Politica
Paola Natalicchio stacca la spina: annunciate le dimissioni
"Non ho più certezze come sindaco. Molfetta non merita la nostra ipocrisia"
Molfetta - venerdì 29 aprile 2016
23.19
Paola Natalicchio si è (quasi) dimessa. Poco prima di mezzanotte il sindaco eletto nel giugno di tre anni fa, ha preannunciato la volontà di lasciare il suo mandato. Non dimissioni formali, ma, di fatto, quella di stasera è stata una vera e propria resa da parte della "Signora Molfetta". Durante un travagliato consiglio comunale nel quale è stata approvata la manovra fiscale propedeutica al bilancio di previsione, Natalicchio ha preso atto di non avere più la maggioranza politica del 2013 e di non poter più andare avanti così.
UNA SERATA DIFFICILE
Oltre due ore di stop, le scuse alla città da parte di alcuni consiglieri comunali per una sospensione "mai così lunga nella storia della politica cittadina" e una maggioranza di centrosinistra spappolata con soli 13 consiglieri comunali in aula. Questi i numeri di una "serata difficile" come in tanti, tra le fila del centrosinistra, l'hanno definita.
Assenti dall'inizio (ma giustificati) i consiglieri comunali Ignazio Cirillo, Lia de Ceglia e Sergio de Pinto. Poi esce dall'aula un pezzo del Partito Democratico: i consiglieri Roberto La Grasta e Annalisa Altomare lasciano il dibattito non senza una sonora bocciatura all'azione amministrativa. Fuori anche tutta l'opposizione.
Insomma, l'ennesimo atto di una maggioranza in crisi già da tempo.
Paola però non ci sta e decide di non farsi logorare ancora. "Questo sindaco non ha più la maggioranza del giugno del 2013" dice Natalicchio in aula. "I consiglieri non sono più 17, ma 13 l'esatto risicato numero che serve a tenere in piedi una seduta e ad approvare i provvedimenti. Tecnicamente potremmo andare avanti, ma di fatto non abbiamo i numeri nemmeno per andare in bagno. Possiamo vivacchiare e sopravvivere ma io sono tesserata al partito della mia coscienza e nessun sindaco può mentire alla città di cui è sindaco. Molfetta non merita la nostra ipocrisia. Non siamo un bel centrosinistra da tempo, forse perché il centrosinistra da tempo è diventato una partita complicata".
"NON SONO PIU' DISPOSTA A TRATTARE, TRATTARE, TRATTARE…"
Commossa e rassegnata, Paola Natalicchio mostra le carte in tavola e fa saltare il banco. Fa sapere che il Pd ha annunciato di non essere disposto a votare il bilancio di previsione domani mattina in giunta.
"Il partito che in giunta ha due assessori, ha spiegato il sindaco, mi ha fatto sapere che è disposto a un voto tecnico ma non politico. Dopo, poi, dicono che si aprirebbe l'ennesima verifica politica".
"La città non capirebbe. Gli amici mi dicono non ti dimettere, mi suggeriscono di vivacchiare, di aspettare. Io non posso accettare di vivere senza avere il joystick della mia persona. Non posso accettare un continuo trattare, trattare, trattare. Non sono questa e non lo sono mai stata. Voi, mi avete chiamata. Io ero già così nel 2013. Non sento di tradire. Non sono io a tradire il programma del 2013. Non sto tradendo il centrosinistra del 2013. Sto constatando che il centrosinistra del 2013 non c'è più".
"UN SINDACO CHE NON E' LIBERO, NON E' UN SINDACO"
"Non ho più certezze come sindaco" continua Natalicchio nel suo discorso. "Stasera votiamo, domani chissà. Un sindaco che non è libero non è un sindaco. Un sindaco che non è sereno non può prendere le giuste decisioni per la città. Lo so cosa si dirà da domani, ma vi dico ufficialmente che questo non è un crollo psicologico: chiunque vorrà attribuire a me il fallimento di questo centrosinistra dovrà prendersi un pezzetto di questa storia e tenerselo in tasca. Provo una frustrazione e una delusione profonde".
E ancora: "Nessuna parola può quantificare e descrivere quello che sto provando in questo momento. Ho creduto moltissimo nella chiamata che mi avete fatto nel febbraio del 2013, al punto di fare rinunce indicibili. Mi sono fidata di voi e ho dato tutta la mia vita per questa chiamata. Sono certa che un nuovo centrosinistra, una nuova classe politica potrà riscattare le nostre imperfezioni. Chiedo scusa a Molfetta, ma sento di essere di troppo a molte persone".
