Cronaca
Petrol Mafie Spa, nuovi arresti: ai domiciliari un 39enne di Molfetta
L'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia rappresenta la prosecuzione delle inchieste Rinascita-Scott e Petrolmafie Spa
Molfetta - giovedì 29 aprile 2021
23.48
I Carabinieri e la Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro nei confronti di 56 indagati: fra gli arrestati il molfettese Felice D'Agostino, 39enne.
Il provvedimento cautelare è stato emesso nell'ambito della manovra di contrasto alla 'ndrangheta unitaria, immediata prosecuzione della attività di indagine portata avanti nella operazione Rinascita, che ha portato, l'8 aprile scorso, nell'ambito dell'operazione congiunta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Napoli, Reggio Calabria e Catanzaro denominata Petrol Mafie Spa, all'esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 15 persone.
I responsabili, fra cui il 39enne, sono indagati, a vario titolo, per i reati di associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti di estorsioni, riciclaggio, reimpiego di denaro d'illecita provenienza in attività economiche, intestazione fittizia di beni, evasione delle imposte e delle accise anche mediante emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, contraffazione ed utilizzazione di documenti di accompagnamento semplificati.
Una serie di delitti aggravati dall'essere stati eseguiti al fine di agevolare le associazioni 'ndranghetistiche attive sul territorio calabrese. Le attività investigative, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro e portate avanti dai R.O.S. dei Carabinieri e dalla componente specialistica in materia di accise del Nucleo di Polizia Economico-Finanziario della Guardia di Finanza di Catanzaro, hanno chiuso il cerchio sul clan Mancuso di Limbadi, in Calabria.
In particolar modo sulle attività illecite di interesse dell'associazione di stampo mafioso attiva in Calabria, nell'ambito del remunerativo commercio fraudolento di prodotti petroliferi, colpendo gli assetti organizzativi e logistici del sodalizio. I beni, già sottoposti a sequestro di urgenza, sono stati sequestrati nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Salerno, Verona, Catania, Palermo, Messina, Ragusa, Siracusa e di Caltanissetta. Non in Puglia.
Tutti sono riconducibili a società di capitali e a ditte individuali operanti nel settore del commercio di carburanti e dei trasporti. Infine, a seguito di convalida, da parte del giudice per le indagini preliminari, del provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica, sono stati affidati agli amministratori giudiziari.
Il provvedimento cautelare è stato emesso nell'ambito della manovra di contrasto alla 'ndrangheta unitaria, immediata prosecuzione della attività di indagine portata avanti nella operazione Rinascita, che ha portato, l'8 aprile scorso, nell'ambito dell'operazione congiunta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Napoli, Reggio Calabria e Catanzaro denominata Petrol Mafie Spa, all'esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 15 persone.
I responsabili, fra cui il 39enne, sono indagati, a vario titolo, per i reati di associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti di estorsioni, riciclaggio, reimpiego di denaro d'illecita provenienza in attività economiche, intestazione fittizia di beni, evasione delle imposte e delle accise anche mediante emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, contraffazione ed utilizzazione di documenti di accompagnamento semplificati.
Una serie di delitti aggravati dall'essere stati eseguiti al fine di agevolare le associazioni 'ndranghetistiche attive sul territorio calabrese. Le attività investigative, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro e portate avanti dai R.O.S. dei Carabinieri e dalla componente specialistica in materia di accise del Nucleo di Polizia Economico-Finanziario della Guardia di Finanza di Catanzaro, hanno chiuso il cerchio sul clan Mancuso di Limbadi, in Calabria.
In particolar modo sulle attività illecite di interesse dell'associazione di stampo mafioso attiva in Calabria, nell'ambito del remunerativo commercio fraudolento di prodotti petroliferi, colpendo gli assetti organizzativi e logistici del sodalizio. I beni, già sottoposti a sequestro di urgenza, sono stati sequestrati nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Salerno, Verona, Catania, Palermo, Messina, Ragusa, Siracusa e di Caltanissetta. Non in Puglia.
Tutti sono riconducibili a società di capitali e a ditte individuali operanti nel settore del commercio di carburanti e dei trasporti. Infine, a seguito di convalida, da parte del giudice per le indagini preliminari, del provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica, sono stati affidati agli amministratori giudiziari.