Politica
PD Molfetta: «Non condividiamo la scelta di abbattere i pini in via Don Minzoni»
La nota: «Avanziamo due proposte all'amministrazione per un'inversione di tendenza»
Molfetta - venerdì 5 aprile 2024
Anche la sezione locale del Partito Democratico si è espressa in merito ai lavori avviati dall'amministrazione comunale in via Don Minzoni:
"L'area di cui stiamo parlando aveva indubbiamente bisogno di un progetto di riqualificazione e di sistemazione complessivo, anche per evitare i danni e i disagi che questi alberi ad alto fusto avevano creato a causa delle loro radici o della loro crescita irregolare. I residenti di questo quartiere chiedevano giustamente da anni un intervento che garantisse sicurezza e fruibilità della zona. Ma la soluzione radicale adottata che comporta l'abbattimento di tutti gli alberi esistenti non è certamente la migliore e non è stata neanche confrontata con ipotesi tecniche alternative che potevano essere realizzate per contemperare i diversi interessi in gioco, coinvolgendo i cittadini e gli abitanti del quartiere in un processo di partecipazione finalizzato ad ascoltare il parere di tutti, per poi assumere la decisione più giusta".
"Perché l'abbattimento di un piccolo polmone verde nella nostra città è una grave sconfitta per tutta Molfetta che, tra l'altro, va in radicale controtendenza rispetto alla necessità, avvertita ormai in tutto il mondo, di aumentare le aree alberate nelle aree urbane per contrastare il cambiamento climatico in corso e per garantire zone ombreggiate e più fresche in occasione delle estati torride che ormai siamo abituati ad affrontare. Questo abbattimento, quindi, è un grave errore che, ormai, è stato compiuto e contro il quale non possiamo che esprimere tutto il nostro disappunto".
"Ma non possiamo fermarci solo alla protesta e per questo il Partito Democratico avanza all'amministrazione comunale due proposte per segnare un'inversione di tendenza. Innanzitutto proponiamo di individuare subito, insieme, un'area della città dove piantare almeno il doppio degli alberi abbattuti. Almeno 130 alberi ad alto fusto in grado di garantire ampie zone d'ombra da impiantare in un'area a ridosso del centro cittadino, in modo da contribuire a contrastare l'inquinamento e, in estate, il caldo afoso, contribuendo a migliorare la qualità dell'aria che respiriamo".
"La nostra seconda proposta è quella di dare piena attuazione, a Molfetta, alla Legge n. 113 del 1992 che prevede l'obbligo, per i Comuni al di sopra dei 15.000 abitanti, di piantare un albero sul territorio comunale per ogni nuovo nato iscritto all'anagrafe cittadina e per ciascun minore adottato. Si tratterebbe di un gesto dal forte valore simbolico (un albero per ogni nuova vita che viene alla luce) che avrebbe l'obiettivo di contribuire in modo concreto al miglioramento della vivibilità a Molfetta. Dagli ultimi dati disponibili, emerge che nel solo 2022 sono nati, nella nostra città, ben 372 bambini. Se per ciascuno di loro fosse stato piantato un albero, come prevede una legge largamente inattuata, la nostra città sarebbe certamente un posto migliore".
"Dopo l'abbattimento degli alberi in Via Don Minzoni, è giunto il momento di farlo. Forse solo allora il sacrificio di questi 66 pini potrebbe aver avuto un senso".
"L'area di cui stiamo parlando aveva indubbiamente bisogno di un progetto di riqualificazione e di sistemazione complessivo, anche per evitare i danni e i disagi che questi alberi ad alto fusto avevano creato a causa delle loro radici o della loro crescita irregolare. I residenti di questo quartiere chiedevano giustamente da anni un intervento che garantisse sicurezza e fruibilità della zona. Ma la soluzione radicale adottata che comporta l'abbattimento di tutti gli alberi esistenti non è certamente la migliore e non è stata neanche confrontata con ipotesi tecniche alternative che potevano essere realizzate per contemperare i diversi interessi in gioco, coinvolgendo i cittadini e gli abitanti del quartiere in un processo di partecipazione finalizzato ad ascoltare il parere di tutti, per poi assumere la decisione più giusta".
"Perché l'abbattimento di un piccolo polmone verde nella nostra città è una grave sconfitta per tutta Molfetta che, tra l'altro, va in radicale controtendenza rispetto alla necessità, avvertita ormai in tutto il mondo, di aumentare le aree alberate nelle aree urbane per contrastare il cambiamento climatico in corso e per garantire zone ombreggiate e più fresche in occasione delle estati torride che ormai siamo abituati ad affrontare. Questo abbattimento, quindi, è un grave errore che, ormai, è stato compiuto e contro il quale non possiamo che esprimere tutto il nostro disappunto".
"Ma non possiamo fermarci solo alla protesta e per questo il Partito Democratico avanza all'amministrazione comunale due proposte per segnare un'inversione di tendenza. Innanzitutto proponiamo di individuare subito, insieme, un'area della città dove piantare almeno il doppio degli alberi abbattuti. Almeno 130 alberi ad alto fusto in grado di garantire ampie zone d'ombra da impiantare in un'area a ridosso del centro cittadino, in modo da contribuire a contrastare l'inquinamento e, in estate, il caldo afoso, contribuendo a migliorare la qualità dell'aria che respiriamo".
"La nostra seconda proposta è quella di dare piena attuazione, a Molfetta, alla Legge n. 113 del 1992 che prevede l'obbligo, per i Comuni al di sopra dei 15.000 abitanti, di piantare un albero sul territorio comunale per ogni nuovo nato iscritto all'anagrafe cittadina e per ciascun minore adottato. Si tratterebbe di un gesto dal forte valore simbolico (un albero per ogni nuova vita che viene alla luce) che avrebbe l'obiettivo di contribuire in modo concreto al miglioramento della vivibilità a Molfetta. Dagli ultimi dati disponibili, emerge che nel solo 2022 sono nati, nella nostra città, ben 372 bambini. Se per ciascuno di loro fosse stato piantato un albero, come prevede una legge largamente inattuata, la nostra città sarebbe certamente un posto migliore".
"Dopo l'abbattimento degli alberi in Via Don Minzoni, è giunto il momento di farlo. Forse solo allora il sacrificio di questi 66 pini potrebbe aver avuto un senso".