Cronaca
Morti per annegamento i due tecnici della “Rizzi Ecologia snc”
Il primo risultato delle autopsie
Molfetta - giovedì 10 aprile 2014
23.13
Annegamento. Questa la causa della morte di Nicola e Vincenzo Rizzi, i due tecnici bitontini della "Rizzi Ecologia snc" deceduti martedì mattina durante le operazioni di spurgo dell'impianto fognario dell'impresa ittica "Srl di Dio". E' il primo risultato delle autopsie eseguite oggi pomeriggio, nelle forme dell'accertamento tecnico irripetibile, all'istituto di medicina legale del policlinico di Bari dall'equipe del prof. Alessandro Dell'Erba nominato dalla Procura della Repubblica di Trani per far luce sulle cause delle morti e su eventuali ritardi nei soccorsi. Accanto a Dell'Erba anche il tossicologo Roberto Gagliano Candela per accertare, così come potrebbe esser probabile, che l'annegamento sia stato determinato dallo sfinimento dei due tecnici per via delle forte esalazioni sprigionatesi dal vano destinato allo smaltimento delle acque reflue della lavorazione dei prodotti ittici.
Nelle scorse ore l'azienda molfettese è stata sottoposta a sequestro probatorio. In quest'ottica, poco fa, il sostituto procuratore Antonio Savasta, subentrato al pubblico ministero di turno Mirella Conticelli che ha coordinato le prime urgenti attività investigative, ha incaricato la polizia giudiziaria di notificare un nuovo "avviso" per un ulteriore accertamento tecnico irripetibile che faccia luce sugli impianti e sulle misure di sicurezza dell'impresa Di Dio. Ad iniziare proprio dalla vasca sotterranea dove sono morti padre e figlio. Un altro figlio di Nicola Rizzi, Alessio, è tuttora ricoverato, fuori pericolo, all'ospedale di Bisceglie. Anche il nuovo avviso è destinato a Vito Di Dio, legale rappresentante della omonima Srl, e ad Antonio Papagni, legale rappresentante della cooperativa di lavoro Adriatica di Bisceglie che curava la lavorazione del pesce all'interno dello stabilimento molfettese. Entrambi sono iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di cooperazione in duplice omicidio colposo.
I legali degli indagati (rispettivamente Giacomo Ragno ed Elisabetta Mastrotoraro) e l'avvocato dei familiari delle due vittime (Leonardo Iannnone) sono attesi in Procura domattina dal pm Savasta che conferirà ai suoi consulenti l'incarico di ricostruire lo stato dei luoghi ed eventuali criticità. Intanto nel fascicolo d'inchiesta sono finiti altri documenti acquisiti tra le sedi della società molfettese, della cooperativa biscegliese e della sede bitontina della "Rizzi Ecologia", che, a quanto pare, era stata impegnata nell'azienda "Di Dio" già in altre occasioni.
Nelle scorse ore l'azienda molfettese è stata sottoposta a sequestro probatorio. In quest'ottica, poco fa, il sostituto procuratore Antonio Savasta, subentrato al pubblico ministero di turno Mirella Conticelli che ha coordinato le prime urgenti attività investigative, ha incaricato la polizia giudiziaria di notificare un nuovo "avviso" per un ulteriore accertamento tecnico irripetibile che faccia luce sugli impianti e sulle misure di sicurezza dell'impresa Di Dio. Ad iniziare proprio dalla vasca sotterranea dove sono morti padre e figlio. Un altro figlio di Nicola Rizzi, Alessio, è tuttora ricoverato, fuori pericolo, all'ospedale di Bisceglie. Anche il nuovo avviso è destinato a Vito Di Dio, legale rappresentante della omonima Srl, e ad Antonio Papagni, legale rappresentante della cooperativa di lavoro Adriatica di Bisceglie che curava la lavorazione del pesce all'interno dello stabilimento molfettese. Entrambi sono iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di cooperazione in duplice omicidio colposo.
I legali degli indagati (rispettivamente Giacomo Ragno ed Elisabetta Mastrotoraro) e l'avvocato dei familiari delle due vittime (Leonardo Iannnone) sono attesi in Procura domattina dal pm Savasta che conferirà ai suoi consulenti l'incarico di ricostruire lo stato dei luoghi ed eventuali criticità. Intanto nel fascicolo d'inchiesta sono finiti altri documenti acquisiti tra le sedi della società molfettese, della cooperativa biscegliese e della sede bitontina della "Rizzi Ecologia", che, a quanto pare, era stata impegnata nell'azienda "Di Dio" già in altre occasioni.