Cronaca
Omicidio De Gennaro, Salvemini: «Prudenza e basta speculazioni»
L'avvocato della famiglia della vittima invita «tutti a lasciare al processo che verrà l'accertamento dei motivi del fatto»
Molfetta - martedì 20 febbraio 2024
10.07
«Dario De Gennaro è stato violentemente ucciso a coltellate e successivamente al reato è stato tentato un lucido e sofisticato piano di occultamento del corpo con modi a dir poco raccapriccianti». A scriverlo, in una nota, è l'avvocato Michele Salvemini, difensore della madre e della sorella del 23enne ucciso a Molfetta.
Un delitto orribile su cui il legale molfettese invita alla «prudenza» e ad evitare «speculazioni». Onofrio de Pasquale, intanto, è rinchiuso in carcere. Ieri ha ribadito la propria versione anche nell'aula bunker del penitenziario di Trani durante l'interrogatorio, durato poco più di un'ora, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, che ha convalidato il fermo per omicidio volontario, tentativo di soppressione di cadavere e la detenzione di stupefacenti.
L'uomo ha ammesso di avere colpito De Gennaro dopo un furioso alterco «con diversi colpi di coltello, di cui alcuni sul collo e sulla ragione nucale, cagionandone il decesso». È stato lui, venerdì, ad indicare dove si trovava il corpo, in una nicchia della sua abitazione: per gli inquirenti avrebbe tentato di occultare il cadavere.
«Quale difensore delle persone offese sig.re Francesca De Virgilio e Antonia De Gennaro, rispettivamente madre e sorella del compianto Dario De Gennaro, come noto deceduto il 15 febbraio 2024, espongo quanto segue: non è assolutamente mia abitudine interloquire con la stampa salvo sia assolutamente necessario a tutelare esclusivamente i miei assistiti.
Nel caso di specie devo purtroppo constatare come negli ultimi giorni si siano susseguiti su varie testate un numero impressionante di articoli che valorizzano voci correnti nel pubblico, indiscrezioni investigative e quanto trapela (volutamente o accidentalmente) dalle dichiarazioni dell'indagato. Tutte informazioni tendenti a speculare sulle modalità dell'omicidio, sui motivi che lo determinarono o a corroborare tesi di chi del delitto risponde.
Non posso che rammentare prudenza e come ora non siano opportune speculazioni. Pertanto invito un po' tutti gli interessati alla vicenda a lasciare al processo che verrà l'accertamento dei motivi del fatto o addirittura della dinamica dell'azione. Ora non possiamo basarci su opinioni ma al più su fatti oggettivi.
Ossia che il compianto Dario De Gennaro è stato violentemente ucciso a coltellate e successivamente al reato sia stato tentato un lucido e sofisticato piano di occultamento del corpo con modi a dir poco raccapriccianti. Modalità che disorientano persino noi operatori del diritto purtroppo abituati a far quotidianamente fronte all'imponderabile agire umano.
Tutto ciò per amore del diritto di cronaca ma nel rispetto di chi in questo momento sprofonda nell'inconsolabile dolore dovuto al decesso di un congiunto di soli 23 anni».
Un delitto orribile su cui il legale molfettese invita alla «prudenza» e ad evitare «speculazioni». Onofrio de Pasquale, intanto, è rinchiuso in carcere. Ieri ha ribadito la propria versione anche nell'aula bunker del penitenziario di Trani durante l'interrogatorio, durato poco più di un'ora, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, che ha convalidato il fermo per omicidio volontario, tentativo di soppressione di cadavere e la detenzione di stupefacenti.
L'uomo ha ammesso di avere colpito De Gennaro dopo un furioso alterco «con diversi colpi di coltello, di cui alcuni sul collo e sulla ragione nucale, cagionandone il decesso». È stato lui, venerdì, ad indicare dove si trovava il corpo, in una nicchia della sua abitazione: per gli inquirenti avrebbe tentato di occultare il cadavere.
La nota dell'avvocato Michele Salvemini
«Quale difensore delle persone offese sig.re Francesca De Virgilio e Antonia De Gennaro, rispettivamente madre e sorella del compianto Dario De Gennaro, come noto deceduto il 15 febbraio 2024, espongo quanto segue: non è assolutamente mia abitudine interloquire con la stampa salvo sia assolutamente necessario a tutelare esclusivamente i miei assistiti.
Nel caso di specie devo purtroppo constatare come negli ultimi giorni si siano susseguiti su varie testate un numero impressionante di articoli che valorizzano voci correnti nel pubblico, indiscrezioni investigative e quanto trapela (volutamente o accidentalmente) dalle dichiarazioni dell'indagato. Tutte informazioni tendenti a speculare sulle modalità dell'omicidio, sui motivi che lo determinarono o a corroborare tesi di chi del delitto risponde.
Non posso che rammentare prudenza e come ora non siano opportune speculazioni. Pertanto invito un po' tutti gli interessati alla vicenda a lasciare al processo che verrà l'accertamento dei motivi del fatto o addirittura della dinamica dell'azione. Ora non possiamo basarci su opinioni ma al più su fatti oggettivi.
Ossia che il compianto Dario De Gennaro è stato violentemente ucciso a coltellate e successivamente al reato sia stato tentato un lucido e sofisticato piano di occultamento del corpo con modi a dir poco raccapriccianti. Modalità che disorientano persino noi operatori del diritto purtroppo abituati a far quotidianamente fronte all'imponderabile agire umano.
Tutto ciò per amore del diritto di cronaca ma nel rispetto di chi in questo momento sprofonda nell'inconsolabile dolore dovuto al decesso di un congiunto di soli 23 anni».