Scuola e Lavoro
"#nontivotiamopiù", tanti hastagh anche a Molfetta
I docenti aderiscono alla protesta contro il "ddl scuola" di Renzi
Molfetta - giovedì 14 maggio 2015
7.20
Si sa, oggi le piazze non sono solo quelle reali. Così, non c'è da meravigliarsi se anche in quelle virtuali, anzi, soprattutto in quelle virtuali, scoppi la polemica e divampi la protesta.
#nontivotiamopiù, infatti, è l'hastagh che da qualche giorno i docenti italiani hanno lanciato su Twitter e Facebook: il destinatario è Matteo Renzi, autore del decreto sulla "buona scuola" che tanto sta facendo discutere e che ha mosso, per la prima volta dopo setti anni, le maggiori siglie sindacali a indire un unico sciopero generale qualche giorno fa. Il messaggio è arrivato anche a Molfetta, anche nella Molfetta dei social nelle cui bachechel'hastagh è sempre più condiviso.
«E' un gesto semplice ma non si creda che sia fatto solo per comodità, per rimanere dietro la tastiera e lasciare agli altri l'iniziativa», spiega un docente. «Mi sento umiliato e indignato, sento la mia professionalità messa alla berlina. Capisco, approvo e sostengo le idee che hanno spinto al decreto: tentare, dopo anni, di portare al centro la preparazione, il merito ma non condivido i mezzi», afferma ancora il professore dopo trent'anni, si direbbe, di onorata carriera. Carriera che vede troncata sul nascere un tirocinante.
«Si fa di tutta un'erba un fascio ma non si può, soprattutto in piccole realtà cittadine e quindi scolastiche. Ben venga l'autonomia degli istituti che meglio di chiunque possono conoscere le caratteristiche e le potenzialità del territorio, dei bambini e dei giovani ma c'è bisogno di limiti entro cui i dirigenti devono muoversi e c'è bisogno di fondi, altrimenti è la fine di tutto il sistema», conclude.
Insomma, l'estate della scuola italiana sembra preannunciarsi non calda ma rovente.
#nontivotiamopiù, infatti, è l'hastagh che da qualche giorno i docenti italiani hanno lanciato su Twitter e Facebook: il destinatario è Matteo Renzi, autore del decreto sulla "buona scuola" che tanto sta facendo discutere e che ha mosso, per la prima volta dopo setti anni, le maggiori siglie sindacali a indire un unico sciopero generale qualche giorno fa. Il messaggio è arrivato anche a Molfetta, anche nella Molfetta dei social nelle cui bachechel'hastagh è sempre più condiviso.
«E' un gesto semplice ma non si creda che sia fatto solo per comodità, per rimanere dietro la tastiera e lasciare agli altri l'iniziativa», spiega un docente. «Mi sento umiliato e indignato, sento la mia professionalità messa alla berlina. Capisco, approvo e sostengo le idee che hanno spinto al decreto: tentare, dopo anni, di portare al centro la preparazione, il merito ma non condivido i mezzi», afferma ancora il professore dopo trent'anni, si direbbe, di onorata carriera. Carriera che vede troncata sul nascere un tirocinante.
«Si fa di tutta un'erba un fascio ma non si può, soprattutto in piccole realtà cittadine e quindi scolastiche. Ben venga l'autonomia degli istituti che meglio di chiunque possono conoscere le caratteristiche e le potenzialità del territorio, dei bambini e dei giovani ma c'è bisogno di limiti entro cui i dirigenti devono muoversi e c'è bisogno di fondi, altrimenti è la fine di tutto il sistema», conclude.
Insomma, l'estate della scuola italiana sembra preannunciarsi non calda ma rovente.