Natalicchio, "Sul comparto 18 ha vinto la città"
La riqualificazione dell'area retrostante la stazione sarà realtà.
Molfetta - domenica 14 febbraio 2016
16.22
Erano circa le 23 di venerdì quando il Consiglio Comunale, riunitosi in seduta straordinaria, ha dato il via libera alla realizzazione del progetto del "comparto 18", quella parte di città tra il sottopasso di Via Terlizzi, il ponte di via Berlinguer e via 25 aprile. Un'ora che forse per i cittadini è insolita per la politica ma che la politica della città ricorderà a lungo. Perchè, che che se ne dica, di mezzo c'era primo di tutto la sopravvivenza dell'amministrazione Natalicchio e poi anche gli interessi vari di una intera collettività che aspetta da anni di vedere riqualificato un luogo allo stato attuale abbandonato al suo destino con con ciò che resta del cementificio De Gennaro e il cantiere di un hotel di lusso mai finito che paiono quasi degli spettri se al buio si percorre forse l'unica stradina percorribile, seppure dissestata.
Adesso a prescindere da chi possa prendersi i meriti, che poi diventano necessariamente anche oneri, cosa resta alla città?
Circa trecento appartamenti nuovi e "quattro palazzine in meno, che significa una riduzione superiore al 10%, una rinuncia a costruire 20.000 mq di cemento sull'area del Carrubo, su cui gli abitanti del quartiere Levante avevano raccolto le firme. Tre palazzine sotto il ponte di via XXV aprile sarebbero state uno scempio urbanistico. Lo abbiamo evitato. Abbiamo eliminato anche un'altra palazzina, nella zona dell'istituto professionale. A bordo lama, sulla curva di una strada", spiega il sindaco Paola Natalicchio che racconta di un iter lungo, complesso, fatto anche di via legali, incontri, discussioni con l'albergo "di cui abbiamo bisogno e che non è stato mai finito perché il quartiere non nasceva mai. I lavori sono pronti a ripartire, adesso. C'è un ex opificio, il cementificio De Gennaro. L'ultimo esempio di archeologia industriale di Molfetta, abbandonato al degrado e dimenticato tra le sterpaglie. Lo abbiamo acquisito a patrimonio e vogliamo farci un museo per bambini", analizza ancora il primo cittadino.
Da ciò dovrebbe prendere luce anche l'adiacente quartiere Poggiofiorito che, attualmente, "di fiorito non ha niente, perché confina con un cantiere mai partito e sconta da sempre questa separazione da ogni pezzo di città collegata, servita, inclusa".
"Non è stato facile arrivare a questa sintesi. Ma abbiamo tenuto il punto e incontrato ragionevolezza e disponibilità. Un braccio di ferro in cui nessuno si è fatto male e abbiamo vinto tutti. Perché ha vinto la città. E perché la politica deve saper fare anche questo: conflitto, in difesa del bene comune e degli interessi di tutti".
Adesso a prescindere da chi possa prendersi i meriti, che poi diventano necessariamente anche oneri, cosa resta alla città?
Circa trecento appartamenti nuovi e "quattro palazzine in meno, che significa una riduzione superiore al 10%, una rinuncia a costruire 20.000 mq di cemento sull'area del Carrubo, su cui gli abitanti del quartiere Levante avevano raccolto le firme. Tre palazzine sotto il ponte di via XXV aprile sarebbero state uno scempio urbanistico. Lo abbiamo evitato. Abbiamo eliminato anche un'altra palazzina, nella zona dell'istituto professionale. A bordo lama, sulla curva di una strada", spiega il sindaco Paola Natalicchio che racconta di un iter lungo, complesso, fatto anche di via legali, incontri, discussioni con l'albergo "di cui abbiamo bisogno e che non è stato mai finito perché il quartiere non nasceva mai. I lavori sono pronti a ripartire, adesso. C'è un ex opificio, il cementificio De Gennaro. L'ultimo esempio di archeologia industriale di Molfetta, abbandonato al degrado e dimenticato tra le sterpaglie. Lo abbiamo acquisito a patrimonio e vogliamo farci un museo per bambini", analizza ancora il primo cittadino.
Da ciò dovrebbe prendere luce anche l'adiacente quartiere Poggiofiorito che, attualmente, "di fiorito non ha niente, perché confina con un cantiere mai partito e sconta da sempre questa separazione da ogni pezzo di città collegata, servita, inclusa".
"Non è stato facile arrivare a questa sintesi. Ma abbiamo tenuto il punto e incontrato ragionevolezza e disponibilità. Un braccio di ferro in cui nessuno si è fatto male e abbiamo vinto tutti. Perché ha vinto la città. E perché la politica deve saper fare anche questo: conflitto, in difesa del bene comune e degli interessi di tutti".