Politica
Ospedale Nord Barese, Spaccavento: «La Sanità non è un gioco»
La nota del candidato: «Qualunquemente o qualunque-mente! A voi la scelta!»
Molfetta - lunedì 6 giugno 2022
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«In questi giorni di accesa campagna elettorale, oltre agli altri miracoli, stiamo assistendo alla moltiplicazione di esperti tuttologi, i quali, non solo si ergono a specialisti di ogni settore, ma spesso si fregiano di onorificenze al merito, del tutto immeritate. Come se bastasse un passaggio repentino davanti a qualche sede sanitaria, per scattare foto di circostanza, per diventare cultori della materia - scrive Felice Spaccavento - In altri casi, sempre candidati alla più alta carica cittadina e sempre uscenti dalle precedenti amministrazioni, collocano nel girone degli incompetenti e dei bugiardi anche chi non ha mai governato Molfetta ma si è sempre speso per il bene comune pur senza cariche o stipendi pubblici. Definiti "incompetenti", pur riferendosi a tecnici e operatori attivi del sistema Sanità. Immaginate da che pulpito viene il comizio!
Ma siamo in campagna elettorale e per strappare un applauso si parla de "la qualunque".
La Sanità è una cosa seria, va studiata, va vissuta ogni giorno negli ospedali o nei territori, va guardata dall'interno e dall'esterno. E va affidata a mani esperte e tecniche perché cittadini e operatori del sistema hanno diritto ad una Sanità equa, efficiente e sicura.
La Sanità non è un gioco. E vi spiego perché.
Ogni bisogno di salute deve essere preso in carico dal giusto servizio di assistenza, che sia ospedaliero o territoriale.
Molfetta, oggi, ha necessità di puntare ai migliori standard di Assistenza Sanitaria Ospedaliera, quella assistenza che prende in carico i pazienti che necessitano di cure rapide e puntuali, i cosiddetti acuti e cha ha un solo nome: Ospedale di Primo Livello.
Il paziente non può più essere oggetto di viaggi della speranza per ricevere assistenza immediata, non può visitare l'intero territorio provinciale, se non regionale ed extraregionale, per avere una diagnosi completa e non può più attendere ore in Pronto Soccorso, come accade adesso, per poi essere trasferito in ospedali maggiori perché non c'è altra scelta. L'Ospedale di Primo Livello abbraccia tutte queste esigenze perché ha visione multidisciplinare di emergenza accettazione, con rete H 24 di servizi di diagnostica, con osservazione breve intensiva, con terapia sub intensiva.
La scienza ci ha insegnato, oggi più che mai, che l'approccio alla cura immediata non può essere più orfana di branche specialistiche o di servizi di supporto, come accaduto finora.
La Regione e le Asl, per questo, sono già impegnate su vari fronti con assunzione di personale di diversi profili professionali e sull'ammodernamento di strutture già attive.
Ma focalizziamo l'attenzione sulla Sanità di Molfetta.
Dopo una lunga battaglia condotta in prima persona per dotare il nord Barese di un nuovo ospedale di Primo Livello che includesse anche l'assistenza dei cittadini molfettesi, a partire dal 2019, la Regione Puglia ha dato avvio, con atti Deliberativi, all'iter per la sua realizzazione. Ed è lì che l'Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Minervini, ha iniziato a giocare o, ancor peggio, a prendersi gioco del bene comune.
Inizia, pertanto, la caccia al tesoro che aveva come scopo del "gioco" quello di ricercare un sito conforme alle normative in vigore, per realizzare il nuovo ospedale. Un "gioco" facile, per chi ha le soluzioni "a portata di mano".
Nel giugno del 2020, il Sindaco in carica, in leggera sordina, individua un potenziale sito, però la soluzione, invece che a "portata di mano", "sfugge di mano" poiché quel sito, tra le altre cose, non è conforme alla normativa, in quanto interessato da vincoli idrogeologici che renderebbero pericoloso e, quindi, impossibile la realizzazione dell'opera.
Ma tale errore non viene rilevato da nessun altro componente dell'allora maggioranza, tantomeno dall'Assessore all'Urbanistica dell'epoca, che, guarda caso, oggi scende in campo proprio per sedersi su quella poltrona che lo vedrebbe, qualora eletto, diventare massima autorità sanitaria locale. Che garanzia!
E così, nonostante il clamoroso errore dell'amministrazione comunale senza ammissione di colpa e senza alcuna assunzione di responsabilità, il gioco riprende e, in propaganda elettorale, a marzo 2022 il sindaco uscente annuncia la conclusione della "caccia al tesoro", con posizionamento della bandierina del vincitore, a due anni di distanza dall'inizio del "gioco", in territorio biscegliese.
Ma il tempo limite del gioco è superato e da qui il conseguente e inevitabile ritardo nella redazione di quell'ormai noto piano di fattibilità tecnico – economico, senza il quale si rischia di vanificare i fondi già stanziati dalla Regione.
Quindi, adesso, cosa si deve fare? Ciò che, chi era titolato, per nomina elettorale e per cariche rivestite a livello comunale e regionale, avrebbe già dovuto fare.
