Cronaca
«Non ci sto a fare il sindaco delle morti bianche»
Il sindaco Natalicchio prende la parola dopo l’ennesimo infortunio sul lavoro
Molfetta - giovedì 8 maggio 2014
15.41
«Esprimo il cordoglio della città di Molfetta alla famiglia Soldano. Avevamo detto il 1 maggio sul palco con i sindacati che non volevamo più sentire omelie come quella ascoltata poco più di un mese fa dopo la tragedia della famiglia Rizzi di Bitonto. Sono molto turbata. Stamattina avevo appreso la notizia di un lavoratore del mare, un molfettese, scampato a un incendio in sala macchine a bordo del cargo italiano Altinia nel Golfo di Aden, poi la tragedia nella zona Asi». Così il sindaco, Paola Natalicchio, dopo l'ennesimo infortunio sul lavoro.
«La statistica è ferale. Non ci sto – dice - a fare il sindaco delle morti bianche. Non possiamo andare avanti in questo modo. Tocca spingere l'acceleratore con il rafforzamento dei controlli e delle politiche di prevenzione su cui nessuno si deve risparmiare.
Nell'incontro con il Prefetto Nunziante del 22 aprile avevamo già presentato il nostro progetto di istituzione a Molfetta di un Osservatorio sulla sicurezza sul lavoro. Ci stiamo lavorando con lo Spesal, i consulenti del lavoro e in collaborazione con le forze dell'ordine. Andremo avanti con determinazione. Ci sono in gioco tanti fattori – conclude - le vite umane e il destino produttivo di un territorio con 400 insediamenti produttivi e circa 3.000 lavoratori. La cultura della sicurezza deve essere considerata obbligatoria e non accessoria. Si tratta di tutelare le vite umane e lo sviluppo di questo pezzo di territorio e di Puglia. C'è molto lavoro da fare. Lo faremo fino in fondo»
«La statistica è ferale. Non ci sto – dice - a fare il sindaco delle morti bianche. Non possiamo andare avanti in questo modo. Tocca spingere l'acceleratore con il rafforzamento dei controlli e delle politiche di prevenzione su cui nessuno si deve risparmiare.
Nell'incontro con il Prefetto Nunziante del 22 aprile avevamo già presentato il nostro progetto di istituzione a Molfetta di un Osservatorio sulla sicurezza sul lavoro. Ci stiamo lavorando con lo Spesal, i consulenti del lavoro e in collaborazione con le forze dell'ordine. Andremo avanti con determinazione. Ci sono in gioco tanti fattori – conclude - le vite umane e il destino produttivo di un territorio con 400 insediamenti produttivi e circa 3.000 lavoratori. La cultura della sicurezza deve essere considerata obbligatoria e non accessoria. Si tratta di tutelare le vite umane e lo sviluppo di questo pezzo di territorio e di Puglia. C'è molto lavoro da fare. Lo faremo fino in fondo»