Palazzo Turtur
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Palazzo Turtur, Rifondazione: «Non condividiamo l'affidamento unico del luogo»

La nota: «Sarebbe stato più opportuno lasciare una partecipazione eterogenea»

Rifondazione si è espressa con tono critico, nei confronti dell'amministrazione comunale, in merito all''affidamento della storica sede di Palazzo Turtur all'associazione culturale "Eredi della storia".

A seguire, la nota stampa: "Nel comunicato stampa dell'associazione si ringrazia appunto una "amministrazione attenta" e in particolare il Sindaco per aver riconosciuto il "giusto merito" e aver affidato una "prestigiosa sede".

"Riteniamo però, utilizzando un eufemismo, quantomeno fuori luogo lasciare in concessione a una sola associazione la gestione in solitaria di una storica sede come quella di Palazzo Turtur. Questo significherebbe, di fatto, privare la restante cittadinanza che non si identifica con i valori della "missione" che, citando sempre il comunicato di Eredi della storia, potrà essere espressa "in maniera ancora più efficace" sul territorio molfettese. In un periodo storico, il nostro, in cui la partecipazione attiva della cittadinanza a iniziative di stampo politico e culturale va via via scemando, consegnandoci dati sulle affluenze elettorali sempre più impietosi, sembra quasi comico, se non fosse tragico, consegnare a una piccola associazione culturale una sede tanto capiente e importante, sottraendola al resto dei corpi intermedi (partiti, sindacati e associazioni) che volessero organizzarvi delle iniziative indipendenti".

"Questo avviene in una città che di certo non pullula di luoghi, specie al coperto, in cui possa essere garantita la realizzazione di tali eventi. Oltretutto, l'associazione in questione che si troverà a gestire Palazzo Turtur (per sua stessa ammissione definito un insieme di "locali ampi e spogli") è stata capace spesso di portare all'attenzione pubblica argomenti e iniziative che andrebbero definite, per essere generosi, controverse e fuorvianti. Per citare, solo a titolo d'esempio, il contributo all'allestimento della rievocazione storica della Grande guerra avuto luogo a Bari nel novembre del 2022 o la pantomima di stampo fazioso e antiscientifico a cui assistiamo ogni 10 febbraio in occasione del "Giorno del Ricordo".

"In un'epoca in cui al suono dei cannoni dovremmo preferire i "costruttori di pace" e all'orgoglio nazionalista innalzatore di muri un dibattito incentrato sul dialogo e la comprensione delle reciproche differenze, ci sembra il minimo che l'Amministrazione punti a favorire soluzioni plurali e aperte a tutta la cittadinanza e non lottizzazioni che ricordano il peggio delle logiche clientelari della Prima Repubblica".
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