Ottavio Balducci
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Politica

Ottavio Balducci: «Molfetta deve riuscire a valorizzare le sue ricchezze mettendole a sistema»

Candidato al consiglio comunale nella lista “Ala Democratica” a sostegno di Tommaso Minervini

Con Ottavio Balducci, candidato al consiglio comunale con la lista "Ala Democratica" cerchiamo di capire il perché delle sue scelte e soprattutto le prospettive future della suo movimento e della sua coalizione a sostegno del candidato sindaco Tommaso Minervini.

Dottor Balducci , pediatra a tempo pieno, ma anche appassionato di politica. Infatti, proprio con l'amministrazione Minervini ha ricoperto il ruolo di assessore alla socialità, prima, e, poi, referente del Comune per la campagna vaccinale, cosa l'ha spinta a mettersi nuovamente in gioco?
«In realtà il mio impegno pubblico non si è mai interrotto. Dopo la mia esperienza di assessore ho continuato ad essere al servizio della mia città come volontario occupandomi della tutela dei diritti dei Cittadini in particolare il diritto di vivere in un ambiente salubre, di ricevere una assistenza sanitaria equa e di alto livello, di usufruire al meglio degli strumenti educativi e culturali più avanzati a tutela della crescita personale e collettiva dei nostri figli».

Perché proprio a sostegno di Minervini sindaco?
«Perché a mio avviso è l'unico tra i candidati alla carica di sindaco con la preparazione ed esperienza amministrativa necessaria per guidare una città medio-grande come Molfetta. Un ulteriore valore aggiunto ad un suo secondo mandato è rappresentato dalla continuità amministrativa che rappresenta anche un valore economico per Molfetta. Scelte diverse ci farebbero perdere lo slancio necessario per portare a termine progetti già finanziati ma soprattutto una visione armonica d'insieme della città così com'è stata impostata dalla precedente amministrazione».

Non partiti a sostegno di Minervini, ma liste civiche, perché ha scelto proprio Ala Democratica?
«Il tramonto delle grandi ideologie, spesso contrapposte, ha porto al tramonto dell'idea di partito che appartiene ormai al secolo scorso. Soprattutto a livello locale è nata la necessità di rappresentare i bisogni dei cittadini partendo da una rete di persone che condividono principi e finalità. Per questo con Vito Paparella ed altri amici abbiamo deciso di dare vita alla lista civica Ala Democratica per iniziare un percorso politico che speriamo in futuro possa diventare un movimento politico. Luciano De Crescenzo scriveva che «gli uomini hanno un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati». Dall'esperienza del volontariato ho imparato il valore di questo abbraccio. Per raggiungere grandi obiettivi occorre unirsi in rete dove ciascuno mette a disposizione degli altri una parte di se e delle sue capacità. La guerra in Ucraina ci ricorda quotidianamente che la democrazia non è un valore scontato ma che è necessario difendere ed attestare ogni giorno partendo anche da scelte amministrative locali che possano tutelare il bene di tutti. Da queste considerazioni è nato il nome della nostra lista Ala Democratica».

Lo slogan della lista civica è "più futuro". Quali sono le priorità per creare questo nuovo futuro?
«Credo che il futuro di una città dipenda dalla visione e dalle conseguenti scelte politiche degli amministratori locali. Molfetta deve riuscire a valorizzare le sue ricchezze mettendole a sistema. Solo così potrà esprime al meglio le sue potenzialità».

Gli altri "più" di Ala Democratica sono più cultura, turismo, ambiente, ma ci sono due più particolari più inclusione e più impegno, ci può spiegare meglio a cosa fanno riferimento?
«Fanno riferimento ai nostri obiettivi ma anche a come raggiungerli. Sono obiettivi concatenati tra loro per garantire un futuro bello ed armonico di Molfetta e che si sostengo a vicenda. Questo richiede un forte impegno anche nel rispetto dell'inclusione sociale. Tutti devono partecipare allo sviluppo della città. Soprattutto le fasce di cittadini più deboli. Nessuno deve rimanere indietro. Il nostro futuro si costruisce insieme».

Come dicevamo lei è stato assessore alla socialità, quindi ha avuto modo di constatare con mano la realtà sociale della nostra città, che fotografia può farne? E soprattutto come fare per rimuovere gli ostacoli per creare pari opportunità per tutti?
«A Molfetta, come in altre città, molto sentita è l'emergenza abitativa. Molte famiglie in condizioni economiche precarie non riescono a trovare in affitto alloggi salubri e dignitosi. Questo ha generato il malcostume di occupazioni abusive che vanno a scapito di altre famiglie bisognose. Una sfida importante per la nuova amministrazione sarà quella di provare a sanare questa situazione con l'aiuto di provvedimenti economici e strategici straordinari regionali e nazionali. Altro grave problema sono i nuovi poveri, persone che hanno perso il lavoro per la crisi e economica aggravata dal Covid e che non riescono a provvedere più dignitosamente ai bisogni delle loro famiglie. Anche per queste persone si dovranno trovare nuove forme di sostegno sociale. Inoltre Molfetta sta invecchiando. Aumentano i bisogni della popolazione anziana, sempre più numerosa, e ciò comporta inevitabilmente un aumento la spesa sociale. I giovani lasciano Molfetta per mancanza di opportunità lavorative e di conseguenza si riduce la natalità. La soluzione di fondo è creare lavoro e occupazione. Per questo ripongo grandi speranze nel nuovo porto commerciale e nell'espansione della zona industriale».

C'è qualche progetto che le è rimasto particolarmente nel cuore?
«Sicuramente il progetto "Molfetta cuore nostro" che ha reso la nostra città cardioprotetta. Questo progetto è stato ritenuto innovativo e per questo premiato dalla Rete iItaliana Città Sane e dalla FedEx durante l'assemblea nazionale dell'Anci. Mentre i privati mettevano a disposizione i defibrillatori, l'amministrazione provvedeva a collocarli in punti strategici della città ed investiva nella formazione di più di cento volontari per addestrarli al primo soccorso e all'uso del defibrillatore».

Da alcuni anni a questa parte il primo partito è l'astensionismo, perché i cittadini dovrebbero andare a votare e scegliere lei?

«Da sempre mi batto per i diritti dei cittadini. Votare è un diritto. È il diritto di partecipare alla vita politica e quindi alle scelte utili alla propria comunità. Non andare a votare vuol dire rinunciare a questo diritto. Qualcuno sacrifica questo diritto per protesta, perché sfiduciato o peggio per apatia. "Tanto i politici sono tutti uguali", "Tanto non cambierà nulla", "Meglio rimanere a casa o andare al mare".
E così alle elezioni finiscono per vincere gruppi minoritari ma molto organizzati. Questi dopo le elezioni decideranno anche per chi non ha votato. Alla fine chi ha avrà la meglio? Non possiamo fare affidamento sulla fortuna ma dobbiamo prenderci la responsabilità di scegliere i migliori amministratori comunali possibili. Per questo vi invito a votare. Invito i Molfettesi al voto e di votare brave persone, persone con un mestiere, con una storia da poter raccontare di impegno verso gli altri e verso la Città. Più persone garbate entreranno nel prossimo consiglio comunale meglio sarà per tutti. Ma questo lo potranno decidere solo i cittadini con il loro voto. Il mio impegno rimarrà sempre a disposizione della mia bellissima Città».
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