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Politica

Paola Natalicchio: ripartiamo dai 3 anni di governo, ma non sarò io la candidata sindaco.

L'ex sindaco a tutto campo torna sulla scena politica

Un fiume in piena: così si può racchiudere in una sola frase la conferenza-intervista di Paola Natalicchio che si è conclusa poco fa a corso Umberto.
Dinanzi ad una platea numerosa, ma comunque lontana dalle folle oceaniche del 2013, l'ex sindaco di Molfetta si è lanciata come un fiume in piena nell'intervista aperta realizzata da Anna Puricella, giornalista collaboratrice de La Repubblica.
La Natalicchio è partita da subito spedita, rispondendo alle critiche di chi l'ha accusata di aver abbandonato la città: "io vivo del mio lavoro e non me ne vergogno e ritengo normale il mio ritorno alla vita lavorativa",queste le parole dell'ex sindaco.
Poi spazza senza ogni dubbio la sua ridiscesa in campo: "il progetto continua anche se tutti ci dicono che la nostra vittoria sarà ancora più improbabile rispetto a tre anni fa".
La Puricella poi ha riportato le parole di Emiliano che commentò le dimissioni dell'ex sindaco con un lapidario "non si scende dalla bicicletta": pronta la risposta della Natalicchio che accusa il governatore pugliese di non esserle stato accanto nei momenti cruciali.
"Lui (Emiliano, n.d.r.) avrebbe potuto fare molto come segretario regionale del PD" continua la Natalicchio, riferendosi all'atteggiamento di alcuni ex consiglieri come Altomare, de Ceglia, La grasta, de Pinto: consiglieri che disertavano sistematicamente la sua maggioranza. "La mia non è stata una crisi improvvisa" dice e "ho ritirato le prime dimissioni per via dell'impeto d'amore che la città mi ha manifestato".
Duro poi l'attacco a chi l'ha accusata, assieme a Debora Serracchiani, di essersi messa d'accordo nel salvare il senatore Azzollini dall'arresto in merito al processo sul nuovo porto, anzi, la Natalicchio afferma di "aver regalato tre anni e mezza di libertà a questa città dal senatore Azzollini".
Non sono mancate anche le stoccate ad alcune decisioni del nuovo commissario accusandolo di troppa velocità nei cambi ai vertici delle tre municipalizzate e respingendo le accuse di incarichi legali troppo onerosi a carico del Comune.
"Dal porta a porta non si torna indietro" questo poi il commento inerente uno dei temi più dibattuti in città questi mesi: "sembriamo Calcutta dalle foto che girano ma la campagna contro il porta a porta è politica: è una sfida culturale e bisogna avere fiducia" secondo l'ex primo cittadino.
Altro tema sul quale si è infervorata la Natalicchio riguarda la questione dei numeri utili alla sopravvivenza della sua maggioranza: "13 è il numero esatto minimo, quindi ogni singolo consigliere determinava la vita o la morte dei provvedimenti e quindi di alcune politiche. Io ho lasciato perché volevo portare avanti delle politiche promesse alla città ma su alcuni temi non c'era alcun accordo: su tutti la pianificazione urbanistica. Era addirittura scabroso parlare di un nuovo piano regolatore generale: a Molfetta si è in ostaggio del mattone."
Altro focus poi sulla situazione dell'ospedale molfettese, leitmotiv di questi giorni. La Natalicchio rivendica i meriti e le battaglie portate avanti per mantenere il nosocomio aperto.
Circa la nuova battaglia intrapresa dal medico Spaccavento e dai numerosi cittadini, la Natalicchio evidenzia invece come secondo lei si aprirà ora una battaglia campanilistica e che bisogna invece continuare le battaglie già intraprese: "Saremo d'accordo con Spaccavento solo se non verranno chiusi gli ospedali" e non è mancata inoltre una stoccata a Maddalena Pisani "mai fattasi vedere nelle proteste, ed in odor di centrodestra".
"Io sono il sindaco che, agli occhi della città, ha chiuso la piscina comunale di Molfetta. Io sono invece orgogliosa della battaglia di legalità realizzata per restituire la piscina comunale alla legalità". Questo il pensiero della Natalicchio verso la questione della struttura natatoria ormai in abbandono: "Nessuno pagava la concessione di un bene pubblico utilizzato in maniera del tutto privata accumulando oltre 500.000€ di debiti nei confronti della città. Ci sono poi 11 dipendenti che devono tornare a lavorare ma oltre al profumo del cloro si deve tornare a respirare il profumo della legalità".
Dopo un passaggio che ha rivendicato la "restituzione della dignità ad alcuni cittadini" in merito ai fruitori del progetto dei cantieri di servizio, la discussione si è spostata sul porto: "la città fa finta che non ci sia un processo sul porto eppure è la terza opera nautica in Italia. Io non avrei scelto di fare lì il nuovo porto e l'unica cosa buona è stata l'opera di bonifica che ne è derivata. Ora però serve verità e giustizia".
In chiusura poi uno dei passaggi forse più attesi, quello sul suo futuro politico: "io tifo per un partito, Sinistra Italiana, che sta nascendo male, è vero. Io però non mi ricandiderò a sindaco per questioni personali, per restituire il tempo che spetta a mio figlio. Ma la prossima coalizione deve ripartire dalla cose che abbiamo fatto, piccole e grandi. Non innamoriamoci delle divisioni ma riprendiamo lentamente a costruire, con un portavoce di una idea di Molfetta positiva ancora in piedi".

Paola Natalicchio torna quindi con impeto e prepotentemente sulla scena politica cittadina a ribadire che ormai la campagna elettorale per le prossime amministrative è iniziata ed è già nel suo vivo. E si preannuncia anche come una campagna elettorale dura in cui non mancheranno stoccate e colpi bassi.
8 fotoPaola Natalicchio cosa è cambiato, cosa cambierà
Paola Natalicchio cosa è cambiato, cosa cambieràPaola Natalicchio cosa è cambiato, cosa cambieràPaola Natalicchio cosa è cambiato, cosa cambieràPaola Natalicchio cosa è cambiato, cosa cambieràPaola Natalicchio cosa è cambiato, cosa cambieràPaola Natalicchio cosa è cambiato, cosa cambieràPaola Natalicchio cosa è cambiato, cosa cambieràPaola Natalicchio cosa è cambiato, cosa cambierà
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