Politica
Natalicchio: «Non ho ritirato le deleghe alla dolce Serena»
«Ma non è mia la responsabilità se le cose stanno cambiando»
Molfetta - venerdì 26 settembre 2014
9.36
«Serena la Ghezza è un assessore che si è consumato le scarpe in tutta la città. Un sole: la sua luminosità, la sua purezza, la sua disponibilità hanno assicurato sempre ascolto e collaborazione a chi, nei settori di sua competenza, ha avuto modo in questi mesi di lavorare con lei. Ha svolto un lavoro generoso, senza risparmiarsi.» Con queste parole, il sindaco Paola Natalicchio, ancora una volta direttamente su Facebook, sgombra il campo da ogni insinuazione e smentisce chi aveva già dato per spacciata l'assessore alle Attività Produttive.
Come stanno allora le cose? «Questo sindaco non ha posto un problema su Serena» chiarisce Natalicchio «questo sindaco ha nella maggioranza di consiglio comunale, il consigliere comunale dell'area politica di riferimento di Serena, Annalisa Altomare, che non ha votato il 70% dei provvedimenti di questa amministrazione. Non ha votato i bilanci, il piano di protezione civile, ordini del giorno importanti come quello sull'urbanistica di mercoledì. Ho posto il problema più volte, prima di adesso. Mi sono chiesta più volte, come se lo è chiesto tante volte la città: cosa sta succedendo con Annalisa Altomare? E' dentro o fuori la maggioranza?»
Il problema, ammette il sindaco, è che Serena è un assessore che fa parte di un'area politica che però, al momento, non è chiaro se faccia parte della maggioranza poiché in aula esprime una linea di fatto altra, e la esprime anche nel voto e nel non voto. «Non ho ritirato le deleghe a Serena, nè ho in mano le sue dimissioni. Aspetto di capire dove approda la riflessione del Pd su questo punto, però, e rivendico di aver posto il tema. Non posso continuare a subire senza capire. Adesso voglio smettere di subire e capire.»
«Qualcuno – continua la confessione del sindaco - dice che ho fatto una cosa "vergognosa" nel porre questo tema al Pd. Io voglio dirvi, davvero, che non ho nulla di cui vergognarmi, perché Serena è stata sempre coinvolta dal mese di giugno in questa mia riflessione e nelle amarezze che mi hanno sempre provocato le prese di distanza che da mesi e mesi arrivano dall'area politica a cui lei si riferisce. Prese di distanza, voglio dirlo con grande chiarezza e rispetto per Annalisa, assolutamente legittime (siamo nati liberi, tutti. E la formula per ingabbiare il pensiero mio e di Annalisa ancora nessuno l'ha trovata), ma che non devono poi prevedere che ci si sorprenda se il sindaco ne tragga le legittime conseguenze. Bisognava interrompere questo spettacolo che da mesi si sta dando alla città. Noi non siamo la vecchia politica. Spettacoli non ne possiamo dare. Io non sono disponibile. Ora è tempo in cui si girano le carte e anche il sindaco vuole sapere chi è dentro e chi è fuori. Mi dispiace moltissimo che questa operazione di trasparenza e verità coinvolga una donna dolce e onesta come Serena la Ghezza, che ho voluto fortemente con me in squadra dal primo istante, senza se e senza ma.
«Se le cose sono cambiate non è certo per mia responsabilità. E ad avere uno sguardo onesto questo è chiaro all'evidenza di tutti. Post scriptum: ho scelto anche stavolta e come sempre la strada della trasparenza. Sono fatta così. E non ho fatto calcoli. Non sono capace. Lunedì si vota il bilancio ed è giusto per la città che tutti i nodi vergano al pettine, perché il voto più importante dell'anno sia un voto non solo di responsabilità ma di convinzione e di scelta. Se dobbiamo andare avanti la squadra deve essere unita. Post scriptum due: Serena, ti voglio bene. E so che sapremo andare oltre, perché la politica è importante nella vita, ma viene dopo il rispetto personale, la stima e quello che di profondo c'è e si radica in tutti noi, soprattutto dopo esperienze di trincea come quella che abbiamo attraversato insieme».
Come stanno allora le cose? «Questo sindaco non ha posto un problema su Serena» chiarisce Natalicchio «questo sindaco ha nella maggioranza di consiglio comunale, il consigliere comunale dell'area politica di riferimento di Serena, Annalisa Altomare, che non ha votato il 70% dei provvedimenti di questa amministrazione. Non ha votato i bilanci, il piano di protezione civile, ordini del giorno importanti come quello sull'urbanistica di mercoledì. Ho posto il problema più volte, prima di adesso. Mi sono chiesta più volte, come se lo è chiesto tante volte la città: cosa sta succedendo con Annalisa Altomare? E' dentro o fuori la maggioranza?»
Il problema, ammette il sindaco, è che Serena è un assessore che fa parte di un'area politica che però, al momento, non è chiaro se faccia parte della maggioranza poiché in aula esprime una linea di fatto altra, e la esprime anche nel voto e nel non voto. «Non ho ritirato le deleghe a Serena, nè ho in mano le sue dimissioni. Aspetto di capire dove approda la riflessione del Pd su questo punto, però, e rivendico di aver posto il tema. Non posso continuare a subire senza capire. Adesso voglio smettere di subire e capire.»
«Qualcuno – continua la confessione del sindaco - dice che ho fatto una cosa "vergognosa" nel porre questo tema al Pd. Io voglio dirvi, davvero, che non ho nulla di cui vergognarmi, perché Serena è stata sempre coinvolta dal mese di giugno in questa mia riflessione e nelle amarezze che mi hanno sempre provocato le prese di distanza che da mesi e mesi arrivano dall'area politica a cui lei si riferisce. Prese di distanza, voglio dirlo con grande chiarezza e rispetto per Annalisa, assolutamente legittime (siamo nati liberi, tutti. E la formula per ingabbiare il pensiero mio e di Annalisa ancora nessuno l'ha trovata), ma che non devono poi prevedere che ci si sorprenda se il sindaco ne tragga le legittime conseguenze. Bisognava interrompere questo spettacolo che da mesi si sta dando alla città. Noi non siamo la vecchia politica. Spettacoli non ne possiamo dare. Io non sono disponibile. Ora è tempo in cui si girano le carte e anche il sindaco vuole sapere chi è dentro e chi è fuori. Mi dispiace moltissimo che questa operazione di trasparenza e verità coinvolga una donna dolce e onesta come Serena la Ghezza, che ho voluto fortemente con me in squadra dal primo istante, senza se e senza ma.
«Se le cose sono cambiate non è certo per mia responsabilità. E ad avere uno sguardo onesto questo è chiaro all'evidenza di tutti. Post scriptum: ho scelto anche stavolta e come sempre la strada della trasparenza. Sono fatta così. E non ho fatto calcoli. Non sono capace. Lunedì si vota il bilancio ed è giusto per la città che tutti i nodi vergano al pettine, perché il voto più importante dell'anno sia un voto non solo di responsabilità ma di convinzione e di scelta. Se dobbiamo andare avanti la squadra deve essere unita. Post scriptum due: Serena, ti voglio bene. E so che sapremo andare oltre, perché la politica è importante nella vita, ma viene dopo il rispetto personale, la stima e quello che di profondo c'è e si radica in tutti noi, soprattutto dopo esperienze di trincea come quella che abbiamo attraversato insieme».