
Cultura, Eventi e Spettacolo
Musiche della Settimana Santa e ricordo: il Duomo di Molfetta stretto nella memoria di don Gino
Marce Funebri eseguite dal Gran Complesso Bandistico “Santa Cecilia – Città di Molfetta”
Molfetta - giovedì 6 marzo 2025
10.45
Note di spiritualità e tradizione, in questa occasione anche di ricordo e commemorazione: le Marce Funebri della Settimana Santa hanno fatto risuonare la pietra bianca del Duomo di Molfetta nel mercoledì delle Ceneri che apre il periodo di Quaresima, quest'anno con cuore e mente a don Gino Samarelli, che nella sua Chiesa viveva questo periodo con particolare trepidazione, con il suo costante e inscindibile legame con la musica.
Chiesa stracolma per il concerto di Musiche della Settimana Santa, eseguite dal Gran Complesso Bandistico "Santa Cecilia – Città di Molfetta", in ricordo del parroco e produttore discografico scomparso improvvisamente meno di un anno fa, e che ogni anno teneva particolarmente all'idea di portare i suoni della tradizione molfettese nelle navate della chiesa, come ha ricordato Laura Binetti nella memoria di apertura alla serata, organizzata dalla Comunità parrocchiale del Duomo con le Confraternite della Purificazione, del Carmelo e della Visitazione, le Associazioni della Vergine SS.ma di Pompei, di Santa Lucia e del Sacro Cuore di Gesù, dell'AGESCI e del MASCI.
Il concerto, organizzato con la finalità di sostenere le opere caritatevoli della parrocchia e del Sermolfetta, è stato pensato con un programma strutturato in modo particolare: nella scaletta del Gran Complesso Bandistico "Santa Cecilia", diretto dal M° Pasquale Turturro: "Dolor" (S. Calò), "Pasqua" (don S. Pappagallo), "I funerali di Alessandro Manzoni" (A. Ponchielli), "A Nunzio" (A. Fiorentini), "Marcia funebre" (G. de Candia), "Una lacrima sulla tomba di mia madre" (A. Vella). Quasi un percorso filologico, come spiegato nell'introduzione al concerto, che dalla tradizione romantica e tardoromantica passasse alle declinazioni più contemporanee e alle rielaborazioni di quella tradizione.
Un approccio che certamente avrebbe entusiasmato il protagonista silenzioso della serata, sempre presente nei ricordi e nei discorsi di chi è convenuto nel Duomo di Molfetta, il sorriso grande cosi nei manifesti dell'evento ai fianchi del palco sull'altare, come a voler stringere spiritualità, solidarietà e musica, i grandi amori che hanno contraddistinto la sua vita. Come ad essere sempre lì, tra la sua gente, con il suo stile indimenticabile.
Chiesa stracolma per il concerto di Musiche della Settimana Santa, eseguite dal Gran Complesso Bandistico "Santa Cecilia – Città di Molfetta", in ricordo del parroco e produttore discografico scomparso improvvisamente meno di un anno fa, e che ogni anno teneva particolarmente all'idea di portare i suoni della tradizione molfettese nelle navate della chiesa, come ha ricordato Laura Binetti nella memoria di apertura alla serata, organizzata dalla Comunità parrocchiale del Duomo con le Confraternite della Purificazione, del Carmelo e della Visitazione, le Associazioni della Vergine SS.ma di Pompei, di Santa Lucia e del Sacro Cuore di Gesù, dell'AGESCI e del MASCI.
Il concerto, organizzato con la finalità di sostenere le opere caritatevoli della parrocchia e del Sermolfetta, è stato pensato con un programma strutturato in modo particolare: nella scaletta del Gran Complesso Bandistico "Santa Cecilia", diretto dal M° Pasquale Turturro: "Dolor" (S. Calò), "Pasqua" (don S. Pappagallo), "I funerali di Alessandro Manzoni" (A. Ponchielli), "A Nunzio" (A. Fiorentini), "Marcia funebre" (G. de Candia), "Una lacrima sulla tomba di mia madre" (A. Vella). Quasi un percorso filologico, come spiegato nell'introduzione al concerto, che dalla tradizione romantica e tardoromantica passasse alle declinazioni più contemporanee e alle rielaborazioni di quella tradizione.
Un approccio che certamente avrebbe entusiasmato il protagonista silenzioso della serata, sempre presente nei ricordi e nei discorsi di chi è convenuto nel Duomo di Molfetta, il sorriso grande cosi nei manifesti dell'evento ai fianchi del palco sull'altare, come a voler stringere spiritualità, solidarietà e musica, i grandi amori che hanno contraddistinto la sua vita. Come ad essere sempre lì, tra la sua gente, con il suo stile indimenticabile.