Presidiare attivamente gli organi competenti affinchè quanto previsto per la costruzione del nuovo ospedale possa trovare compimento nel rispetto perentorio delle azioni e dei tempi e assicurare l'implementazione e l'efficientamento di quella Sanità Territoriale che rappresenta la sfida del presente, anche alla luce del PNRR.
La tutela della Salute dei cittadini, così come l'amministrazione della "cosa pubblica" va gestita con impegno, competenza ed onestà e non come finora accaduto, "qualunquemente" o che "qualunque-mente"!».
Ma siamo in campagna elettorale e per strappare un applauso si parla de "la qualunque".
La Sanità è una cosa seria, va studiata, va vissuta ogni giorno negli ospedali o nei territori, va guardata dall'interno e dall'esterno. E va affidata a mani esperte e tecniche perché cittadini e operatori del sistema hanno diritto ad una Sanità equa, efficiente e sicura.
La Sanità non è un gioco. E vi spiego perché.
Ogni bisogno di salute deve essere preso in carico dal giusto servizio di assistenza, che sia ospedaliero o territoriale.
Molfetta, oggi, ha necessità di puntare ai migliori standard di Assistenza Sanitaria Ospedaliera, quella assistenza che prende in carico i pazienti che necessitano di cure rapide e puntuali, i cosiddetti acuti e cha ha un solo nome: Ospedale di Primo Livello.
Il paziente non può più essere oggetto di viaggi della speranza per ricevere assistenza immediata, non può visitare l'intero territorio provinciale, se non regionale ed extraregionale, per avere una diagnosi completa e non può più attendere ore in Pronto Soccorso, come accade adesso, per poi essere trasferito in ospedali maggiori perché non c'è altra scelta. L'Ospedale di Primo Livello abbraccia tutte queste esigenze perché ha visione multidisciplinare di emergenza accettazione, con rete H 24 di servizi di diagnostica, con osservazione breve intensiva, con terapia sub intensiva.
La scienza ci ha insegnato, oggi più che mai, che l'approccio alla cura immediata non può essere più orfana di branche specialistiche o di servizi di supporto, come accaduto finora.
La Regione e le Asl, per questo, sono già impegnate su vari fronti con assunzione di personale di diversi profili professionali e sull'ammodernamento di strutture già attive.
Ma focalizziamo l'attenzione sulla Sanità di Molfetta.
Dopo una lunga battaglia condotta in prima persona per dotare il nord Barese di un nuovo ospedale di Primo Livello che includesse anche l'assistenza dei cittadini molfettesi, a partire dal 2019, la Regione Puglia ha dato avvio, con atti Deliberativi, all'iter per la sua realizzazione. Ed è lì che l'Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Minervini, ha iniziato a giocare o, ancor peggio, a prendersi gioco del bene comune.
Inizia, pertanto, la caccia al tesoro che aveva come scopo del "gioco" quello di ricercare un sito conforme alle normative in vigore, per realizzare il nuovo ospedale. Un "gioco" facile, per chi ha le soluzioni "a portata di mano".
Nel giugno del 2020, il Sindaco in carica, in leggera sordina, individua un potenziale sito, però la soluzione, invece che a "portata di mano", "sfugge di mano" poiché quel sito, tra le altre cose, non è conforme alla normativa, in quanto interessato da vincoli idrogeologici che renderebbero pericoloso e, quindi, impossibile la realizzazione dell'opera.
Ma tale errore non viene rilevato da nessun altro componente dell'allora maggioranza, tantomeno dall'Assessore all'Urbanistica dell'epoca, che, guarda caso, oggi scende in campo proprio per sedersi su quella poltrona che lo vedrebbe, qualora eletto, diventare massima autorità sanitaria locale. Che garanzia!
E così, nonostante il clamoroso errore dell'amministrazione comunale senza ammissione di colpa e senza alcuna assunzione di responsabilità, il gioco riprende e, in propaganda elettorale, a marzo 2022 il sindaco uscente annuncia la conclusione della "caccia al tesoro", con posizionamento della bandierina del vincitore, a due anni di distanza dall'inizio del "gioco", in territorio biscegliese.
Ma il tempo limite del gioco è superato e da qui il conseguente e inevitabile ritardo nella redazione di quell'ormai noto piano di fattibilità tecnico – economico, senza il quale si rischia di vanificare i fondi già stanziati dalla Regione.
Quindi, adesso, cosa si deve fare? Ciò che, chi era titolato, per nomina elettorale e per cariche rivestite a livello comunale e regionale, avrebbe già dovuto fare.
Presidiare attivamente gli organi competenti affinchè quanto previsto per la costruzione del nuovo ospedale possa trovare compimento nel rispetto perentorio delle azioni e dei tempi e assicurare l'implementazione e l'efficientamento di quella Sanità Territoriale che rappresenta la sfida del presente, anche alla luce del PNRR.
La tutela della Salute dei cittadini, così come l'amministrazione della "cosa pubblica" va gestita con impegno, competenza ed onestà e non come finora accaduto, "qualunquemente" o che "qualunque-mente"!».