Mariano Caputo
Mariano Caputo
Politica

Patto di stabilità, i commenti del centrodestra

Saldi misti di cassa e di competenza: i debiti reali del comune

Antonello Pisani
Sono state giornate concitate per l'attestazione del rispetto del patto di stabilità 2013 per il comune di Molfetta. Il comunicato-video del sindaco Paola Natalicchio e la dichiarazione allegata è stato l'unico spiffero della maggioranza che sembra aver le bocche cucite, almeno fino ad oggi.
Sono, invece, intervenuti alcuni esponenti della minoranza per ravvivare un dibattito politico quasi sopito. Il boccone amaro sembrava essere stato deglutito in silenzio, tant'è che i cittadini poco sapevano e sanno del reale rischio che Molfetta corre nel caso in cui sia definitivamente certificato lo sforamento del patto di stabilità.

Durissimo il comunicato stampa di Molfetta Futura che non solo punta il dito contro l'amministrazione Natalicchio, ma cerca di spiegare proprie loquendo la vicenda economico-finanziaria che sta coinvolgendo Molfetta.
«La giunta Azzollini, ratificava nel Consiglio Comunale di settembre 2011, che l'importo dei 33 milioni di euro del mutuo per la costruzione del nuovo porto sarebbe stato contabilizzato dal Titolo V (debiti del bilancio) al Titolo IV (trasferimenti). Procedura corretta perché prevista dalla legge - spiega Molfetta Futura -. Il 6 dicembre 2013 Il Comune di Molfetta riceve una nota del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, con allegata nota del Ministero dell'Interno, dove invita il Comune di Molfetta "a voler trasmettere nuove certificazioni relative al vincolo del Patto di Stabilità interno" a partire dal 2011, considerando le spese del porto al titolo V- (debiti del bilancio). È evidente che il Ministero ha ritenuto di cambiare le regole di bilancio, e non certo "Azzollini". Il Comune ha deciso autonomamente di contabilizzare il mutuo al Titolo IV- trasferimenti».
Se i ministeri dovessero confermare che il mutuo avrebbe dovuto essere contabilizzato al Titolo V, aggiunge il comunicato del partito molfettese, «avremmo un saldo negativo di oltre 3 milioni di euro, sforando i vincoli stabiliti dal patto di stabilità».

Perplessità sono, però, emerse nella gestione della situazione, come sottolineato da Antonello Pisani, consigliere comunale di centrodestra (Siamo Molfetta). «Se l'Amministrazione aveva dubbi già ad agosto 2013 su alcuni aspetti che riguardavano anche il bilancio 2012, perché non ne ha parlato alla città nella famosa conferenza stampa dell'11 settembre 2013 che aveva ad oggetto proprio il consuntivo 2012? Come mai nulla si è detto nel Consiglio Comunale con cui si approvò quel consuntivo? Invece di raccontare alla città i favolistici debiti fuori bilancio perché non si è parlato delle problematiche potenziali che quelle poste di bilancio potevano creare? - si chiede il consigliere Pisani -. Perché dopo la lettera del MEF del 6 dicembre 2013 nulla si è detto alla città? Il famoso principio della trasparenza a cui questa Amministrazione fa spesso ricorso nelle sue oratorie come mai non è venuto fuori da subito su questa vicenda?».

A prescindere dal rimpallo di accuse tra esponenti politici di fazioni diverse (tra chi dimentica i maquillage economico-finanziari degli ultimi anni e chi, di contro, ha attualizzato le spese solo per fucilare mediaticamente i propri avversari-nemici politici, commettendo anche un clamoroso autogol), è opportuno capire quali sono le caratteristiche dell'attuale patto di stabilità.
Il patto è oggi regolato dai "saldi misti di cassa e di competenza", ovvero una competenza giuridica per la parte corrente (entrate accertate e materialmente non incassate) e di cassa per il conto capitale che, a sua volta, dal lato delle uscite, corrisponde in massima parte agli investimenti in opere pubbliche.
Il vincolo di cassa genera spesso un accumulo di residui passivi (somme impegnate e non erogate), in particolare opere pubbliche già finanziate, avviate o addirittura completate che, però, non possono essere liquidate.
Tra l'altro, l'indebitamento (una delle due principali fonti di finanziamento degli investimenti pubblici), non è conteggiato tra le entrate rilevanti per il computo del saldo del patto: perciò, queste somme non possono essere erogate a meno di un peggioramento del saldo. In sostanza, è come se un consumatore acquistasse dal supermercato una serie di beni di prima necessità, ma, essendo a dieta, non potesse mangiarne più di una risicata quantità.

Molti Comuni italiani hanno riscontrato in questi anni molteplici difficoltà nell'eseguire i pagamenti, pur avendo i soldi disponibili, per non sbilanciare la cassa e sforare il patto. Ecco perché la precedente amministrazione, con l'approvazione del Ministero e della Corte dei Conti, aveva allocato le somme dei finanziamenti dello Stato per la costruzione del nuovo porto al Titolo IV («Trasferimenti»).
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