Politica
Nicola Piergiovanni è il nuovo presidente del Consiglio Comunale
La proclamazione avvenuta poco fa durante la prima seduta della massima assise cittadina
Molfetta - giovedì 10 agosto 2017
11.28
Nicola Piergiovanni è stato eletto Presidente del Consiglio Comunale di Molfetta.
L'investitura pochi minuti fa nel corso della prima seduta (in corso di svolgimento) della massima assise cittadina da quando è partito il secondo mandato di Tommaso Minervini.
Come previsto dalla legge, il Consiglio comunale è stato presieduto da Sara Castriotta, la più suffragata del partito più votato alle ultime elezioni, Forza Italia. Poi la votazione sul nome di Piergiovanni, indicato dallo stesso Minervini. Poco dopo la proclamazione grazie a 15 voti, arrivati al secondo tentativo, dopo che nella prima il consenso non è stato pari ai 2/3, come previsto dalla legge.
Nicola Piergiovanni è stato il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti di tutta la coalizione a sostegno di Tommaso Minervini: 1024 preferenze che lo hanno portato anche a essere il più votato del Partito Democratico.
Per lui non è la prima volta da presidente dell'assemblea più importante della città. Già nel corso dell'amministrazione Natalicchio aveva ricoperto l'incarico.
Tuttavia non è filato tutto liscio come ci si aspettava, dopo che Tommaso Minervini ha proposto all'assemblea il nome di Piergiovanni.
«I Consiglieri di sinistra si astengono, voteranno scheda bianca: non è un voto di contrarietà ma di apertura alla condivisione e vogliamo ripristinare un galateo istituzionale che c'è sempre stato, fino nel 2008», ha spiegato Gianni Porta.
«Anche noi siamo per una equilontananza della carica», ha affermato Isabella de Bari.
«Deve rappresentare l'intero consiglio. Voteremo anche noi scheda bianca ma faccio la raccomandazione di tener conto delle minoranze», ha ribadito Pino Amato.
«Questa proposta non mi piace perché lo trovo un gesto di prepotenza istituzionale che stabilisce il ruolo del consigliere comunale che dovrebbero scegliere in autonomia il presidente», ha sottolineato Antonello Pisani che ha chiesto all'aula di rinviare la scelta è convocare una assemblea di capogruppo per discuterne e tornare poi in aula per la votazione. Proposta respinta, dopo essere stata messa a votazione.
«I consiglieri eletti eleggeranno autonomamente il Presidente e respingo questa proposta», è stata la posizione del consigliere di maggioranza Gianni Facchini.
«Mi associo alla dichiarazione del consigliere Porta perché mi rallegro del ravvedimento operoso di alcune forze politiche che nei 3 anni precedenti non hanno votato lo stesso presidente ma hanno anche screditato il ruolo, arrivando anche a scrivere al Prefetto. Oggi ci propongono di votarlo», è il commento sarcastico di Paola Natalicchio
«Intervento fuori luogo di Pisani e si sta facendo un processo alle intenzioni. La maggioranza voterà secondo coscienza», ha detto Antonio Ancona.
L'investitura pochi minuti fa nel corso della prima seduta (in corso di svolgimento) della massima assise cittadina da quando è partito il secondo mandato di Tommaso Minervini.
Come previsto dalla legge, il Consiglio comunale è stato presieduto da Sara Castriotta, la più suffragata del partito più votato alle ultime elezioni, Forza Italia. Poi la votazione sul nome di Piergiovanni, indicato dallo stesso Minervini. Poco dopo la proclamazione grazie a 15 voti, arrivati al secondo tentativo, dopo che nella prima il consenso non è stato pari ai 2/3, come previsto dalla legge.
Nicola Piergiovanni è stato il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti di tutta la coalizione a sostegno di Tommaso Minervini: 1024 preferenze che lo hanno portato anche a essere il più votato del Partito Democratico.
Per lui non è la prima volta da presidente dell'assemblea più importante della città. Già nel corso dell'amministrazione Natalicchio aveva ricoperto l'incarico.
Tuttavia non è filato tutto liscio come ci si aspettava, dopo che Tommaso Minervini ha proposto all'assemblea il nome di Piergiovanni.
«I Consiglieri di sinistra si astengono, voteranno scheda bianca: non è un voto di contrarietà ma di apertura alla condivisione e vogliamo ripristinare un galateo istituzionale che c'è sempre stato, fino nel 2008», ha spiegato Gianni Porta.
«Anche noi siamo per una equilontananza della carica», ha affermato Isabella de Bari.
«Deve rappresentare l'intero consiglio. Voteremo anche noi scheda bianca ma faccio la raccomandazione di tener conto delle minoranze», ha ribadito Pino Amato.
«Questa proposta non mi piace perché lo trovo un gesto di prepotenza istituzionale che stabilisce il ruolo del consigliere comunale che dovrebbero scegliere in autonomia il presidente», ha sottolineato Antonello Pisani che ha chiesto all'aula di rinviare la scelta è convocare una assemblea di capogruppo per discuterne e tornare poi in aula per la votazione. Proposta respinta, dopo essere stata messa a votazione.
«I consiglieri eletti eleggeranno autonomamente il Presidente e respingo questa proposta», è stata la posizione del consigliere di maggioranza Gianni Facchini.
«Mi associo alla dichiarazione del consigliere Porta perché mi rallegro del ravvedimento operoso di alcune forze politiche che nei 3 anni precedenti non hanno votato lo stesso presidente ma hanno anche screditato il ruolo, arrivando anche a scrivere al Prefetto. Oggi ci propongono di votarlo», è il commento sarcastico di Paola Natalicchio
«Intervento fuori luogo di Pisani e si sta facendo un processo alle intenzioni. La maggioranza voterà secondo coscienza», ha detto Antonio Ancona.