Musei aperti, ma a Molfetta la cultura è chiusa
Ogni prima domenica del mese musei aperti gratuitamente, ma la nostra città rimane fuori dal progetto
Molfetta - domenica 6 novembre 2016
0.28
Ogni prima domenica del mese il MIBACT, ovvero il MInistero dei Beni Culturali apre gratuitamente le porte di decine di musei e siti statali tra cui il Colosseo o il vicino Castel del Monte.
Molfetta è fuori da questo importante circuito.
Vero è che non ci sono siti statali ma possiede un non irrilevante patrimonio culturale cittadino purtroppo non agevolmente fruibile.
Facendo un breve giro tra i siti molfettesi, il primo che viene subito in mente non può che essere il Pulo: la dolina carsica, di millenaria memoria, è ormai desolatamente chiusa e rischia di essere riconsegnata alla mercè dei vandali. La struttura però, chiariamolo, non è di competenza comunale ma provinciale, o meglio, dell'attuale Città Metropolitana di Bari. Perchè allora non viene riconsegnata alla libera fruizione dei molfettesi e non solo?
La risposta molto probabilmente è da ricercarsi in una semplice quanto desolante constatazione: nel consiglio della Città Metropolitana di Bari non c'è nessun molfettese. I consiglieri direttamente interessati alla e dalla situazione Pulo corrispondono ad un inequivocabile numero: zero. L'ormai ex consiglio comunale, che aveva matematicamente i numeri per eleggere almeno un rappresentante molfettese in seno al Consiglio Metropolitano ha preferito battersi in un vecchio teatrino da prima repubblica. La chiusura del Pulo non è che una delle conseguenze più tangibili.
Il Pulo chiuso trascina con se il suo Museo Archeologico, ospitato nella Casina Cappellutti, ex Lazzaretto, anch'esso tristemente chiuso al pubblico nei fine settimana e nei giorni festivi nonostante sia un gioiellino architettonico ed archeologico. Eppure la sua inaugurazione, il 25 novembre del 2012, portò addirittura a Molfetta l'ex ministro della Cultura del governo Monti Francesco Profumo.
L'unico museo che, invece, la domenica è aperto è il Museo Diocesano, che si sviluppa nei locali del plesso del Seminario Vescovile. Non essendo però un museo statale, anch'esso non aderisce al progetto Domenica al Museo e mantiene quindi valido il prezzo del suo biglietto che oscilla tra i 3 e 4 €.
Certo, la colpa non può e non deve essere solo addebitata alle istituzioni ed ai politici: quanti sono i molfettesi che hanno visitato le strutture appena elencate? Sicuramente pochi.
Il prossimo assessore alla cultura, se Molfetta ne avrà uno/a, dovrà quindi creare il modo di far diventare "tanti" quei "pochi" tanti, iniziando magari a riaprire le porte della cultura della nostra città.
Molfetta è fuori da questo importante circuito.
Vero è che non ci sono siti statali ma possiede un non irrilevante patrimonio culturale cittadino purtroppo non agevolmente fruibile.
Facendo un breve giro tra i siti molfettesi, il primo che viene subito in mente non può che essere il Pulo: la dolina carsica, di millenaria memoria, è ormai desolatamente chiusa e rischia di essere riconsegnata alla mercè dei vandali. La struttura però, chiariamolo, non è di competenza comunale ma provinciale, o meglio, dell'attuale Città Metropolitana di Bari. Perchè allora non viene riconsegnata alla libera fruizione dei molfettesi e non solo?
La risposta molto probabilmente è da ricercarsi in una semplice quanto desolante constatazione: nel consiglio della Città Metropolitana di Bari non c'è nessun molfettese. I consiglieri direttamente interessati alla e dalla situazione Pulo corrispondono ad un inequivocabile numero: zero. L'ormai ex consiglio comunale, che aveva matematicamente i numeri per eleggere almeno un rappresentante molfettese in seno al Consiglio Metropolitano ha preferito battersi in un vecchio teatrino da prima repubblica. La chiusura del Pulo non è che una delle conseguenze più tangibili.
Il Pulo chiuso trascina con se il suo Museo Archeologico, ospitato nella Casina Cappellutti, ex Lazzaretto, anch'esso tristemente chiuso al pubblico nei fine settimana e nei giorni festivi nonostante sia un gioiellino architettonico ed archeologico. Eppure la sua inaugurazione, il 25 novembre del 2012, portò addirittura a Molfetta l'ex ministro della Cultura del governo Monti Francesco Profumo.
L'unico museo che, invece, la domenica è aperto è il Museo Diocesano, che si sviluppa nei locali del plesso del Seminario Vescovile. Non essendo però un museo statale, anch'esso non aderisce al progetto Domenica al Museo e mantiene quindi valido il prezzo del suo biglietto che oscilla tra i 3 e 4 €.
Certo, la colpa non può e non deve essere solo addebitata alle istituzioni ed ai politici: quanti sono i molfettesi che hanno visitato le strutture appena elencate? Sicuramente pochi.
Il prossimo assessore alla cultura, se Molfetta ne avrà uno/a, dovrà quindi creare il modo di far diventare "tanti" quei "pochi" tanti, iniziando magari a riaprire le porte della cultura della nostra città.