Cronaca
Orrore a Molfetta: spuntano i resti di un asino in contrada Nepta
È allarme. Il sospetto della macellazione clandestina, caccia ai macelli illegali
Molfetta - mercoledì 14 dicembre 2016
1.55
Se non è allarme, poco ci manca. La segnalazione giunge da Molfetta. Corredata da eloquenti immagini.
È una vera e propria discarica abusiva di rifiuti speciali quella che s'è parata davanti agli occhi degli attivisti pugliesi della Lega per l'Abolizione della Caccia che, lasciati i percorsi abituali, hanno deciso di addentrarsi nella località rurale Chiusa della Nepta.
Qui, in un fondo privato, abbandonato, fra rifiuti ingombranti, eternit, guaine bituminose, rifiuti elettronici e buste nere di plastica, ecco comparire anche un asino scuoiato. Ossa e frattaglie in qualche caso in via di decomposizione da non molto tempo. Sintomo evidente che il passaggio è recente. «Sì, non sembra essere passato tantissimo tempo a giudicare dallo stato di conservazione», commenta Pasquale Salvemini, attivista WWF e delegato regionale della Lega.
Ma chissà da quanto tempo, in realtà, quella località, ubicata in prossimità del cantiere per la realizzazione della bretella per l'accesso alla strada statale 16 bis e dunque semiprotetta da occhi indiscreti, è usata da qualcuno per abbandonare resti di animali, sui quali adesso spunta l'ombra delle macellazioni clandestine o comunque di un irregolare smaltimento delle carcasse di animali morti.
Ma in questo caso è forse più plausibile pensare a una vera e propria attività di macellazione clandestina. È un'ipotesi, certo, ma da non prendere sottogamba. Il business nel settore, che deriva in particolare dai furti di bestiame, è sempre molto alto. «Ma il rischio più grave - ha ammonito Salvemini attraverso le pagine della Gazzetta del Mezzogiorno - è legato all'immissione sul mercato di carni potenzialmente contaminate, soprattutto in vista delle prossime festività».
«Stiamo lavorando per individuare coloro che organizzato mattanze illegali in zona. Qualche settimana fa - ricorda - avevamo ritrovato i resti di cavalli lungo la strada che da Molfetta conduce a Ruvo, ora i resti di un asino. È evidente che c'è qualcuno che ha fatto della macellazione clandestina la propria fonte di reddito. Per quel che ci riguarda continueremo a monitorare l'area e le zone periferiche della città».
Di certo, in questi giorni più di qualcuno s'è accorto di quelle frattaglie. L'odore di decomposizione è forte. E sembra anche, da indiscrezioni, che via un'indagine in corso. «Noi stiamo perseguendo due vie diverse - ha spiegato ancora Salvemini -. Stiamo collaborando con il Corpo Forestale dello Stato per localizzare le stalle abusive, individuare gli eventuali responsabili della mattanza e ci prepariamo ad attivare il Comune di Molfetta affinché bonifichi l'area».
«Nel frattempo - ha concluso - chiediamo a chiunque abbia visto qualcosa di farsi avanti».
È una vera e propria discarica abusiva di rifiuti speciali quella che s'è parata davanti agli occhi degli attivisti pugliesi della Lega per l'Abolizione della Caccia che, lasciati i percorsi abituali, hanno deciso di addentrarsi nella località rurale Chiusa della Nepta.
Qui, in un fondo privato, abbandonato, fra rifiuti ingombranti, eternit, guaine bituminose, rifiuti elettronici e buste nere di plastica, ecco comparire anche un asino scuoiato. Ossa e frattaglie in qualche caso in via di decomposizione da non molto tempo. Sintomo evidente che il passaggio è recente. «Sì, non sembra essere passato tantissimo tempo a giudicare dallo stato di conservazione», commenta Pasquale Salvemini, attivista WWF e delegato regionale della Lega.
Ma chissà da quanto tempo, in realtà, quella località, ubicata in prossimità del cantiere per la realizzazione della bretella per l'accesso alla strada statale 16 bis e dunque semiprotetta da occhi indiscreti, è usata da qualcuno per abbandonare resti di animali, sui quali adesso spunta l'ombra delle macellazioni clandestine o comunque di un irregolare smaltimento delle carcasse di animali morti.
Ma in questo caso è forse più plausibile pensare a una vera e propria attività di macellazione clandestina. È un'ipotesi, certo, ma da non prendere sottogamba. Il business nel settore, che deriva in particolare dai furti di bestiame, è sempre molto alto. «Ma il rischio più grave - ha ammonito Salvemini attraverso le pagine della Gazzetta del Mezzogiorno - è legato all'immissione sul mercato di carni potenzialmente contaminate, soprattutto in vista delle prossime festività».
«Stiamo lavorando per individuare coloro che organizzato mattanze illegali in zona. Qualche settimana fa - ricorda - avevamo ritrovato i resti di cavalli lungo la strada che da Molfetta conduce a Ruvo, ora i resti di un asino. È evidente che c'è qualcuno che ha fatto della macellazione clandestina la propria fonte di reddito. Per quel che ci riguarda continueremo a monitorare l'area e le zone periferiche della città».
Di certo, in questi giorni più di qualcuno s'è accorto di quelle frattaglie. L'odore di decomposizione è forte. E sembra anche, da indiscrezioni, che via un'indagine in corso. «Noi stiamo perseguendo due vie diverse - ha spiegato ancora Salvemini -. Stiamo collaborando con il Corpo Forestale dello Stato per localizzare le stalle abusive, individuare gli eventuali responsabili della mattanza e ci prepariamo ad attivare il Comune di Molfetta affinché bonifichi l'area».
«Nel frattempo - ha concluso - chiediamo a chiunque abbia visto qualcosa di farsi avanti».