Cronaca
Omicidio stradale, la Procura ha aperto un fascicolo sulla morte di Vito Tota
L'avvocato del conducente: "E' devastato dallo shock. C'è rispetto per il dolore dei famigliari"
Molfetta - giovedì 7 aprile 2016
18.36
La Procura di Trani ha aperto un fascicolo d'indagine sull'incidente stradale avvenuto stamattina in viale Pio XI causando la morte di Vito Tota, il ventenne a bordo dello scooter scontratosi contro un Suv durante la manovra di uscita da un garage. L'indagine è ovviamente un atto dovuto che va da sé di fronte alla tragica morte di una persona.
Omicidio stradale è l'ipotesi di reato a carico di N. C., l'uomo di alla guida del Suv. A coordinare l'indagine sarà il pubblico ministero Simona Merra del Tribunale di Trani che ha affidato tutti gli accertamenti del caso al comandante della Polizia Municipale di Molfetta, Giuseppe Gadaleta. "Abbiamo concluso i rilievi planimetrici sul luogo dell'accaduto: da una prima analisi dei danni subiti dai mezzi — spiega Gadaleta — emerge che il ragazzo a bordo della moto procedesse a una velocità non commisurata al tipo di strada".
Domani Gadaleta si recherà presso il Tribunale di Trani per consegnare i primi riscontri. Quel che è certo è che il tachimetro della moto è andato completamento distrutto ed è impossibile desumere la velocità esatta al momento dell'impatto. La dinamica dell'incidente sembrerebbe comunque abbastanza chiara: la moto di Vito Tota si è scontrata con il Suv di N. C. mentre questo usciva dal garage del complesso residenziale "Le Mimose". Stando ai primi rilievi, l'urto è avvenuto tra la ruota anteriore sinistra e il parafanghi anteriore. Ora la Polizia Municipale dovrà procedere con l'ascolto dei teste, sebbene al momento nessuno si è recato presso il comando della Polizia Municipale.
La salma di Vito Tota è ancora a disposizione dell'autorità giudiziaria che dopo l'incidente ha subito disposto gli esami tossicologici attraverso un prelievo ematico sia sulla salma di Vito Tota, sia su N.C. Il ragazzo è morto sul corpo: secondo il referto del 118, il decesso è stato causato da un forte trauma cranico. Difficile stabilire se il giovane indossasse il casco al momento dello scontro, visto che è stato ritrovato a oltre quindici metri dal luogo dell'impatto.
Intanto, N. C., dipendente Exprivia, è devastato dallo shock. Tra l'altro stamattina (pochi istanti dopo l'accaduto) è stato aggredito da uno dei famigliari della vittima: ferito a un labbro è stato trasportato in ospedale dove ha subito sei punti di sutura. Al momento però l'ipotesi della denuncia non è presa nemmeno in considerazione. "Di fronte alla drammaticità della morte di un ragazzo così giovane," spiega a MolfettaViva Felice Petruzzella, l'avvocato di N. C., "prevale la comprensione e il rispetto per il dolore della famiglia. N. in questo momento è devastato dallo shock. E' profondamente sconvolto per essersi trovato coinvolto, seppur del tutto involontariamente e senza colpe, in un fatto tragico che è costato la vita a un ragazzo giovanissimo". "Attraverso il vostro giornale — aggiunge l'avvocato Petruzzella — vorrei fare un appello affinché tutte le persone dotate di senso civico che hanno assistito all'incidente possano farsi avanti per testimoniare e accertare la verità dei fatti."
Omicidio stradale è l'ipotesi di reato a carico di N. C., l'uomo di alla guida del Suv. A coordinare l'indagine sarà il pubblico ministero Simona Merra del Tribunale di Trani che ha affidato tutti gli accertamenti del caso al comandante della Polizia Municipale di Molfetta, Giuseppe Gadaleta. "Abbiamo concluso i rilievi planimetrici sul luogo dell'accaduto: da una prima analisi dei danni subiti dai mezzi — spiega Gadaleta — emerge che il ragazzo a bordo della moto procedesse a una velocità non commisurata al tipo di strada".
Domani Gadaleta si recherà presso il Tribunale di Trani per consegnare i primi riscontri. Quel che è certo è che il tachimetro della moto è andato completamento distrutto ed è impossibile desumere la velocità esatta al momento dell'impatto. La dinamica dell'incidente sembrerebbe comunque abbastanza chiara: la moto di Vito Tota si è scontrata con il Suv di N. C. mentre questo usciva dal garage del complesso residenziale "Le Mimose". Stando ai primi rilievi, l'urto è avvenuto tra la ruota anteriore sinistra e il parafanghi anteriore. Ora la Polizia Municipale dovrà procedere con l'ascolto dei teste, sebbene al momento nessuno si è recato presso il comando della Polizia Municipale.
La salma di Vito Tota è ancora a disposizione dell'autorità giudiziaria che dopo l'incidente ha subito disposto gli esami tossicologici attraverso un prelievo ematico sia sulla salma di Vito Tota, sia su N.C. Il ragazzo è morto sul corpo: secondo il referto del 118, il decesso è stato causato da un forte trauma cranico. Difficile stabilire se il giovane indossasse il casco al momento dello scontro, visto che è stato ritrovato a oltre quindici metri dal luogo dell'impatto.
Intanto, N. C., dipendente Exprivia, è devastato dallo shock. Tra l'altro stamattina (pochi istanti dopo l'accaduto) è stato aggredito da uno dei famigliari della vittima: ferito a un labbro è stato trasportato in ospedale dove ha subito sei punti di sutura. Al momento però l'ipotesi della denuncia non è presa nemmeno in considerazione. "Di fronte alla drammaticità della morte di un ragazzo così giovane," spiega a MolfettaViva Felice Petruzzella, l'avvocato di N. C., "prevale la comprensione e il rispetto per il dolore della famiglia. N. in questo momento è devastato dallo shock. E' profondamente sconvolto per essersi trovato coinvolto, seppur del tutto involontariamente e senza colpe, in un fatto tragico che è costato la vita a un ragazzo giovanissimo". "Attraverso il vostro giornale — aggiunge l'avvocato Petruzzella — vorrei fare un appello affinché tutte le persone dotate di senso civico che hanno assistito all'incidente possano farsi avanti per testimoniare e accertare la verità dei fatti."