Chiesa locale
Numero speciale di Luce e Vita in occasione del trigesimo di monsignor Martella
Giovedì, in cattedrale, alle 19.30, celebrazione con monsignor Aiello
Molfetta - lunedì 3 agosto 2015
7.05
Sarà monsignor Arturo Aiello a presiedere, giovedì 6 agosto, nella Cattedrale di Molfetta, la celebrazione del trigesimo. La Santa messa avrà inizio alle 19.30. A conclusione sarà distribuito lo speciale "Luce e Vita" con il testamento spirituale di don Gino.
«Il riferimento totale a Dio, Padre Figlio e Spirito Santo e alla Vergine Maria, l'amore per la sua famiglia e la sua terra e quello per la sua "sposa": la diocesi affidatagli; la consapevolezza della propria piccolezza e la fiducia nella Provvidenza divina, sono - scrive Gino Sparapano, direttore dell'ufficio comunicazioni sociali della Diocesi - i capisaldi del testamento spirituale che don Gino Martella ci lascia, in un manoscritto datato 7 febbraio 2008.
Parole che dicono la sua fede genuina e il suo amore totale alla Chiesa, dichiarato con la chiusa "Vi ho voluto bene e ve ne vorrò sempre".
Ancora motivi per rendere grazie al Signore per il dono che ha fatto a noi tutti nella persona di don Gino».
Di seguito, uno stralcio.
Depressa, 7 febbraio 2008
Testamento spirituale
A Dio che mi ha donato la vita sono infinitamente grato.
Pur consapevole della mia debolezza, confermo fiducioso il mio abbandono al Padre provvidente, all'amabilissimo Figlio suo Gesù, allo Spirito Santo, forza e potenza di amore incontenibile.
Credo e amo la Chiesa di cui spero di essere una minuscola, ma vivida scintilla.
Mi affido alla Vergine Santa, Madre dolcissima e tenerissima, alla quale sempre ho rivolto lo sguardo filiale orante, perché il suo amore rendesse più sicuri i miei passi talvolta incerti e vacillanti.
Amo la Chiesa che è in Otranto che mi ha guidato nel discernimento vocazionale.
Amo il mio paese natale, culla dolcissima dei miei sogni, dei miei progetti e delle mie attese.
Amo la Chiesa che è in Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, mia sposa, alla quale la Provvidenza mi ha destinato come Pastore e che ho cercato di servire con passione e abnegazione.
Al Padre celeste, fonte di ogni dono, esprimo ancora la mia gratitudine per avermi fatto nascere in una famiglia umile e dignitosa, laboriosa e timorata di Dio.
Lo ringrazio per il dono della vocazione al ministero presbiterale ed episcopale, senza alcun mio merito. Dono che, nella mia pochezza, ho cercato di custodire e di vivere con l'aiuto della sua grazia e il sostegno di tante persone buone.
Chiedo perdono per tutte le mie inadempienze e imprudenze, per tutto ciò che ha recato offesa ad altri.
Confido, tuttavia, nella inesauribile misericordia del Padre e nella bontà di tutti coloro che ho conosciuto.
Vi ho voluto bene e ve ne vorrò sempre.
A Dio!
+ don Gino, vescovo
«Il riferimento totale a Dio, Padre Figlio e Spirito Santo e alla Vergine Maria, l'amore per la sua famiglia e la sua terra e quello per la sua "sposa": la diocesi affidatagli; la consapevolezza della propria piccolezza e la fiducia nella Provvidenza divina, sono - scrive Gino Sparapano, direttore dell'ufficio comunicazioni sociali della Diocesi - i capisaldi del testamento spirituale che don Gino Martella ci lascia, in un manoscritto datato 7 febbraio 2008.
Parole che dicono la sua fede genuina e il suo amore totale alla Chiesa, dichiarato con la chiusa "Vi ho voluto bene e ve ne vorrò sempre".
Ancora motivi per rendere grazie al Signore per il dono che ha fatto a noi tutti nella persona di don Gino».
Di seguito, uno stralcio.
Depressa, 7 febbraio 2008
Testamento spirituale
A Dio che mi ha donato la vita sono infinitamente grato.
Pur consapevole della mia debolezza, confermo fiducioso il mio abbandono al Padre provvidente, all'amabilissimo Figlio suo Gesù, allo Spirito Santo, forza e potenza di amore incontenibile.
Credo e amo la Chiesa di cui spero di essere una minuscola, ma vivida scintilla.
Mi affido alla Vergine Santa, Madre dolcissima e tenerissima, alla quale sempre ho rivolto lo sguardo filiale orante, perché il suo amore rendesse più sicuri i miei passi talvolta incerti e vacillanti.
Amo la Chiesa che è in Otranto che mi ha guidato nel discernimento vocazionale.
Amo il mio paese natale, culla dolcissima dei miei sogni, dei miei progetti e delle mie attese.
Amo la Chiesa che è in Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, mia sposa, alla quale la Provvidenza mi ha destinato come Pastore e che ho cercato di servire con passione e abnegazione.
Al Padre celeste, fonte di ogni dono, esprimo ancora la mia gratitudine per avermi fatto nascere in una famiglia umile e dignitosa, laboriosa e timorata di Dio.
Lo ringrazio per il dono della vocazione al ministero presbiterale ed episcopale, senza alcun mio merito. Dono che, nella mia pochezza, ho cercato di custodire e di vivere con l'aiuto della sua grazia e il sostegno di tante persone buone.
Chiedo perdono per tutte le mie inadempienze e imprudenze, per tutto ciò che ha recato offesa ad altri.
Confido, tuttavia, nella inesauribile misericordia del Padre e nella bontà di tutti coloro che ho conosciuto.
Vi ho voluto bene e ve ne vorrò sempre.
A Dio!
+ don Gino, vescovo