Cultura, Eventi e Spettacolo
Ornella Vanoni incanta Molfetta e rende magico l'Anfiteatro di Ponente
L'artista in concerto ieri, a chiusura di una settimana ricca di grandi eventi
Molfetta - lunedì 29 luglio 2019
9.36
È stata una settimana "gigantesca" di musica per Molfetta, all'interno degli appuntamenti annunciati per l'Estate Molfettese: dopo l'energia di Carl Brave e i ritmi celtici di Lorena McKennitt, passando per Antonello Venditti e il suo concerto evento in Banchina San Domenico, domenica 28 luglio presso l'Anfiteatro di Ponente è stata la volta di una delle artiste dalla carriera musicale più longeva nella scena musicale italiana, Ornella Vanoni, costantemente in attività dal 1956 e considerata tra le maggiori interpreti della musica leggera italiana.
L'artista, che nel corso della sua lunghissima carriera ha partecipato a otto edizioni del Festival di Sanremo, durante le quali è stata la prima artista in assoluto a ricevere il Premio alla Carriera, ha saputo intrattenere con uno spettacolo dai toni soffusi ed intimi, quasi alla maniera di un locale jazz, alternando brani classici del suo repertorio con cover inedite: pubblico in visibilio per l'artista di origine milanese che ha saputo unire alla voce particolarissima racconti di vita e motteggi ironici, sebbene fosse afflitta da un fastidioso raffreddore. Ma, del resto, come lei stessa, ha sostenuto "quando salgo sul palco, io guarisco, la musica è la mia migliore medicina".
Accompagnata per quasi tutta la durata dell'esibizione da suo barboncino Ondina, la Vanoni è stata protagonista di una performance all'altezza della sua fama, mentre spaziava dal mondo della bossa nova fino a quello del jazz e della canzone d'autore italiana: oltre ai suoi successi più celebri come "Senza fine", "Tristezza", "La voglia e la pazzia", "Rossetto e cioccolato" e "Dettagli", la cantante ha anche pescato dal suo poliedrico cilindro interpretativo anche una toccante interpretazione di "Caruso", idealmente dedicata all'amico Lucio Dalla, passando per una versione cantata per la prima volta di "Dune mosse" di Zucchero, arrivando alla dolente "Vedrai, vedrai" di Tenco. Sul finale, Ornella Vanoni ha chiesto di puntare le luci sulla sala così che il pubblico potesse cantare assieme a lei la celeberrima "Sapore di sale", congedando definitivamente la platea con il suo "Domani è un altro giorno".
"Adesso è l'ora di fare la nanna", ha scherzato salutando gli spettatori che, ancora, chiedevano a gran voce la sua presenza sul palco, mentre veniva omaggiata con un dono floreale da parte dell'assessore alla cultura Sara Allegretta.
Un'interprete immensa che, come molti altri prima di lei, ha impreziosito le serate della nostra città regalando una musica così universalmente privata ed emotiva da rendere l'anfiteatro di Ponente quasi piccolo come la stanza di ognuno di noi, quando facciamo scorrere le note delle nostre canzoni preferite.
L'artista, che nel corso della sua lunghissima carriera ha partecipato a otto edizioni del Festival di Sanremo, durante le quali è stata la prima artista in assoluto a ricevere il Premio alla Carriera, ha saputo intrattenere con uno spettacolo dai toni soffusi ed intimi, quasi alla maniera di un locale jazz, alternando brani classici del suo repertorio con cover inedite: pubblico in visibilio per l'artista di origine milanese che ha saputo unire alla voce particolarissima racconti di vita e motteggi ironici, sebbene fosse afflitta da un fastidioso raffreddore. Ma, del resto, come lei stessa, ha sostenuto "quando salgo sul palco, io guarisco, la musica è la mia migliore medicina".
Accompagnata per quasi tutta la durata dell'esibizione da suo barboncino Ondina, la Vanoni è stata protagonista di una performance all'altezza della sua fama, mentre spaziava dal mondo della bossa nova fino a quello del jazz e della canzone d'autore italiana: oltre ai suoi successi più celebri come "Senza fine", "Tristezza", "La voglia e la pazzia", "Rossetto e cioccolato" e "Dettagli", la cantante ha anche pescato dal suo poliedrico cilindro interpretativo anche una toccante interpretazione di "Caruso", idealmente dedicata all'amico Lucio Dalla, passando per una versione cantata per la prima volta di "Dune mosse" di Zucchero, arrivando alla dolente "Vedrai, vedrai" di Tenco. Sul finale, Ornella Vanoni ha chiesto di puntare le luci sulla sala così che il pubblico potesse cantare assieme a lei la celeberrima "Sapore di sale", congedando definitivamente la platea con il suo "Domani è un altro giorno".
"Adesso è l'ora di fare la nanna", ha scherzato salutando gli spettatori che, ancora, chiedevano a gran voce la sua presenza sul palco, mentre veniva omaggiata con un dono floreale da parte dell'assessore alla cultura Sara Allegretta.
Un'interprete immensa che, come molti altri prima di lei, ha impreziosito le serate della nostra città regalando una musica così universalmente privata ed emotiva da rendere l'anfiteatro di Ponente quasi piccolo come la stanza di ognuno di noi, quando facciamo scorrere le note delle nostre canzoni preferite.