Natalicchio ha annunciato per domani mattina il voto del bilancio di previsione in giunta, seguito dalle probabili dimissioni consegnate in Prefettura.
UNA SERATA DIFFICILE
Oltre due ore di stop, le scuse alla città da parte di alcuni consiglieri comunali per una sospensione "mai così lunga nella storia della politica cittadina" e una maggioranza di centrosinistra spappolata con soli 13 consiglieri comunali in aula. Questi i numeri di una "serata difficile" come in tanti, tra le fila del centrosinistra, l'hanno definita.
Assenti dall'inizio (ma giustificati) i consiglieri comunali Ignazio Cirillo, Lia de Ceglia e Sergio de Pinto. Poi esce dall'aula un pezzo del Partito Democratico: i consiglieri Roberto La Grasta e Annalisa Altomare lasciano il dibattito non senza una sonora bocciatura all'azione amministrativa. Fuori anche tutta l'opposizione.
Insomma, l'ennesimo atto di una maggioranza in crisi già da tempo.
Paola però non ci sta e decide di non farsi logorare ancora. "Questo sindaco non ha più la maggioranza del giugno del 2013" dice Natalicchio in aula. "I consiglieri non sono più 17, ma 13 l'esatto risicato numero che serve a tenere in piedi una seduta e ad approvare i provvedimenti. Tecnicamente potremmo andare avanti, ma di fatto non abbiamo i numeri nemmeno per andare in bagno. Possiamo vivacchiare e sopravvivere ma io sono tesserata al partito della mia coscienza e nessun sindaco può mentire alla città di cui è sindaco. Molfetta non merita la nostra ipocrisia. Non siamo un bel centrosinistra da tempo, forse perché il centrosinistra da tempo è diventato una partita complicata".
"NON SONO PIU' DISPOSTA A TRATTARE, TRATTARE, TRATTARE…"
Commossa e rassegnata, Paola Natalicchio mostra le carte in tavola e fa saltare il banco. Fa sapere che il Pd ha annunciato di non essere disposto a votare il bilancio di previsione domani mattina in giunta.
"Il partito che in giunta ha due assessori, ha spiegato il sindaco, mi ha fatto sapere che è disposto a un voto tecnico ma non politico. Dopo, poi, dicono che si aprirebbe l'ennesima verifica politica".
"La città non capirebbe. Gli amici mi dicono non ti dimettere, mi suggeriscono di vivacchiare, di aspettare. Io non posso accettare di vivere senza avere il joystick della mia persona. Non posso accettare un continuo trattare, trattare, trattare. Non sono questa e non lo sono mai stata. Voi, mi avete chiamata. Io ero già così nel 2013. Non sento di tradire. Non sono io a tradire il programma del 2013. Non sto tradendo il centrosinistra del 2013. Sto constatando che il centrosinistra del 2013 non c'è più".
"UN SINDACO CHE NON E' LIBERO, NON E' UN SINDACO"
"Non ho più certezze come sindaco" continua Natalicchio nel suo discorso. "Stasera votiamo, domani chissà. Un sindaco che non è libero non è un sindaco. Un sindaco che non è sereno non può prendere le giuste decisioni per la città. Lo so cosa si dirà da domani, ma vi dico ufficialmente che questo non è un crollo psicologico: chiunque vorrà attribuire a me il fallimento di questo centrosinistra dovrà prendersi un pezzetto di questa storia e tenerselo in tasca. Provo una frustrazione e una delusione profonde".
E ancora: "Nessuna parola può quantificare e descrivere quello che sto provando in questo momento. Ho creduto moltissimo nella chiamata che mi avete fatto nel febbraio del 2013, al punto di fare rinunce indicibili. Mi sono fidata di voi e ho dato tutta la mia vita per questa chiamata. Sono certa che un nuovo centrosinistra, una nuova classe politica potrà riscattare le nostre imperfezioni. Chiedo scusa a Molfetta, ma sento di essere di troppo a molte persone".
Natalicchio ha annunciato per domani mattina il voto del bilancio di previsione in giunta, seguito dalle probabili dimissioni consegnate in Prefettura.