Territorio e Ambiente
No alle trivellazioni in mare
Tempo fino al 4 agosto ai Comuni poter presentare osservazioni al piano di trivellazioni
Molfetta - martedì 17 giugno 2014
7.25
Anche Molfetta si prepara a dire il proprio no alle trivellazioni petrolifere nell'Adriatico. La proposta nasce dal movimento politico "Rumore collettivo", che ha tenuto nei giorni scorsi il suo primo incontro a Piazza delle Erbe con i cittadini e non solo.
Si è trattata di una prima fase di informazione e sensibilizzazione dei cittadini e degli amministratori al tema delle trivellazioni. Nello specifico, hanno fatto presente i responsabili di "Rumore collettivo", da Molfetta sino a Brindisi tutta la costa del basso Adriatico, entro le 12 miglia, sarebbe interessata dalle grandi multinazionali del petrolio per le ispezioni su possibili giacimenti. La Global Petroleum Limited è l'ultima delle compagnie petrolifere ad aver richiesto le autorizzazioni per le esplorazioni petrolifere.
I tempi sono ristretti. Le amministrazioni locali hanno la possibilità sino al 4 agosto prossimo di poter presentare delle osservazioni al piano di trivellazioni presentato dalle multinazionali del petrolio, oppure si possono tutelare utilizzando il principio di precauzione.
La proposta del movimento è proprio quella di creare un coordinamento con tutte le città della costa pugliese, coinvolgendo anche le altre regioni interessate.
Obiettivo del movimento è giungere alla manifestazione popolare del 25 ottobre che dovrebbe prevedere una marcia da Altamura sino a Matera, coinvolgendo due regioni sensibili all'argomento. Hanno sottolineato i responsabili del movimento, la mobilitazione popolare, come è accaduto in Abruzzo, è di grande impatto anche sulle amministrazioni comunali o regionali che siano.
La Regione Puglia, da quanto detto dai responsabili di "Rumore collettivo", avendo puntato da anni sulle energie rinnovabili non è favorevole alle trivellazioni, ma la battaglia è tra una comunità regionale e il governo nazionale, che non ha ancora un piano energetico nazionale.
Il "no" nasce da una idea di sviluppo economico che crea distruzione, non si tratterebbe di stupro del territorio perché le piattaforme dovrebbero essere posizionate in acque internazionali, ma avrebbero un forte impatto ambientale e di sicurezza dell'Adriatico, che è un mare chiuso. La falla della piattaforma nel Golfo del Messico è ancora presente nella memoria collettiva. Sono anche da tutelare flora e fauna marine.
E' Matteo D'Ingeo a far rilevare che le aree che dovrebbero essere interessate dalle trivellazioni sono negli undici punti di rilascio delle bombe inesplose durante la guerra del Kossovo, pertanto invita a studiare in maniera approfondita tutte le documentazioni disponibili per poter essere anche di supporto alle amministrazioni.
Presenti all'incontro anche il comitato di Monopoli, già coinvolti nel 2012 da un'altra richiesta di esplorazioni poi fermata, ma dopo due anni si ritorna ancora a parlare di possibilità di trivellazione lungo la costa Adriatica.
Si è trattata di una prima fase di informazione e sensibilizzazione dei cittadini e degli amministratori al tema delle trivellazioni. Nello specifico, hanno fatto presente i responsabili di "Rumore collettivo", da Molfetta sino a Brindisi tutta la costa del basso Adriatico, entro le 12 miglia, sarebbe interessata dalle grandi multinazionali del petrolio per le ispezioni su possibili giacimenti. La Global Petroleum Limited è l'ultima delle compagnie petrolifere ad aver richiesto le autorizzazioni per le esplorazioni petrolifere.
I tempi sono ristretti. Le amministrazioni locali hanno la possibilità sino al 4 agosto prossimo di poter presentare delle osservazioni al piano di trivellazioni presentato dalle multinazionali del petrolio, oppure si possono tutelare utilizzando il principio di precauzione.
La proposta del movimento è proprio quella di creare un coordinamento con tutte le città della costa pugliese, coinvolgendo anche le altre regioni interessate.
Obiettivo del movimento è giungere alla manifestazione popolare del 25 ottobre che dovrebbe prevedere una marcia da Altamura sino a Matera, coinvolgendo due regioni sensibili all'argomento. Hanno sottolineato i responsabili del movimento, la mobilitazione popolare, come è accaduto in Abruzzo, è di grande impatto anche sulle amministrazioni comunali o regionali che siano.
La Regione Puglia, da quanto detto dai responsabili di "Rumore collettivo", avendo puntato da anni sulle energie rinnovabili non è favorevole alle trivellazioni, ma la battaglia è tra una comunità regionale e il governo nazionale, che non ha ancora un piano energetico nazionale.
Il "no" nasce da una idea di sviluppo economico che crea distruzione, non si tratterebbe di stupro del territorio perché le piattaforme dovrebbero essere posizionate in acque internazionali, ma avrebbero un forte impatto ambientale e di sicurezza dell'Adriatico, che è un mare chiuso. La falla della piattaforma nel Golfo del Messico è ancora presente nella memoria collettiva. Sono anche da tutelare flora e fauna marine.
E' Matteo D'Ingeo a far rilevare che le aree che dovrebbero essere interessate dalle trivellazioni sono negli undici punti di rilascio delle bombe inesplose durante la guerra del Kossovo, pertanto invita a studiare in maniera approfondita tutte le documentazioni disponibili per poter essere anche di supporto alle amministrazioni.
Presenti all'incontro anche il comitato di Monopoli, già coinvolti nel 2012 da un'altra richiesta di esplorazioni poi fermata, ma dopo due anni si ritorna ancora a parlare di possibilità di trivellazione lungo la costa Adriatica.