Politica
Partiti verso le elezioni più frammentati che mai
No alla coalizione del 2013, si alle alleanze, incoraggiate dall’annunciata scesa in campo di Minervini
Molfetta - martedì 21 marzo 2017
11.12
I compagni di strada, si diceva un tempo. Trasformati, poi, in satelliti o peggio. Frazionati, scissi. Spazzati via dallo spirito dei tempi, dai partiti a vocazione identitaria, a vantaggio dei listoni pigliatutto senza alleati di fronte agli elettori. Partiti in corsa da soli, guidati da un leader solo al comando.
E ora, invece, ritornano le coalizioni, le alleanze, incoraggiate dall'annunciato ritorno di Tommaso Minervini. Scissioni, vere o minacciate, scomposizioni, frammentazioni: un sistema politico a coriandoli. I partiti si sbriciolano come il pane in attesa di trovare una quadra sul nome del candidato sindaco. E più di tutti si spezza, naturalmente la sinistra. C'è il campo riformista rilanciato da Roberto la Grasta e Nicola Piergiovanni, con l'obiettivo di recuperare un pezzo di elettorato che non si identifica con la storica l'alleanza di centrosinistra composta da Sinistra italiana, DèP, Linea Diritta e Rifondazione Comunista con una gamba moderata, legata alla coalizione minerviniana.
In direzione uguale e contraria soffia la corrente interna del Pd che si è schierata sin dall'inizio con la coalizione del 2013. E qui l'iniziativa di Pietro Capurso non solo potrebbe non coincidere, ma addirittura entrare in rotta di collisione con il movimento centrifugo delle minoranze piddine. Perché Capurso ha optato per il sì ma verso l'ex sinistra natalicchiana, la Grasta e Piergiovanni hanno optato per il no a tale soluzione, e ciò può bastare per definire il caos. Per questo la prossima settimana (molto probabilmente martedì) ci sarà un'assemblea degli iscritti dem utile a sbrogliare la matassa e a creare un unico filo conduttore con Tommaso Minervini chiudendo di fatto ogni altro margine di trattativa con la sinistra 2013.
Finito? No, perché a sinistra il catalogo delle schegge è lungo. C'è Sinistra italiana, gli ex Sel di Nichi Vendola più i fuoriusciti del Pd come gli iscritti di DèP, che dovranno fare le barricate per evitare che la tentazione di proporre un proprio candidato trascini via quadri, tesserati e simpatizzanti. Nella giornata di domani ci sarà infatti l'ennesimo tavolo delle quattro forze politiche di sinistra dove ognuno proporrà i nomi dei candidati, con Si chiamata già stasera a scegliere il proprio candidato in assemblea. Tra i nomi spicca quello di Gano Cataldo, candidato nel 2014 al Parlamento Europeo con L'Altra Europa con Tsipras e quello dell'ex vice sindaco Bepi Maralfa sponsorizzato da Paola Natalicchio che con la candidatura di Cataldo rischierebbe in caso di espressione di un solo consigliere comunale di opposizione, di non essere eletta anche solo consigliera comunale. In caso contrario, proprio l'ex vice sindaco del Movimento Linea Diritta Bepi Maralfa e il suo gruppo, potrebbero però decidere di correre da soli.
In ogni angolo della sinistra la leadership è messa in discussione e contestata. Dalla sinistra stessa, naturalmente. Sempre che, alla fine, Pd, Si, DèP, RC e Linea Diritta non si rassegnino all'idea che è necessario allearsi con qualcuno per cercare di raggiungere il ballottaggio.
E ora, invece, ritornano le coalizioni, le alleanze, incoraggiate dall'annunciato ritorno di Tommaso Minervini. Scissioni, vere o minacciate, scomposizioni, frammentazioni: un sistema politico a coriandoli. I partiti si sbriciolano come il pane in attesa di trovare una quadra sul nome del candidato sindaco. E più di tutti si spezza, naturalmente la sinistra. C'è il campo riformista rilanciato da Roberto la Grasta e Nicola Piergiovanni, con l'obiettivo di recuperare un pezzo di elettorato che non si identifica con la storica l'alleanza di centrosinistra composta da Sinistra italiana, DèP, Linea Diritta e Rifondazione Comunista con una gamba moderata, legata alla coalizione minerviniana.
In direzione uguale e contraria soffia la corrente interna del Pd che si è schierata sin dall'inizio con la coalizione del 2013. E qui l'iniziativa di Pietro Capurso non solo potrebbe non coincidere, ma addirittura entrare in rotta di collisione con il movimento centrifugo delle minoranze piddine. Perché Capurso ha optato per il sì ma verso l'ex sinistra natalicchiana, la Grasta e Piergiovanni hanno optato per il no a tale soluzione, e ciò può bastare per definire il caos. Per questo la prossima settimana (molto probabilmente martedì) ci sarà un'assemblea degli iscritti dem utile a sbrogliare la matassa e a creare un unico filo conduttore con Tommaso Minervini chiudendo di fatto ogni altro margine di trattativa con la sinistra 2013.
Finito? No, perché a sinistra il catalogo delle schegge è lungo. C'è Sinistra italiana, gli ex Sel di Nichi Vendola più i fuoriusciti del Pd come gli iscritti di DèP, che dovranno fare le barricate per evitare che la tentazione di proporre un proprio candidato trascini via quadri, tesserati e simpatizzanti. Nella giornata di domani ci sarà infatti l'ennesimo tavolo delle quattro forze politiche di sinistra dove ognuno proporrà i nomi dei candidati, con Si chiamata già stasera a scegliere il proprio candidato in assemblea. Tra i nomi spicca quello di Gano Cataldo, candidato nel 2014 al Parlamento Europeo con L'Altra Europa con Tsipras e quello dell'ex vice sindaco Bepi Maralfa sponsorizzato da Paola Natalicchio che con la candidatura di Cataldo rischierebbe in caso di espressione di un solo consigliere comunale di opposizione, di non essere eletta anche solo consigliera comunale. In caso contrario, proprio l'ex vice sindaco del Movimento Linea Diritta Bepi Maralfa e il suo gruppo, potrebbero però decidere di correre da soli.
In ogni angolo della sinistra la leadership è messa in discussione e contestata. Dalla sinistra stessa, naturalmente. Sempre che, alla fine, Pd, Si, DèP, RC e Linea Diritta non si rassegnino all'idea che è necessario allearsi con qualcuno per cercare di raggiungere il ballottaggio.