Comunicati stampa
Passaggio via Margherita di Savoia, non luogo a procedere per l'ing Balducci
Il GUP di Trani ha emesso sentenza di non procedimento perché il fatto non sussiste
Molfetta - mercoledì 18 gennaio 2017
20.21
All'udienza preliminare del 10 gennaio 2017, avanti il GUP presso il Tribunale di Trani dr.ssa Angela Schiralli, si è concluso il secondo processo a carico dell'ing. Vincenzo Balducci, già dirigente "ad interim" del settore territorio del Comune di Molfetta, relativo alla vicenda legata al passaggio pedonale tra via Margherita di Savoia, 106 e Via Paniscotti.
Con una sentenza di non doversi procedere nei suoi confronti, essendo stato già giudicato sul medesimo fatto con sentenza della Corte di Appello di Bari, seconda sezione penale, del 17 ottobre 2016, di assoluzione perché il fatto non sussiste.
Il Giudice dunque ha riconosciuto che erroneamente ed illegittimamente era stato incardinato e proseguito a carico dell' ing. Balducci un secondo processo (n.7451/2011 RGPM) avente lo stesso oggetto dell'altro (n. 5583/2012 RGPM) già pervenuto a definizione.
Ancora una volta si erano costituiti parti civili nei confronti dell' ing. Balducci sia il Comune di Molfetta (delibera n. 116 del 21 maggio 2015 di costituzione in giudizio della giunta Natalicchio) sia i coniugi Palazzo-Corrieri, i quali anche in questa occasione risultavano denunzianti e presunte persone offese.
In realtà il Giudice penale è venuto unicamente a ribadire quanto avevano sul tema già affermato i giudici civile (Corte Appello Bari 3^ Sez. - Sentenza n. 703 del 29/4/2015) ed amministrativo (TAR Puglia – Sentenza n. 1250 del 9 /7/2015) e cioè che la galleria di collegamento tra Via Paniscotti e via Margherita di Savoia, è di proprietà privata e che la stessa non è soggetta a servitù di uso pubblico. Sicché le certificazioni in tal senso a più riprese rilasciate dall'ing. Balducci erano corrette e legittime.
Sono stati, dunque, necessari più processi, celebrati avanti a Giudici diversi e anche in gradi diversi di giudizio, per accertare in via definitiva che l'ing. Balducci aveva dichiarato il vero e non aveva commesso alcun abuso di ufficio finalizzato a favorire altri. Laddove infondate e pretestuose erano le censure mosse a suo carico sempre dagli stessi soggetti privati, che si ritenevano danneggiati, avallati e sostenuti dalla stessa Amministrazione comunale Natalicchio.
Con una sentenza di non doversi procedere nei suoi confronti, essendo stato già giudicato sul medesimo fatto con sentenza della Corte di Appello di Bari, seconda sezione penale, del 17 ottobre 2016, di assoluzione perché il fatto non sussiste.
Il Giudice dunque ha riconosciuto che erroneamente ed illegittimamente era stato incardinato e proseguito a carico dell' ing. Balducci un secondo processo (n.7451/2011 RGPM) avente lo stesso oggetto dell'altro (n. 5583/2012 RGPM) già pervenuto a definizione.
Ancora una volta si erano costituiti parti civili nei confronti dell' ing. Balducci sia il Comune di Molfetta (delibera n. 116 del 21 maggio 2015 di costituzione in giudizio della giunta Natalicchio) sia i coniugi Palazzo-Corrieri, i quali anche in questa occasione risultavano denunzianti e presunte persone offese.
In realtà il Giudice penale è venuto unicamente a ribadire quanto avevano sul tema già affermato i giudici civile (Corte Appello Bari 3^ Sez. - Sentenza n. 703 del 29/4/2015) ed amministrativo (TAR Puglia – Sentenza n. 1250 del 9 /7/2015) e cioè che la galleria di collegamento tra Via Paniscotti e via Margherita di Savoia, è di proprietà privata e che la stessa non è soggetta a servitù di uso pubblico. Sicché le certificazioni in tal senso a più riprese rilasciate dall'ing. Balducci erano corrette e legittime.
Sono stati, dunque, necessari più processi, celebrati avanti a Giudici diversi e anche in gradi diversi di giudizio, per accertare in via definitiva che l'ing. Balducci aveva dichiarato il vero e non aveva commesso alcun abuso di ufficio finalizzato a favorire altri. Laddove infondate e pretestuose erano le censure mosse a suo carico sempre dagli stessi soggetti privati, che si ritenevano danneggiati, avallati e sostenuti dalla stessa Amministrazione comunale Natalicchio.