
Politica
Ore tese al Comune di Molfetta. Ipotesi voto a ottobre se Minervini si dimette?
Gli scenari: voto in autunno o in estate, dopo il commissariamento
Molfetta - mercoledì 16 giugno 2021
16.16
Tommaso Minervini sarebbe un uomo ormai solo al potere.
Il sindaco, infatti, non godrebbe più dell'appoggio di tutte quelle forze politiche e civiche che nel 2017 contribuirono alla sua seconda elezione.
L'operazione "Fantasia al potere", che vede il primo cittadino indagato dalla Procura di Trani e l'ex assessore ai lavori pubblici Mariano Caputo in carcere (oltre all'ex funzionario comunale Orazio Lisena, all'ex consigliere comunale Sara Castriotta e ad alcuni imprenditori locali) a causa dello scandalo "appaltopoli", ha rotto il già labile equilibrio nella maggioranza ottenuto a inizio anno con un rimpasto di Giunta dopo la verifica richiesta dal Partito Democratico all'indomani della notifica degli avvisi di garanzia nel novembre 2020.
Sarebbe proprio il PD l'ago della bilancia.
Minervini avrebbe confermato la volontà di non volersi dimettere mentre i tesserati del Partito Democratico valutano la fuoriuscita: Gianni Facchini e Nicola Piergiovanni, consigliere e presidente del Consiglio comunale, hanno riferito che si atterranno alla decisione dell'assemblea. Decisione attesa a momenti dopo una prima riunione di martedì scorso.
Se il PD dovesse sfilarsi, come potrebbe fare anche il gruppo consigliare facente riferimento all'assessore Pietro Mastropasqua, Tommaso Minervini non avrebbe più i numeri per governare la città.
Se ciò dovesse avvenire a stretto giro non sarebbe da escludere che Molfetta vada alle urne già nell'autunno 2021, presumibilmente ad ottobre. Se, invece, la crisi dovesse durare settimane (come a fine 2020) e concludersi con la fine dell'amministrazione Minervini - bis, allora, si aprirebbero le porte di un lungo commissariamento con i molfettesi alle urne nella primavera del 2022.
Primavera 2022 che, comunque, resta la data di riferimento per le comunali nel caso la crisi fosse risolta poichè è il termine naturale del mandato ricevuto nel 2017.
Il sindaco, infatti, non godrebbe più dell'appoggio di tutte quelle forze politiche e civiche che nel 2017 contribuirono alla sua seconda elezione.
L'operazione "Fantasia al potere", che vede il primo cittadino indagato dalla Procura di Trani e l'ex assessore ai lavori pubblici Mariano Caputo in carcere (oltre all'ex funzionario comunale Orazio Lisena, all'ex consigliere comunale Sara Castriotta e ad alcuni imprenditori locali) a causa dello scandalo "appaltopoli", ha rotto il già labile equilibrio nella maggioranza ottenuto a inizio anno con un rimpasto di Giunta dopo la verifica richiesta dal Partito Democratico all'indomani della notifica degli avvisi di garanzia nel novembre 2020.
Sarebbe proprio il PD l'ago della bilancia.
Minervini avrebbe confermato la volontà di non volersi dimettere mentre i tesserati del Partito Democratico valutano la fuoriuscita: Gianni Facchini e Nicola Piergiovanni, consigliere e presidente del Consiglio comunale, hanno riferito che si atterranno alla decisione dell'assemblea. Decisione attesa a momenti dopo una prima riunione di martedì scorso.
Se il PD dovesse sfilarsi, come potrebbe fare anche il gruppo consigliare facente riferimento all'assessore Pietro Mastropasqua, Tommaso Minervini non avrebbe più i numeri per governare la città.
Se ciò dovesse avvenire a stretto giro non sarebbe da escludere che Molfetta vada alle urne già nell'autunno 2021, presumibilmente ad ottobre. Se, invece, la crisi dovesse durare settimane (come a fine 2020) e concludersi con la fine dell'amministrazione Minervini - bis, allora, si aprirebbero le porte di un lungo commissariamento con i molfettesi alle urne nella primavera del 2022.
Primavera 2022 che, comunque, resta la data di riferimento per le comunali nel caso la crisi fosse risolta poichè è il termine naturale del mandato ricevuto nel 2017.