto è nato da un intervento fatto dai militari: sono state le urla della donna - mamma di un figlio di pochi mesi - a spingere i vicini a chiamare il 112 e a chiedere un intervento urgente, temendo situazioni più gravi. Il tempestivo arrivo di una gazzella dell'Arma è servito a mettere la parola fine ad interminabili mesi di violenze domestiche.
È partita quindi la procedura prevista dalla legge del 2019 che ha istituito una corsia preferenziale per i reati contro le donne. Sono stati i Carabinieri a svolgere le indagini, partendo dalla versione della donna che ha ripercorso il suo calvario (all'uomo avrebbe chiesto soldi, ricevendo in cambio solo botte) e ha raccontato di maltrattamenti che si sarebbero protratti per un periodo lungo (meno di un anno) e che non si sarebbero interrotti neanche durante la gravidanza.
Chiuso il cerchio, l'uomo è stato arrestato, accusato di aver picchiato la moglie anche quando era incinta: i militari, i quali hanno raccolto varie prove secondo cui le vessazioni sarebbero andate avanti per lunghi mesi, hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 23enne e lo hanno portato nel carcere di Trani, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. Dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia, un reato che rientra nel "Codice Rosso".
In pratica, a fronte di una situazione di maltrattamenti, è prevista un'accelerazione per l'avvio del procedimento, con una maggiore garanzia di protezione per la vittima e pene più severe, ma soprattutto indagini più veloci, come è accaduto a Molfetta. Nell'iter, insomma, non sono tollerati ritardi.