Politica
«Noi, il vero civismo, senza padrini nè padroni: per questo ce la faremo»
Il candidato sindaco Bepi Maralfa e Area Pubblica concludono la campagna elettorale
Molfetta - venerdì 9 giugno 2017
E' un fiume in piena Bepi Maralfa. Schietto, diretto, assolutamente pragmatico nel suo discorso alla città e agli elettori nel comizio conclusivo della campagna elettorale.
Su Corso Umberto, davanti a un folto uditorio, l'avvocato penalista parla del passato e dell'esperienza nell'ultima amministrazione, riavvolge il nastro e spiega ancora perchè non è stato possibile presentare una candidatura unitaria dalle ceneri di quanto rimasto dell'ultimo governo cittadino ma, soprattutto, spiega in punti «salienti, che sono piccoli solo per chi non conosce davvero i problemi di questa città» cosa lui, con il sostegno dei candidati di Area pubblica, ha intenzione di fare per la città.
«Sarò un sindaco di strada, così come ho fatto il vicesindaco con ben cinque deleghe».
Così passa in rassegna alcuni punti del programma; l'urbanistica, per esempio: «a che serve costruire se nelle periferie mancano i servizi di urbanizzazione che magari sono già stati pagati?». Serve, secondo Maralfa, realizzare «un modello di città pubblica, ovvero una città che ha quartieri dotati di servizi propri, a misura d'uomo, governata da regole ferree».
Non può mancare il passaggio sul porta a porta, penalizzato proprio dalla caduta dell'amministrazione Natalicchio «che non ha consentito di poter meglio pubblicizzare, informare, incontrare la gente. Punteremo su più isole ecologiche, controlli preventivi e repressione verso chi abbandona i rifiuti e aumenteremo i giorni di ritiro dell'umido e della plastica», come anche riferimenti ai cantieri navali e a tutta spiaggia Maddalena «strategicamente fondamentale» per la posizione di raccordo tra il porto e la litoranea a Ponente.
Il candidato sindaco di Area Pubblica si spende molto sul piano delle coste «già approvato ma che va messo a sistema con il Piano urbano di mobilità sostenibile e che deve coinvolgere la litoranea di Levante, il porto e la Madonna dei Martiri» e anche sul commercio con, per esempio, l'istituzione di un disco orario per favorire il parcheggio.
Maralfa rivendica «la nostra purezza: i candidati di Area Pubblica sono persone pulite, per bene, senza legami con il mattone, l'edilizia, la criminalità organizzata. Ne sono orgoglioso perchè li ho scelti al mio fianco per questo».
Secondo l'ex vice sindaco ciò è il fulcro di tutto: mettere i molfettesi nella condizione di scegliere il meglio, «proprio come nel 2013, quando la città capì da che parte stare» tanto da fare un accorato appello contro il voto di scambio «perchè noi non abbiamo padroni, padrini, sponsor politici e ci difenderemo fino all'ultimo contro queste pratiche becere». Anzi, «la gente ci ferma, è con noi ma ha paura di farsi vedere, di venire ai nostri comizi».
Ruolo cruciale per civismo «siamo tutti cittadini, apparteniamo tutti alla società civile, termine che ormai si usa, ma la vera esperienza civica siamo noi che nel 2013 demmo vita a Linea Diritta».
Ed è qui che si pone contro Gianni Porta e Rifondazione comunista, soprattutto per la presenza di Luigi de Magistris a Molfetta ieri, a sostegno del candidato di centrosinistra considerato poco vicino al programma della coalizione dell'ex consigliere comunale.
«Lo dobbiamo dire: le dimissioni di Paola sono state il totale fallimento politico della nostra esperienza di governo perchè eravamo ogni giorno sulla graticola, dovevamo lottare contro le beghe di palazzo, perciò il programma non è stato tradotto in azioni di governo. Noi invece siamo liberi e ci riusciremo. Il resto sono due coalizioni di centrodestra, un ex consigliere della nostra maggioranza e ciò che restava della nostra coalizione con Gianni Porta. Nel 2013 noi sostenemmo la persona Paola Natalicchio ma non sottoscrivemmo nessun patto di coalizione e lo decidemmo dopo una assemblea».
