Comitato ospedale unico: «Dalla Carta di Ruvo nulla è stato fatto»
Ancora: «Maggiore sicurezza nei nostri nosocomi»
Molfetta - martedì 20 agosto 2019
Il Comitato per l'ospedale unico del nord barese torna a parlare e accende i riflettori sulla sicurezza nei nosocomi della zona.
In particolare a essere riferito è un episodio avvenuto nelle ore immediatamente successive a Ferragosto nell'area parcheggi dell'ospedale Umberto I di Corato.
"Dopo 18 ore di fila di turno a Ferragosto, il dr. *** stava per smontare e tornare finalmente a casa dai suoi bambini. Non dalla moglie, però. Perché lei invece era appena arrivata per iniziare il suo turno nello stesso ospedale del marito, l'Umberto I di Corato, dove anche la signora lavora. Ed è stata proprio lei a notare tre individui che armeggiavano pesantemente contro l'auto del coniuge.
Ha cominciato a urlare contro i tre malviventi, ricevendone in cambio minacce mortali ("se non stai zitta ti tagliamo la gola"). Incurante del pericolo, ha coraggiosamente continuato a gridare fino ad attirare l'attenzione e far scappare i tre.
Solo allora il dr*** ha potuto rendersi conto che in quello che sembrava un normale mattino di routine, aveva rischiato di perdere l'auto, se non la moglie", è il racconto dell'episodio riportato sulla pagina Facebook ufficiale del Comitato.
"Tutto questo, incredibile a dirsi. succede a tre anni dalla Carta di Ruvo e dal Piano di Riordino ospedaliero che aveva designato quell'Ospedale, come i nostri lettori ben sanno, come Ospedale di Primo Livello.
In realtà nulla è stato fatto da allora. E medici e operatori continuano a svolgere il loro lavoro, - per alcuni, come il dr. *, la loro missione - senza un'adeguata sicurezza dentro e fuori le mura.
Vogliamo pertanto nuovamente invitare i vertici regionali a prendere atto della situazione insostenibile sul piano della sicurezza, e non solo - e a mettere celermente in atto quanto previsto dal Piano di Riordino", tuona il Comitato "direttamente al Presidente Michele Emiliano. Abbiamo bisogno di Ospedali di Primo Livello, non di Ospedali insicuri al massimo livello. Ne va della serenità di medici e operatori e della salute dei pazienti di un intero Territorio di 200mila abitanti. Il tempo è scaduto. Non sfidiamo ancora la sorte".
In particolare a essere riferito è un episodio avvenuto nelle ore immediatamente successive a Ferragosto nell'area parcheggi dell'ospedale Umberto I di Corato.
"Dopo 18 ore di fila di turno a Ferragosto, il dr. *** stava per smontare e tornare finalmente a casa dai suoi bambini. Non dalla moglie, però. Perché lei invece era appena arrivata per iniziare il suo turno nello stesso ospedale del marito, l'Umberto I di Corato, dove anche la signora lavora. Ed è stata proprio lei a notare tre individui che armeggiavano pesantemente contro l'auto del coniuge.
Ha cominciato a urlare contro i tre malviventi, ricevendone in cambio minacce mortali ("se non stai zitta ti tagliamo la gola"). Incurante del pericolo, ha coraggiosamente continuato a gridare fino ad attirare l'attenzione e far scappare i tre.
Solo allora il dr*** ha potuto rendersi conto che in quello che sembrava un normale mattino di routine, aveva rischiato di perdere l'auto, se non la moglie", è il racconto dell'episodio riportato sulla pagina Facebook ufficiale del Comitato.
"Tutto questo, incredibile a dirsi. succede a tre anni dalla Carta di Ruvo e dal Piano di Riordino ospedaliero che aveva designato quell'Ospedale, come i nostri lettori ben sanno, come Ospedale di Primo Livello.
In realtà nulla è stato fatto da allora. E medici e operatori continuano a svolgere il loro lavoro, - per alcuni, come il dr. *, la loro missione - senza un'adeguata sicurezza dentro e fuori le mura.
Vogliamo pertanto nuovamente invitare i vertici regionali a prendere atto della situazione insostenibile sul piano della sicurezza, e non solo - e a mettere celermente in atto quanto previsto dal Piano di Riordino", tuona il Comitato "direttamente al Presidente Michele Emiliano. Abbiamo bisogno di Ospedali di Primo Livello, non di Ospedali insicuri al massimo livello. Ne va della serenità di medici e operatori e della salute dei pazienti di un intero Territorio di 200mila abitanti. Il tempo è scaduto. Non sfidiamo ancora la sorte".