Politica
Non vuole parlare ma alla fine parla: Roberto La Grasta svuota il sacco
L'ex Consigliere comunale in silenzio dal Consiglio del 29 aprile
Molfetta - giovedì 9 giugno 2016
2.44
"Non voglio parlare" ripete Roberto La Grasta elencando, sarcasticamente, i punti su cui non vuole discutere. Eppure l'ex consigliere comunale, membro del Pd, svuota il sacco, per la prima volta dopo il Consiglio comunale del 29 aprile quando di fatto Paola Natalicchio decise di porre fine al suo mandato da sindaco.
Lui, eletto tra le fila della lista civica dell'allora candidata a primo cittadino, e poi passato nelle fila del Partito democratico è tra i cinque consiglieri ad "aver voltato le spalle" alla giornalista, come ripetono le persone a lei più vicine.
Cosi, La Grasta sottolinea di non aver "mai votato contro un solo provvedimento della Amministrazione, la stessa che lo andava encomiando in aula per la proficuità dei lavori della Commissione Affari Generali" di cui è stato presidente.
Poi un'altra serie di punti fino alla serata più importante della storia politica cittadina degli ultimi anni.
"Non voglio parlare del consiglio comunale del 29 aprile 2016 e delle certezze fornite dagli uomini del mio partito che l'approdo in giunta del bilancio previsionale era circostanza improvvisa anche a loro e non voglio parlare neanche delle garanzie fornite una settimana prima da parte della segreteria provinciale che quel bilancio sarebbe stato il momento di ritrovamento della unità del Partito, che vedeva in quel bilancio un momento aggregativo e partecipato nelle future discussioni nel Partito".
"Non voglio parlare del giudizio della mia Città, non perché ne abbia timore, né perché tema il giudizio democratico di chi come me La vive e La pone al di sopra di ogni altro interesse, ma perché nel giudizio complessivo sarà ricompreso quello dei soliti noti ai quali non intendo replicare alla stessa maniera in cui per giorni e notti non ho inteso fare, nel rispetto della legittimità delle libere idee altrui, purchè siano libere", conclude.
Lui, eletto tra le fila della lista civica dell'allora candidata a primo cittadino, e poi passato nelle fila del Partito democratico è tra i cinque consiglieri ad "aver voltato le spalle" alla giornalista, come ripetono le persone a lei più vicine.
Cosi, La Grasta sottolinea di non aver "mai votato contro un solo provvedimento della Amministrazione, la stessa che lo andava encomiando in aula per la proficuità dei lavori della Commissione Affari Generali" di cui è stato presidente.
Poi un'altra serie di punti fino alla serata più importante della storia politica cittadina degli ultimi anni.
"Non voglio parlare del consiglio comunale del 29 aprile 2016 e delle certezze fornite dagli uomini del mio partito che l'approdo in giunta del bilancio previsionale era circostanza improvvisa anche a loro e non voglio parlare neanche delle garanzie fornite una settimana prima da parte della segreteria provinciale che quel bilancio sarebbe stato il momento di ritrovamento della unità del Partito, che vedeva in quel bilancio un momento aggregativo e partecipato nelle future discussioni nel Partito".
"Non voglio parlare del giudizio della mia Città, non perché ne abbia timore, né perché tema il giudizio democratico di chi come me La vive e La pone al di sopra di ogni altro interesse, ma perché nel giudizio complessivo sarà ricompreso quello dei soliti noti ai quali non intendo replicare alla stessa maniera in cui per giorni e notti non ho inteso fare, nel rispetto della legittimità delle libere idee altrui, purchè siano libere", conclude.