Eventi e folklore
Non hanno resto i giorni
Valerio Meattini e la poesia del sogno a Molfetta
Italia - domenica 6 aprile 2014
09.45
«Una raccolta in versi», così viene definito da Valerio Meattini, il suo lavoro "Non hanno resto i giorni", edito da Carabba e presentato a Molfetta nell'ambito delle iniziative "Incontri al Duomo", organizzati dalla Fondazione Valente. Un sottile filo lega Meattini a Molfetta, dove ha ricevuto il premio "Agorà" per la raccolta "Sospensioni". A presentare il nuovo lavoro di Meattini autorevoli esponenti della cultura molfettese: Gaetano Mongelli, Giuseppe Saverio Poli, Leo Lestingi e Gaetano Centrone, come moderatore.
Una serata dal grande impatto emotivo, perché le liriche di Meattini sono costruite con ritmi, parole, immagini che arrivano dritte al cuore, non trascendendo mai nel sentimentalismo, nello sdolcinato. Poche parole per far vivere delle emozioni, delle sensazioni, respirare altre atmosfere, che dalle Alpi Apuane sono arrivate sino Molfetta mantenendo intatto il sentimento del poeta. Come dice l'autore «sono parole tribolate, scalpellate». Definizione approfondita anche da Gaetano Mongelli, che attraverso ricostruzioni storiche e soffermandosi sulle parole utilizzate da Meattini ha ritrovato dei nessi con la storia dell'arte.
"Non hanno resto i giorni" è suddiviso per scelta dell'autore in sezioni come "Marine"o "Riverberi", non un titolo per ogni poesia, come hanno fatto rilevare i relatori, un modo per non legare, non limitare il pensiero dell'autore ad una lirica, ma lasciarla spaziare. Meattini si definisce un «cercatore di parole», che come hanno detto i relatori «permettono una lettura introspettiva, dove ognuno può ritrovare la propria dimensione, la propria quotidianità. La lirica di Meattini è anche la poesia del silenzio». Quello che ha inteso l'autore con questa opera è «di non chiudere alla speranza, ma indicare la via laboriosa di ogni giorno, sapendo che altra opera ti attende. In altre parole: di essere solleciti all'opera». E' poesia del sogno, ma anche del fare concreto.
Una serata dal grande impatto emotivo, perché le liriche di Meattini sono costruite con ritmi, parole, immagini che arrivano dritte al cuore, non trascendendo mai nel sentimentalismo, nello sdolcinato. Poche parole per far vivere delle emozioni, delle sensazioni, respirare altre atmosfere, che dalle Alpi Apuane sono arrivate sino Molfetta mantenendo intatto il sentimento del poeta. Come dice l'autore «sono parole tribolate, scalpellate». Definizione approfondita anche da Gaetano Mongelli, che attraverso ricostruzioni storiche e soffermandosi sulle parole utilizzate da Meattini ha ritrovato dei nessi con la storia dell'arte.
"Non hanno resto i giorni" è suddiviso per scelta dell'autore in sezioni come "Marine"o "Riverberi", non un titolo per ogni poesia, come hanno fatto rilevare i relatori, un modo per non legare, non limitare il pensiero dell'autore ad una lirica, ma lasciarla spaziare. Meattini si definisce un «cercatore di parole», che come hanno detto i relatori «permettono una lettura introspettiva, dove ognuno può ritrovare la propria dimensione, la propria quotidianità. La lirica di Meattini è anche la poesia del silenzio». Quello che ha inteso l'autore con questa opera è «di non chiudere alla speranza, ma indicare la via laboriosa di ogni giorno, sapendo che altra opera ti attende. In altre parole: di essere solleciti all'opera». E' poesia del sogno, ma anche del fare concreto.