Cronaca
Nuova vita per Ulaa, l'Enpa Molfetta: «Ma ora non lasciateci soli»
L'associazione affida a Facebook un lungo messaggio: «Non siamo mai stai semplici spettatori di certe brutte vicende»
Molfetta - giovedì 26 novembre 2020
8.34
È diventato presto virale il video in cui un uomo frusta un pastore tedesco di nome Ulaa (clicca qui), poi adottato da una ragazza di Molfetta. Subito è scattata l'indignazione sui social, mentre la sezione molfettese dell'Ente Nazionale per la Protezione degli Animali ha affidato a Facebook un lungo messaggio.
«Riteniamo di esprimere alcuni chiarimenti, se non altro per senso di cronaca e trasparenza del nostro operato - scrive l'associazione locale -, in merito al video del maltrattamento della povera Ulaa che sta facendo il giro del web e dei social ed è diventato virale.
Come si può verificare da un nostro post del 25 agosto (clicca qui), la nostra associazione, coadiuvata dall'avvocato Massimiliano Vaccariello, è stata al fianco di Mariagrazia per aiutarla ad ottenere l'affidamento di Ulissa dopo il verificarsi dei fatti mostrati nel video, fatti che sono stati tempestivamente denunciati a suo tempo.
Il cane, infatti, grazie alle istanze formulate dal nostro legale, fu affidato in tempi celeri dapprima ad Enpa Molfetta e successivamente adottato dalla signora Mariagrazia; il tutto nel rispetto delle prescrizioni delle competenti autorità e dei tempi previsti dalla normativa.
Speriamo, quindi, che la circostanza e che grazie al nostro impegno Ulaa abbia potuto, non solo lasciarsi alle spalle quella brutta esperienza, ma anche trovare rapidamente una famiglia amorevole, possa rassicurare tutti sul fatto che, per quanto in nostro potere, non lasceremo che certi atti violenti si ripetano su altri esseri indifesi.
Come associazione non siamo d'accordo sulla diffusione di quel video che, per ovvie ragioni, può urtare la sensibilità di molti e che, inoltre, ci risulta essere oggetto di accertamenti tuttora in corso.
Tuttavia, comprendiamo la frustrazione nel vedere che a persone capaci di atti così violenti venga tuttora consentito di detenere altri cani; tanto che la nostra attività non si è fermata alla risoluzione della situazione di Ulissa, ma è proseguita e proseguirà ancora con colloqui e richieste alle autorità competenti per verificare quali atti le stesse potranno e vorranno porre in essere.
Giusto per chiarezza e a scanso di equivoci, non siamo mai stai, né mai resteremo, semplici spettatori di certe brutte vicende, anzi da sempre sollecitiamo chi ne ha il potere e l'autorità competenti ad adottare gli opportuni provvedimenti per vicende come quella in questione.
Concludiamo con l'invito a chiunque sia a conoscenza di elementi che possano essere utili alle autorità per punire gli atti violenti in danno ai nostri amici a quattro zampe a seguire l'esempio di Mariagrazia e farsi avanti denunciando tali atti. Non lasciateci soli a combattere queste battaglie!».
«Riteniamo di esprimere alcuni chiarimenti, se non altro per senso di cronaca e trasparenza del nostro operato - scrive l'associazione locale -, in merito al video del maltrattamento della povera Ulaa che sta facendo il giro del web e dei social ed è diventato virale.
Come si può verificare da un nostro post del 25 agosto (clicca qui), la nostra associazione, coadiuvata dall'avvocato Massimiliano Vaccariello, è stata al fianco di Mariagrazia per aiutarla ad ottenere l'affidamento di Ulissa dopo il verificarsi dei fatti mostrati nel video, fatti che sono stati tempestivamente denunciati a suo tempo.
Il cane, infatti, grazie alle istanze formulate dal nostro legale, fu affidato in tempi celeri dapprima ad Enpa Molfetta e successivamente adottato dalla signora Mariagrazia; il tutto nel rispetto delle prescrizioni delle competenti autorità e dei tempi previsti dalla normativa.
Speriamo, quindi, che la circostanza e che grazie al nostro impegno Ulaa abbia potuto, non solo lasciarsi alle spalle quella brutta esperienza, ma anche trovare rapidamente una famiglia amorevole, possa rassicurare tutti sul fatto che, per quanto in nostro potere, non lasceremo che certi atti violenti si ripetano su altri esseri indifesi.
Come associazione non siamo d'accordo sulla diffusione di quel video che, per ovvie ragioni, può urtare la sensibilità di molti e che, inoltre, ci risulta essere oggetto di accertamenti tuttora in corso.
Tuttavia, comprendiamo la frustrazione nel vedere che a persone capaci di atti così violenti venga tuttora consentito di detenere altri cani; tanto che la nostra attività non si è fermata alla risoluzione della situazione di Ulissa, ma è proseguita e proseguirà ancora con colloqui e richieste alle autorità competenti per verificare quali atti le stesse potranno e vorranno porre in essere.
Giusto per chiarezza e a scanso di equivoci, non siamo mai stai, né mai resteremo, semplici spettatori di certe brutte vicende, anzi da sempre sollecitiamo chi ne ha il potere e l'autorità competenti ad adottare gli opportuni provvedimenti per vicende come quella in questione.
Concludiamo con l'invito a chiunque sia a conoscenza di elementi che possano essere utili alle autorità per punire gli atti violenti in danno ai nostri amici a quattro zampe a seguire l'esempio di Mariagrazia e farsi avanti denunciando tali atti. Non lasciateci soli a combattere queste battaglie!».