Vita di città
Piazzetta Giovine e la statua della discordia
Continua la querelle. Adesso intervengono don Franco e “Luce & vita”
Molfetta - venerdì 15 maggio 2015
7.56
Non si placa la polemica sulla statua di Gesù buon pastore, inaugurata qualche settimana fa in piazza Giovine.
Don Franco Sancilio, parroco della parrocchia San Domenico e "Luce & vita", il settimanale diocesano, intervengono. E, seppure non fanno nomi, di fatto, fanno intendere di puntare il dito contro chi ha da subito accentrato la propria attenzione su quanto stava accadendo: il Liberatorio politico.
L'amministrazione Natalicchio concede l'utilizzo gratuito di 16 mq per trenta anni nella piazza, al fine di "implementare l'arredo urbano e il decoro", si legge nel provvedimento.
Ma nessuno prima si era accorto che quello spazio necessitava di essere migliorato? Perché non è stata coinvolta la cittadinanza per decidere sul da farsi?
Sono queste le domande del Liberatorio che chiede al sindaco di annullare la delibera. Ma invano.
Così ecco gli ultimi interventi.
E' prima Luigi Sparapano in un editoriale su "Luce & vita" a intervenire: parla del trattamento riservato ai simboli del cristianesimo che, anche da noi, "vengono considerati come un voler marcare il territorio, imporre una visione", scrive.
Infine, parola a don Franco. Sul giornale parrocchiale "La nostra voce" elogia quanto fatto, "nonostante le varie critiche dei ca(ga)ttocomunisti", scrive, fornisce i nomi di chi ha volontariamente finanziato l'opera.
"La piazzetta è diventata un gioiello della città", è il pensiero del prete.
Ma, su questo punto, ci permetta di dissentire giusto un po'. Almeno sul metodo.
Don Franco Sancilio, parroco della parrocchia San Domenico e "Luce & vita", il settimanale diocesano, intervengono. E, seppure non fanno nomi, di fatto, fanno intendere di puntare il dito contro chi ha da subito accentrato la propria attenzione su quanto stava accadendo: il Liberatorio politico.
L'amministrazione Natalicchio concede l'utilizzo gratuito di 16 mq per trenta anni nella piazza, al fine di "implementare l'arredo urbano e il decoro", si legge nel provvedimento.
Ma nessuno prima si era accorto che quello spazio necessitava di essere migliorato? Perché non è stata coinvolta la cittadinanza per decidere sul da farsi?
Sono queste le domande del Liberatorio che chiede al sindaco di annullare la delibera. Ma invano.
Così ecco gli ultimi interventi.
E' prima Luigi Sparapano in un editoriale su "Luce & vita" a intervenire: parla del trattamento riservato ai simboli del cristianesimo che, anche da noi, "vengono considerati come un voler marcare il territorio, imporre una visione", scrive.
Infine, parola a don Franco. Sul giornale parrocchiale "La nostra voce" elogia quanto fatto, "nonostante le varie critiche dei ca(ga)ttocomunisti", scrive, fornisce i nomi di chi ha volontariamente finanziato l'opera.
"La piazzetta è diventata un gioiello della città", è il pensiero del prete.
Ma, su questo punto, ci permetta di dissentire giusto un po'. Almeno sul metodo.