Per i cantieri navali è la fine di un incubo: i pescherecci "tirano a secco" di nuovo a Molfetta
Dopo la brutta vicenda giudiziaria, a spiaggia Maddalena si riprende a lavorare
Molfetta - venerdì 21 luglio 2017
Il mese scorso l'ok dalla Procura: i cantieri navali sono finalmente a norma e sicuri. Adesso la luce in fondo a un tunnel nerissimo durato ben oltre un anno: presso spiaggia Maddalena si può tornare a lavorare.
Da qualche giorno, infatti, alcuni pescherecci sono stati tirati a secco presso i cantieri.
Insomma, i maestri d'ascia "allo scalo" ci sono e riprendono così il loro operato quotidiano, figlio di una tradizione che Molfetta ha seriamente rischiato di perdere completamente, e che consentirà di provvedere anche alla manutenzione degli scafi e alla costruzione di nuovi.
Nei mesi scorsi tutto il settore aveva avuto serie difficoltà. Durante l'inverno parecchi armatori avevano provveduto alla manutenzione dei pescherecci presso cantieri navali di altre città, con alcuni costretti anche a "tirare a secco" fuori regione, con conseguente aggravio di spese.
Il 26 giugno 2016 l'area fu sottoposta a sequestro preventivo: nel corso dell'ispezione condotta dalla Guardia di Finanza e dai Funzionari del Servizio di Igiene e Sanità pubblica dell'area nord - SPESAL - dell'Asl Bari, coordinati dalla competente Procura di Trani, fu riscontrato che le aree esterne e le attrezzature non erano conformi alla legge mentre alcune ditte non erano dotate di allaccio alla rete idrica e fognaria; anche lo stato delle strutture era fatiscente.
Di lì un lungo iter che si è concluso il 28 giugno con il dissequestro, arrivato grazie a mesi di tavoli tecnici e progetti portati avanti presso le competenti autorità dallo studio legale dell'Avvocato Francesco Armenio con il supporto tecnico dell'Ingegner Domenico Mastropierro.
Da qualche giorno, infatti, alcuni pescherecci sono stati tirati a secco presso i cantieri.
Insomma, i maestri d'ascia "allo scalo" ci sono e riprendono così il loro operato quotidiano, figlio di una tradizione che Molfetta ha seriamente rischiato di perdere completamente, e che consentirà di provvedere anche alla manutenzione degli scafi e alla costruzione di nuovi.
Nei mesi scorsi tutto il settore aveva avuto serie difficoltà. Durante l'inverno parecchi armatori avevano provveduto alla manutenzione dei pescherecci presso cantieri navali di altre città, con alcuni costretti anche a "tirare a secco" fuori regione, con conseguente aggravio di spese.
Il 26 giugno 2016 l'area fu sottoposta a sequestro preventivo: nel corso dell'ispezione condotta dalla Guardia di Finanza e dai Funzionari del Servizio di Igiene e Sanità pubblica dell'area nord - SPESAL - dell'Asl Bari, coordinati dalla competente Procura di Trani, fu riscontrato che le aree esterne e le attrezzature non erano conformi alla legge mentre alcune ditte non erano dotate di allaccio alla rete idrica e fognaria; anche lo stato delle strutture era fatiscente.
Di lì un lungo iter che si è concluso il 28 giugno con il dissequestro, arrivato grazie a mesi di tavoli tecnici e progetti portati avanti presso le competenti autorità dallo studio legale dell'Avvocato Francesco Armenio con il supporto tecnico dell'Ingegner Domenico Mastropierro.