Su Corso Umberto, davanti a un folto uditorio, l'avvocato penalista parla del passato e dell'esperienza nell'ultima amministrazione, riavvolge il nastro e spiega ancora perchè non è stato possibile presentare una candidatura unitaria dalle ceneri di quanto rimasto dell'ultimo governo cittadino ma, soprattutto, spiega in punti «salienti, che sono piccoli solo per chi non conosce davvero i problemi di questa città» cosa lui, con il sostegno dei candidati di Area pubblica, ha intenzione di fare per la città.
«Sarò un sindaco di strada, così come ho fatto il vicesindaco con ben cinque deleghe».
Così passa in rassegna alcuni punti del programma; l'urbanistica, per esempio: «a che serve costruire se nelle periferie mancano i servizi di urbanizzazione che magari sono già stati pagati?». Serve, secondo Maralfa, realizzare «un modello di città pubblica, ovvero una città che ha quartieri dotati di servizi propri, a misura d'uomo, governata da regole ferree».
Non può mancare il passaggio sul porta a porta, penalizzato proprio dalla caduta dell'amministrazione Natalicchio «che non ha consentito di poter meglio pubblicizzare, informare, incontrare la gente. Punteremo su più isole ecologiche, controlli preventivi e repressione verso chi abbandona i rifiuti e aumenteremo i giorni di ritiro dell'umido e della plastica», come anche riferimenti ai cantieri navali e a tutta spiaggia Maddalena «strategicamente fondamentale» per la posizione di raccordo tra il porto e la litoranea a Ponente.
Il candidato sindaco di Area Pubblica si spende molto sul piano delle coste «già approvato ma che va messo a sistema con il Piano urbano di mobilità sostenibile e che deve coinvolgere la litoranea di Levante, il porto e la Madonna dei Martiri» e anche sul commercio con, per esempio, l'istituzione di un disco orario per favorire il parcheggio.
Maralfa rivendica «la nostra purezza: i candidati di Area Pubblica sono persone pulite, per bene, senza legami con il mattone, l'edilizia, la criminalità organizzata. Ne sono orgoglioso perchè li ho scelti al mio fianco per questo».
Secondo l'ex vice sindaco ciò è il fulcro di tutto: mettere i molfettesi nella condizione di scegliere il meglio, «proprio come nel 2013, quando la città capì da che parte stare» tanto da fare un accorato appello contro il voto di scambio «perchè noi non abbiamo padroni, padrini, sponsor politici e ci difenderemo fino all'ultimo contro queste pratiche becere». Anzi, «la gente ci ferma, è con noi ma ha paura di farsi vedere, di venire ai nostri comizi».
Ruolo cruciale per civismo «siamo tutti cittadini, apparteniamo tutti alla società civile, termine che ormai si usa, ma la vera esperienza civica siamo noi che nel 2013 demmo vita a Linea Diritta».
Ed è qui che si pone contro Gianni Porta e Rifondazione comunista, soprattutto per la presenza di Luigi de Magistris a Molfetta ieri, a sostegno del candidato di centrosinistra considerato poco vicino al programma della coalizione dell'ex consigliere comunale.
«Lo dobbiamo dire: le dimissioni di Paola sono state il totale fallimento politico della nostra esperienza di governo perchè eravamo ogni giorno sulla graticola, dovevamo lottare contro le beghe di palazzo, perciò il programma non è stato tradotto in azioni di governo. Noi invece siamo liberi e ci riusciremo. Il resto sono due coalizioni di centrodestra, un ex consigliere della nostra maggioranza e ciò che restava della nostra coalizione con Gianni Porta. Nel 2013 noi sostenemmo la persona Paola Natalicchio ma non sottoscrivemmo nessun patto di coalizione e lo decidemmo dopo una assemblea».