Ospedale, importanti donazioni dell'Opera Pia di apparecchiature mediche
Donati due frigoriferi al laboratorio di analisi e un monitor per Breath Test a pediatria
Molfetta - domenica 15 gennaio 2017
Due frigoriferi da laboratorio per la conservazione di reagenti, campioni ed enzimi e un monitor portatile per il Breath Test, queste sono le apparecchiature mediche che l'Opera Pia Monte Di Pietà e Confidenze ha voluto donare all'Ospedale "Don Tonino Bello" di Molfetta.
A beneficiare della generosa donazione sono rispettivamente nello specifico il laboratorio di analisi cliniche diretto dalla dottoressa Daniela La Volpe e il reparto di pediatria, diretto dalla dottoressa Silvia Rana.
Due doni – frutto della "misericordia", valore altro che ispira le gesta dell'Opera Pia – che seguono quelli del 9 gennaio del 2016 in cui furono donate ben otto poltrone per prelievi e terapia elettrica ad altezza variabile a favore del centro trasfusionale sempre del medesimo ospedale.
Sono solo alcuni degli esempi di beneficenza a favore del nosocomio molfettese, il cui destino e storia sembra essere fortemente legata con un doppio filo all'Opera Pia con le figure presidente, l'ingegnere Sergio de Ceglia, e il dottor Raffaele La Grasta, attualmente membro onorario dell'associazione ma che per anni ha lavorato all'interno del presidio sanitario molfettese, divenendone una vera istituzione e altresì fonte di ispirazione per tutti i medici che al suo interno hanno formato la propria professionalità. Un aspetto, quest'ultimo, fortemente sottolineato dalla dottoressa Daniela La Volpe, sua allieva, che aveva sollevato la necessità dei nuovi frigoriferi per il laboratorio di analisi che sta cercando di mantenere alta la propria operatività, così come l'equipe della dottoressa Rana, nonostante le sorti incerte e un futuro oscuro per l'intera struttura ospedaliera
«La collaborazione dell'Opera Pia Monte Di Pietà e Confidenze con l'ospedale di Molfetta è un fatto fortemente positivo per noi, poiché ci permette di vivere la tensione di un ente capace di assistere moralmente, di curare e di formare», queste le parole del presidente de Ceglia che ha ribadito la struttura e il clima familiare che ha da sempre caratterizzato il nosocomio cittadino, aiutandolo a crescere, a partire dalla costruzione e successiva inaugurazione nel 1968 alla presenza di Aldo Moro.
Una grandezza che negli ultimi anni si sta sgretolando sotto i colpi della politica e della burocrazia e che rischia di essere abbattuta a discapito soprattutto dei cittadini che ancora credono che la "salute sia un dono e non un diritto".
A beneficiare della generosa donazione sono rispettivamente nello specifico il laboratorio di analisi cliniche diretto dalla dottoressa Daniela La Volpe e il reparto di pediatria, diretto dalla dottoressa Silvia Rana.
Due doni – frutto della "misericordia", valore altro che ispira le gesta dell'Opera Pia – che seguono quelli del 9 gennaio del 2016 in cui furono donate ben otto poltrone per prelievi e terapia elettrica ad altezza variabile a favore del centro trasfusionale sempre del medesimo ospedale.
Sono solo alcuni degli esempi di beneficenza a favore del nosocomio molfettese, il cui destino e storia sembra essere fortemente legata con un doppio filo all'Opera Pia con le figure presidente, l'ingegnere Sergio de Ceglia, e il dottor Raffaele La Grasta, attualmente membro onorario dell'associazione ma che per anni ha lavorato all'interno del presidio sanitario molfettese, divenendone una vera istituzione e altresì fonte di ispirazione per tutti i medici che al suo interno hanno formato la propria professionalità. Un aspetto, quest'ultimo, fortemente sottolineato dalla dottoressa Daniela La Volpe, sua allieva, che aveva sollevato la necessità dei nuovi frigoriferi per il laboratorio di analisi che sta cercando di mantenere alta la propria operatività, così come l'equipe della dottoressa Rana, nonostante le sorti incerte e un futuro oscuro per l'intera struttura ospedaliera
«La collaborazione dell'Opera Pia Monte Di Pietà e Confidenze con l'ospedale di Molfetta è un fatto fortemente positivo per noi, poiché ci permette di vivere la tensione di un ente capace di assistere moralmente, di curare e di formare», queste le parole del presidente de Ceglia che ha ribadito la struttura e il clima familiare che ha da sempre caratterizzato il nosocomio cittadino, aiutandolo a crescere, a partire dalla costruzione e successiva inaugurazione nel 1968 alla presenza di Aldo Moro.
Una grandezza che negli ultimi anni si sta sgretolando sotto i colpi della politica e della burocrazia e che rischia di essere abbattuta a discapito soprattutto dei cittadini che ancora credono che la "salute sia un dono e non un diritto".