
Paola Natalicchio sulla nuova bufera politica a Molfetta: «Fuori i mercanti dalla nostra città»
Tra il 2013 e il 2018, prima da sindaca e poi da consigliera comunale, è stata al centro della politica locale
Molfetta - venerdì 25 aprile 2025
10.20
Tra il 2013 e il 2018, prima da sindaca e poi da consigliera comunale, Paola Natalicchio è stata al centro della politica a Molfetta. In seguito alle notizie emerse ieri, l'ex prima cittadina ha dedicato alcune riflessioni sui social rispetto al difficile momento politico attuale: "Ho sempre servito Molfetta con una passione che nella mia vita non ho dedicato quasi a nient'altro. L'ho fatto insieme a persone formidabili: assessori, consiglieri comunali, cittadini attivi, compagni e compagne di strada che sono rimasti un patrimonio personale impagabile".
"Servire Molfetta ha avuto, nella mia vita, un costo altissimo, in termini professionali e personali. Eppure non ho conosciuto, in 46 anni, un privilegio più grande di quei 1000 giorni da sindaca dalla città in cui sono nata e cresciuta e diventata quella che sono. Da tempo, sono tornata al mio lavoro di giornalista e autrice televisiva e vivo tra Roma e Milano. Ma stamattina sono qui, nell'unico posto che ancora oggi riesco a chiamare "casa", davanti al nostro mare, in mezzo ai nostri ulivi, in una giornata di sole che promette l'estate".
"E invece scoppia di nuovo l'inverno sulla politica locale. L'inverno sulla casa comunale. Una nuova puntata delle inchieste sull'amministrazione a cura della Procura di Trani riapre la botola in cui abbiamo deciso da troppi anni di nascondere le verità che, al di là della Magistratura, tutti conosciamo da sempre: l'intreccio balordo tra affari e cosa pubblica, la consolidata logica secondo cui, in nome del "fare", tutto è lecito. "Accelerare lo sviluppo, sbloccare i cantieri, aiutare le economie locali": quante volte, da sindaca, ho sentito queste parole? "Troppo rigida, troppo intransigente. Con te non si può ragionare": quante volte questo rimprovero mi è arrivato addosso, da ogni dove?".
"Non posso pensare, cara Molfetta, che tu stia davvero cadendo dal pero. Non posso pensare che in questi anni in cui il sindaco Tommaso Minervini è stato eletto due volte (la prima anche con il sostegno di partiti della mia maggioranza) nessuno sapesse davvero verso che scelta si stesse andando, qual era davvero l'idea di città che si celava dietro la proposta politica della maggioranza. Le notizie dei giornali mi fanno male. Ma mi ha fatto male molto di più, dal 2016 a oggi, la grande resa collettiva alla "politica del compromesso" che ci ha portato, inesorabilmente, fino a qui. Una resa che era iniziata (che vi piaccia o no sentirlo) prima delle mie dimissioni e su cui adesso spero che si possa finalmente ragionare, anche pubblicamente, per distribuire se permettete i torti e le ragioni e per riscrivere il futuro a partire da un po' di giustizia anche sul passato".
"I processi faranno il loro corso e il sindaco, i dirigenti, i funzionari, l'imprenditore coinvolti avranno modo di chiarire le loro posizioni, come è giusto che sia e come prevede la nostra Costituzione. Sono certa che finalmente arriverà il tempo delle dimissioni del primo cittadino (sarebbe sconvolgente il contrario) e di un nuovo voto, libero e democratico. Spero davvero, però, che la città, la mia stupenda città, incredibilmente piena di storia, bellezza e risorse, ritrovi l'amor proprio, la sua etica profonda, la sua coscienza, la sua integrità e la sua anima. E sappia ripartire, ancora una volta, dai fondamentali. Uno su tutti: fuori i mercanti dal tempio della politica. Fuori, una volta per tutte, i mercanti dalla nostra Molfetta".
"Servire Molfetta ha avuto, nella mia vita, un costo altissimo, in termini professionali e personali. Eppure non ho conosciuto, in 46 anni, un privilegio più grande di quei 1000 giorni da sindaca dalla città in cui sono nata e cresciuta e diventata quella che sono. Da tempo, sono tornata al mio lavoro di giornalista e autrice televisiva e vivo tra Roma e Milano. Ma stamattina sono qui, nell'unico posto che ancora oggi riesco a chiamare "casa", davanti al nostro mare, in mezzo ai nostri ulivi, in una giornata di sole che promette l'estate".
"E invece scoppia di nuovo l'inverno sulla politica locale. L'inverno sulla casa comunale. Una nuova puntata delle inchieste sull'amministrazione a cura della Procura di Trani riapre la botola in cui abbiamo deciso da troppi anni di nascondere le verità che, al di là della Magistratura, tutti conosciamo da sempre: l'intreccio balordo tra affari e cosa pubblica, la consolidata logica secondo cui, in nome del "fare", tutto è lecito. "Accelerare lo sviluppo, sbloccare i cantieri, aiutare le economie locali": quante volte, da sindaca, ho sentito queste parole? "Troppo rigida, troppo intransigente. Con te non si può ragionare": quante volte questo rimprovero mi è arrivato addosso, da ogni dove?".
"Non posso pensare, cara Molfetta, che tu stia davvero cadendo dal pero. Non posso pensare che in questi anni in cui il sindaco Tommaso Minervini è stato eletto due volte (la prima anche con il sostegno di partiti della mia maggioranza) nessuno sapesse davvero verso che scelta si stesse andando, qual era davvero l'idea di città che si celava dietro la proposta politica della maggioranza. Le notizie dei giornali mi fanno male. Ma mi ha fatto male molto di più, dal 2016 a oggi, la grande resa collettiva alla "politica del compromesso" che ci ha portato, inesorabilmente, fino a qui. Una resa che era iniziata (che vi piaccia o no sentirlo) prima delle mie dimissioni e su cui adesso spero che si possa finalmente ragionare, anche pubblicamente, per distribuire se permettete i torti e le ragioni e per riscrivere il futuro a partire da un po' di giustizia anche sul passato".
"I processi faranno il loro corso e il sindaco, i dirigenti, i funzionari, l'imprenditore coinvolti avranno modo di chiarire le loro posizioni, come è giusto che sia e come prevede la nostra Costituzione. Sono certa che finalmente arriverà il tempo delle dimissioni del primo cittadino (sarebbe sconvolgente il contrario) e di un nuovo voto, libero e democratico. Spero davvero, però, che la città, la mia stupenda città, incredibilmente piena di storia, bellezza e risorse, ritrovi l'amor proprio, la sua etica profonda, la sua coscienza, la sua integrità e la sua anima. E sappia ripartire, ancora una volta, dai fondamentali. Uno su tutti: fuori i mercanti dal tempio della politica. Fuori, una volta per tutte, i mercanti dalla nostra Molfetta".